Gaspari Anna ,
Conferimento del Dottorato honoris causa a P. Cesare Cenci ofm presso la Pontificia Universitā Antonianum, Roma, 16 gennaio 2007,
in
Antonianum, 82/1 (2007) p. 198-199
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Il giorno 16 gennaio 2007 alle ore 10.30 presso l’Aula Sant’Antonio della Pontificia Università Antonianum di Roma si è svolta la cerimonia per il conferimento del dottorato Honoris causa da parte della Facoltà di Teologia al Rev. P. Cesare Cenci, ofm, docente di codicologia speciale presso la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, in occasione della Festa dell’Università e del Gran Cancelliere Rev.mo P. José Rodríquez Carballo, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori.
Hanno dato il “la” alla manifestazione due arie sacre di John Sebastian Bach cantate dal soprano Alessandra Migliorini con l’accompagnamento del maestro Innocenzo Schipani. Dopo gli applausi, prende la parola p. Marek Wach, Segretario Generale dell’Antonianum che, dopo aver ringraziato il Gran Cancelliere e Ministro Generale, il Rettore Magnifico P. Johannes B. Freyer, ofm e tutti i presenti, ha focalizzato l’attenzione dei partecipanti su frate Cesare Cenci, figura nel contempo di francescano e ricercatore erudito, che si è distinto per l’assiduità e la passione per lo studio, e si è così meritato il dottorato honoris causa, un titolo raramente assegnato, che ha un solo precedente nella storia dell’Antonianum, risalente al 17 novembre 1955, conferito a padre Gabriele Maria Alegra.
A questo punto, è la volta del Rettore p. Johannes B. Freyer, che traccia una sorta di bio-bibliografia del francescano. Parla di padre Cesare Cenci, che nasce con il nome di Gino il 5 gennaio 1925 nei pressi di Verona, a Costalunga di Monteforte d’Alpone, del suo iter di frate francescano e di illustre studioso, di docente di codicologia speciale presso la Pontificia Università Antonianum; ripercorre così le tappe più importanti della sua vita dedicata alla ricerca e sottolinea come per via delle sue innumerevoli pubblicazioni e importanti e notevoli contributi in merito a manoscritti, biblioteche e archivi, molti pensano che sia già un personaggio della nostra storia. Ad un certo punto riporta la domanda di alcuni accademici americani incontrati da poco «ma questo studioso vive ancora?» e ovviamente non può che suscitare l’ilarità di tutti i presenti, mentre padre Cesare Cenci in prima fila sogghigna divertito dietro i suoi vitrei oculi.
Il Rettore conclude augurandosi che lo studioso viva «ancora cento anni» perché c’è ancora molto di inedito in archivi e biblioteche e «non può permettersi di morire» prima di aver pubblicato tutto ciò.
Dopo la musica Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, misere nobis, fa seguito la laudatio di padre Cesare Cenci imbastita da Remo L. Guidi, che ha conosciuto il francescano nella Biblioteca Apostolica Vaticana trent’anni fa. Con il suo eloquio piacevole e incalzante ha presentato una carrellata di frati francescani dell’età del Rinascimento, di cui ha evidenziato i pregi e le doti, l’operosità e la forza morale, ed ha affascinato il folto pubblico illustrando in particolare il valore dell’attività scientifica di fr. Cenci definendolo il più ferrato in teologia e francescanesimo di questo secolo e ha ravvisato, in modo scherzoso, la necessità che debba «essere clonato»!
A questo punto, ha preso la parola il Gran Cancelliere e Ministro Generale Rev.mo p. José Rodriquez Carballo, il quale ha sottolineato la concomitanza della cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa a padre Cesare Cenci con una fase importante del processo di beatificazione di p. Bernardino dal Vago da Portogruaro, fondatore del Collegio San Bonaventura di Quaracchi (Firenze), dal 1971 trasferitosi a Grottaferrata, presso il quale Cenci risiede, asserendo che chi è studioso e ama lo studio… può diventare santo!
Alla lettura del Diploma ha fatto seguito la lectio magistralis di p. Cesare Cenci inerente la nuova edizione delle Costituzioni Generali dell’Ordine dei Frati minori del secolo XIII, introdotta però da un avviso a tutti i presenti: il suo dottorato honoris causa lo accusa di essere entrato nel mondo della cultura e di fare lezione senza titoli adeguati; cosicché, con un’aria spiritosa e ironica, ringrazia per l’«abilitazione quasi postuma, vista l’età, data in buona fede». In particolare, p. Cenci ha esaminato lo status quaestionis e descritto i criteri che sovrintendono alla nuova edizione delle Constitutiones, che si compongono di otto Opuscoli, ovvero corpi di costituzioni.
La festa del Gran Cancelliere si è conclusa con un brano composto da don Licinio Orefice per la voce di Beniamino Gigli, eseguito per la prima volta nella chiesa di S. Andrea della Valle il giorno dell’Epifania del 1946, cantato in questa occasione dal tenore Giuseppe Morino con l’accompagnamento dell’organista Innocenzo Schipani.
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