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Informazione sulla pubblicazione:
Recensione: MARTIN FAßNACHT, ANDREAS LEINHÄUPL-WILKE, STEFAN LÜCKING (Hrsg.), Die Weisheit. Ursprünge und Rezeption

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: MARTIN FAßNACHT, ANDREAS LEINHÄUPL-WILKE, STEFAN LÜCKING (Hrsg.), Die Weisheit. Ursprünge und Rezeption, in Antonianum, 82/3 (2007) p. 587-589 .

La raccolta degli studi che qui presentiamo è interessante e opportuna. Essa, onorando il genetliaco del neotestamentarista K. Löning e selezionando come oggetto dei contributi alcuni temi del suo campo di ricerca, ruotanti attorno a quei motivi che presiedono allo sviluppo letterario e teologico del NT (Löning è soprattutto uno specialista della letteratura lucana), offre un ventaglio di stimoli teologici utili alla ricerca attuale. Difatti, negli ultimi tempi si sta sviluppando e arricchendo sempre più la ricerca attorno a quell’area che in modo inesatto potremmo definire intertestamentaria, ma che comunque fa da tramite tra il mondo giudaico veterotestamentario e quello del NT. La visuale attuale sottolinea la continuità piuttosto che la rottura tra i due Testamenti, allineandosi così, in campo cattolico con l’orientamento teologico del Concilio Vaticano II che, soprattutto con il documento Nostra aetate, ha dichiarato con fermezza le salde relazioni esistenti tra  giudaismo e cristianesimo. Ora, il presente libro serve a questo scopo in modo critico e scientifico. Esso si compone dell’apporto di anticotestamentaristi e neotestamentaristi a riguardo di un tema molto importante nell’ambiente intellettuale e religioso del giudaismo intertestamentario: la Sapienza. Già da tempo il tema della Sapienza è stato posto in rilievo, facendo così giustizia di un passato che l’aveva vista come ancella dei libri storici e profetici; in realtà, l’universo sapienziale soffonde di sé e sottende tutto il mondo culturale e istituzionale dell’ebraismo. In particolare, ha avuto uno speciale slancio lo studio del tema della Sapienza personificata, che costituisce l’antecedente speculativo della primitiva cristologia.

In questo quadro sono da situare i quattordici articoli del libro che, come dice il titolo, vogliono offrire degli spunti di riflessione, specialmente di natura biblico-teologica sulle origini e sulla ricezione del tema della Sapienza.

La serie è aperta da una lucida riflessione di teologia biblica di M. Küchler il quale, utilizzando la metafora del “paradiso” dell’Eden, ne fa l’elemento discriminante e nell’insieme comune ai due atteggiamenti intellettuali che sono venuti a formarsi al concludersi dell’antica era e al dischiudersi della nuova. Il primo atteggiamento è quello di chi guarda al passato come all’epoca del paradiso perduto e, in modo sapienziale, al modo di conservarne e salvaguardarne quanto di buono rimane, l’altro atteggiamento è quello che guarda invece al paradiso come ad una realtà futura da realizzarsi, proprio perché il paradiso passato è andato perduto: è l’atteggiamento apocalittico. In realtà, i due atteggiamenti, pur distinti, spesso si mescolano nella tradizione teologica del giudaismo. Seguono quattro articoli scritti da anticotestamentaristi, i quali seguono in qualche modo la stessa strada aperta dalla riflessione iniziale. Così P. Weimar indaga sul mistero della presenza-assenza di Dio nella storia a margine della storia di Giuseppe, mentre E. Zenger analizza i due Salmi 111 e 112 come membri di un dittico che espone la dottrina del collegamento stretto tra Torà e Sapienza, argomento di Sir 24. E. Sevenich-Bax affronta il tema particolare della scuola come luogo di formazione della e alla Sapienza, confrontandosi con i famosi studi di A. Lemaire. M. Ebner studia invece un tema caro al Giubilato: il rapporto tra apocalittica, rappresentato dal gruppo estensore di Enoc etiopico, e sapienza, com’è presente in testi quali Sir 24, ma soprattutto nella conclusione ottimistica della storia di Gesù, esemplata sull’itinerario della Sapienza personificata, che scende dall’alto sulla terra, non trova accoglienza e infine se ne ritorna in cielo. L’autore si domanda se non sia maggiore sapienza quella mostrata da chi ha trasformato la sapienza in capacità di adattarsi e di vivere piuttosto che quella apocalittica di natura pessimistica.

Com’era prevedibile, a questi contributi di veterotestamentaristi segue un numero maggiore di titoli dedicati a tematiche neotestamentarie da altrettanti specialisti (M. Faßnacht, L. Schenke, U. Busse, D. Dormeyer, A. Leinhäupl-Wilke e H. Frankemölle): sei, più un articolo dedicato alla sapienza in Ireneo di Lione (B. Aland), uno che tratta dello sviluppo ideologico che conduce da Paolo allo gnosticismo (S. Emmel) e infine uno pragmatico, che tratta il problema delicato della lezione di religione (J. Bickmann). La Bibbia è toccata in tutta la sua estensione fino alla sua ricezione patristica. Chi è interessato alla tematica troverà in questo ricco libro molti spunti che potranno servirgli per approfondirla ulteriormente



 
 
 
 
 
 
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