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Informazione sulla pubblicazione:
Paolo Evangelisti, I Francescani e la costruzione di uno Stato: Scuola Superiore di Studi Medievali e francescani, Roma 26 gennaio 2007

 
 
 
Foto Muzzi Sara , Paolo Evangelisti, I Francescani e la costruzione di uno Stato: Scuola Superiore di Studi Medievali e francescani, Roma 26 gennaio 2007, in Antonianum, 82/4 (2007) p. 793-794 .

La Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, “Frate Francesco”, rivista di cultura francescana ed il Centro Italiano di Lullismo hanno organizzato, il 26 gennaio 2007, la presentazione del volume: I Francescani e la costruzione di uno Stato: linguaggi politici, valori identitari, progetti di governo in area catalano-aragonese di Paolo Evangelisti, edito da Editrici Francescane.

Grado Giovanni Merlo, Josep Perarnau y Espelt e Giacomo Todeschini sono intervenuti per presentare il testo.

Il preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, p. Pietro Messa, ha aperto l’incontro con un saluto ai numerosi convenuti e con i rallegramenti a Paolo Evangelisti per il suo recente lavoro. Come è  abitudine della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani la presentazione di un testo è anche un momento di discussione e di studio.

La parola è così passata a Giovanni Grado Merlo, che ha rinnovato i suoi elogi a Paolo Evangelisti per il lavoro compiuto, un lavoro importante, serio e difficile. Le radici di questo volume, ricco e dal linguaggio inusuale per gli studi francescani, si trovano al di fuori di questi studi o della medievistica in generale: i temi affrontati risalgono al magistero di Ovidio Capitani, che riprendeva le analisi di P. Grossi e A. Tarello, storici del diritto italiano. La ricchezza concettuale e terminologica caratterizzano e costituiscono il valore del testo, ma la novità è l’empatia con l’oggetto, la storiografia con l’anima, compiuta dall’autore di questo volume nell’affrontare i grandi problemi indicati nel sottotitolo.

I ringraziamenti di Josep Perarnau per la realizzazione di questo volume che, nato da una linea storiografica italiana, ha un tema di fondo catalano, hanno preceduto alcune sue puntualizzazioni. La Corona d’Aragona non era uno Stato, ma un insieme di stati sovrani; quale Stato viene allora costruito? Tali stati venivano costruiti più sulla base delle leggi approvate dalle Cortes, che sulle indicazioni degli intellettuali. Ramon Llull, dopo la caduta di S. Giovanni d’Acri, propone al papa di emamare una decretale per il recupero della Terra Santa, strappata ai cristiani con la violenza, che trasformi la dottrina della prima intenzione lulliana in una dottrina di vita che porti a Dio. Arnau de Vilanova, cui non può essere attribuita l’Expositio super Apocalypsi, poté intervenire nella costruzione del Regno di Trinacria dando indicazioni che vennero tradotte in leggi, ma nel 1300 venne accusato di essere contrario alle decretali della Chiesa, che erano a favore della Crociata in Terra Santa.

Giacomo Todeschini ha decodificato il titolo del libro. Paolo Evangelisti ha giustapposto due termini: un gruppo religioso ed intellettuale, i francescani, ed una nozione che rinvia a un’organizzazione politica, lo stato. Questo accostamento, audace ed innovativo, è parafrasato da tre definizioni da cui si può ricavare la relazione tra i due termini: i valori identitari, desumibili dai linguaggi politici, si concretizzano in progetti di governo. Il testo rappresenta una sfida metodologica, negando la soluzione di continuità tra ideologia e prassi. è possibile parlare di storia analizzando testi di ideologia e di spiritualità, attraverso un linguaggio che oggi sembra teorico ma che è una chiave per interpretare una determinata realtà, quella catalano-aragonese  del XIV e XV secolo. Analizzando le tipologie linguistiche che costituiscono i testi, emerge la potenza del discorso economico e politico francescano; questo metodo è stato reso possibile dalla virtualità semantica di alcune parole-chiave  dell’identità francescana. Le decodificazioni serrate dei testi hanno permesso di scoprire un versante nascosto del pensiero francescano attinente alla politica che non era stato ancora identificato. Il discorso economico e politico francescano è costruito con immagini dell’identità minoritica, ricche di altri significati e sviluppi. Nel testo sono ampliamente evidenziate le potenzialità semantiche di parole quali caritas e largitio, termini teologici e morali che funzionano anche in ambito politico-economico, e l’uso di metafore forti come la metafora del corpo di Cristo come corpo politico.

Paolo Evangelisti è intervenuto, infine, per rispondere alle domande che gli erano state poste e per indicare nuove piste di ricerca che riguardino sia altre zone, l’area francese per esempio, che altre figure dell’area già presa in considerazione. Un utile apporto alla storia dei linguaggi politici sarebbe la riflessione del rapporto che sussiste tra discorso teologico e discorso politico sulla res publica; l’oggetto di entrambe è indivisibile e da indagare mediatamente.



 
 
 
 
 
 
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