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Presentazione del volume di Tomas Spidlik. Intervento si S.B. Em.ma il Card. Ignace Moussa Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali

 
 
 
Foto Card. Moussa Daoud Ignace , Presentazione del volume di Tomas Spidlik. Intervento si S.B. Em.ma il Card. Ignace Moussa Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in Antonianum, 81/4 (2006) p. 795-797 .

Conosco personalmente il Cardinale Tomas Špidlík appena da alcuni anni. Ma il primo incontro è stato decisivo. Mi sono trovato davanti a un uomo di grande accoglienza, che ti apre il cuore e ti fa desiderare di incontrarlo di nuovo. Il suo sguardo limpido, penetrante, profondo mi ha conquistato dal primo momento.

Poi abbiamo avuto l’occasione di ritrovarci più di una volta e ho sempre provato la stessa sensazione e ricevuto la stessa amabile attenzione. Conoscendolo sempre meglio, mi sono reso conto della quantità straordinaria di relazioni con le persone più diverse che egli è riuscito ad intessere. Una vita piena di incontri, come lui stesso ama scrivere nella dedica dei libri: “La vita eterna sono gli incontri”. Mi ritengo, pertanto, uno dei suoi tanti amici che gli vogliono bene e per i quali la sua parola è sorgente di conforto e di speranza.

Dalla sua presenza scaturisce la gioia, la benevolenza, la tranquillità. Grazie ad un suo metodo speciale, e al carattere gioviale, dalla sua anima sgorgano sempre nuove affermazioni argute, e anche le famose espressioni umoristiche così fini, innocenti, convenienti alla situazione. L’umorismo appare come una sua costante caratteristica e, come lui stesso dice: È un’ottima medicina contro le eresie o le diverse fissazioni che sempre l’uomo rischia di avere su se stesso”.

Ma al dire di un suo fedele discepolo, P. Rupnik: “L’umorismo è solo il manto di una persona che si è lasciata trasfigurare dallo Spirito”.

Il Cardinale Špidlík ha messo l’umorismo, la benevolenza e l’accoglienza, con la sua anima trasparente, al servizio della direzione spirituale di numerosissime persone assetate del sostegno della parola di Dio. Come padre spirituale al Pontificio Collegio Nepomuceno per ben 37 anni, ha formato generazioni di futuri sacerdoti. Ma lo cercano sempre anche tanti laici, tanti giovani, desiderosi di una guida che dica la parola giusta, quella che sa rimettere sulla via. Senza argomenti inutili, senza lunghe introduzioni, egli sa andare sempre all’essenziale.

Ma la sua direzione spirituale il Cardinale Špidlík l’ha prodigata anche sulle onde della Radio Vaticana dove, ancora oggi, e da più di 50 anni, ogni venerdì spiega il Vangelo della Domenica successiva.

Il terzo campo della sua immensa attività è stato l’insegnamento. Egli è molto conosciuto come professore di spiritualità dell’Oriente Cristiano sia al Pontificio Istituto Orientale, sia alla Gregoriana, al Teresianum e in altri Atenei Romani. Gli inviti a congressi su temi spirituali lo hanno portato in tanti Paesi del mondo.

Non possiamo dimenticare le sue opere; accanto agli scritti scientifici, tanti articoli e studi che fanno di lui un grande autore, con una fisionomia filosofico-teologica particolare, che si concentra sulla spiritualità slava orientale.

E qui mi fermo alla porta di una materia sconosciuta, io che sono invece imbevuto di un’altra spiritualità orientale: la siriaca, anch’essa ancora da scoprire, concentrata com’è sulla meraviglia davanti al mistero insondabile dell’Ìncarnazione. La spiritualità siriaca è tutta continua poesia che canta il grande mistero del Dio Trino e del Dio Incarnato.

Con un bagaglio sprituale d’eccezione, il Card. Špidlík è stato un grande predicatore: omelie e ritiri spirituali non si contano. Giovanni Paolo II l’aveva chiamato per predicare gli esercizi spirituali in Vaticano.

Ho avuto la gioia di ascoltarlo durante il Conclave. Chiamati ad esprimersi sul nome del predicatore da scegliere per l’omelia del Conclave, la maggior parte dei Cardinali ha votato per lui. Il risultato è ben noto. Il giorno dopo abbiamo avuto il nuovo Papa Benedetto XVI!

L’odierna presentazione del libro-intervista Anima di pellegrino, in cui il Cardinale Špidlík si “confessa”, è l’illustrazione più eloquente di ciò che egli stesso da anni va affermando: agli uomini e alle donne di oggi non interessano nuove teorie e tanto meno vecchie ideologie, bensì le testimonianze di vita.

P. Cemus ne ha aperto la prefazione riferendo una confidenza, sospirata abbastanza spesso da Padre Špidlík negli ultimi anni: “Ma che ci faccio ancora al mondo? Forse la Divina Provvidenza mi ha dimenticato qui” (cit. p. 5).

No, Eminenza, la Provvidenza è infallibile, come Lei ha più volte affermato. La Provvidenza non ha dimenticato; piuttosto ha ancora bisogno delle sue parole, dei suoi scritti, anche della sofferenza che sempre accompagna i nostri giorni. La Provvidenza ha bisogno della Sua testimonianza. Noi tutti, abbiamo bisogno di Lei!

Le diciamo il nostro grazie, con l’augurio “ad multos annos”.

Ed uniamo la nostra preghiera.

È Lei a chiedere questo dono rispondendo all’ultima domanda in Anima di pellegrino: “Non chiedo null’altro che di pregare per me, perché possa portare bene a termine la mia funzione di angelo” (cit. p. 238). Angelo, cioè messaggero. E uno dei messaggi a Lei molto cari è quello dell’eternità. Ho citato all’inizio la sua affermazione: “La vita eterna sono gli incontri”. Alla fine del volume ne trovo un’altra molto illuminante sullo stesso tema: “L’eternità non è un salto in un futuro sconosciuto, ma il ritorno di tutto il bene dal passato e dal presente” (cit. p. 237). Sia custodito nel cuore del Signore, e per sempre, anche il bene che proprio Lei ha compiuto. E tutto sia per la maggior gloria di Dio! Grazie.



 
 
 
 
 
 
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