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Recensione: Kurt Rudolph, La gnosi. Natura e storia di una religione tardoantica

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Kurt Rudolph, La gnosi. Natura e storia di una religione tardoantica , in Antonianum, 76/3 (2001) p. 574-575 .

Kurt Rudolph è uno dei più insigni studiosi di storia delle religioni e con questo volume fa il punto in maniera eccellente su di un argomento quanto mai complesso che coinvolge anche il giudaismo antico e il cristianesimo primitivo. Si può dire che proprio il coinvolgimento di due religioni così pregnanti e così decise nella loro storia e nella loro natura come il giudaismo e il cristianesimo, abbiano talora impedito di guardare alla gnosi come ad una vera e propria religione autonoma (da qui il sottotitolo del libro). Il motivo del mancato riconoscimento è dovuto sostanzialmente a due fattori, uno di ordine storico, l’altro letterario. La gnosi è stata una vasta galassia originatasi nel Medio Oriente del I sec. a.C. sullo sfondo giudaico-palestinese  e siro-mesopotamico di una società che negli ultimi secoli aveva ricevuto l’influsso della cultura iranica, di quella ellenistica e di quella apocalittica giudaica, il tutto in una miscela che ha impregnato di sé un largo raggio di territori, una vasta gamma di strati sociali, ma soprattutto quelli intellettualmente elitari, e un ampio arco di tempo (la gnosi si ramifica fin nel medioevo e nella sua espressione mandea fino ai nostri giorni nell’Iraq). Il cristianesimo primitivo si è concettualmente formato in quest’atmosfera, anzi i primi sistemi teologici cristiani sono nati da menti gnostiche, così che anche le teologie ortodosse sono state la necessaria e adeguata risposta riflessa a tali sistemi. Basterebbe citare tra questi, oltre il summenzionato mandeismo, che però è tardivo, anche il manicheismo, che ha tenuto impegnata la Chiesa per molto tempo.

Ora, di tali sistemi, fino agli anni quaranta, si conoscevano quasi esclusivamente le fonti indirette costituite dai Padri della Chiesa, i quali, dovendo combattere le eresie gnostiche, davano nel contempo preziose informazioni su di esse; solo che l’informazione poteva essere distorta dalla polemica ideologica. La scoperta dei 13 codici copti di Nag Hammadi, una cittadina del Medio Egitto, attorno agli anni quaranta, contenenti 53 trattati gnostici originariamente in lingua greca, hanno provocato una svolta rivoluzionaria nella storia degli studi su questo ambito di ricerca, una rivoluzione non meno importante di quella apportata dalla scoperta coeva della biblioteca di Qumran nel deserto di Giuda. Le nuove scoperte hanno dato origine ad un fiume di studi che hanno posto in rilievo come la gnosi non sia riconducibile ad un unico sistema di pensiero e a un unico movimento, bensì ad una molteplicità di sette e di relative letterature. L’esegeta biblico, il giudaista e lo storico del cristianesimo primitivo dovrà necessariamente fare i conti con questo ambito di studi.

Di tutto questo tratta il R. nel suo ampio volume, che suddivide in tre parti: 1) le fonti; 2) natura e struttura della gnosi; 3) la storia. Un vasto apparato di indici e una congrua bibliografia, insieme ad una ricca serie di fotografie, riproduzioni simboliche, carte geografiche e diagrammi costellano quest’opera veramente notevole. L’autore ha creduto bene aggiungere anche uno schema storiografico alla fine del libro.

 



 
 
 
 
 
 
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