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Inaugurazione dell’Anno Accademico 2001-2002. I - Saluto del Gran Cancelliere

 
 
 
Foto Bini Giacomo , Inaugurazione dell’Anno Accademico 2001-2002. I - Saluto del Gran Cancelliere, in Antonianum, 76/4 (2001) p. 767-769 .

Carissimo Rettore Magnifico, carissimi Professori e Studenti, il Signore vi dia pace!

La partecipazione al Sinodo dei Vescovi che in questi giorni si svolge in Vaticano non mi permettono di essere con Voi per dare inizio solenne, in qualità di Gran Cancelliere, al nuovo Anno Accademico 2001-2002 del nostro Pontificio Ateneo “Antonianum”. Poiché non posso assentarmi dei lavori sinodali desidero, attraverso il mio Delegato per l’Ateneo, Fra José Rodriguez Carballo, farmi presente con un cordiale e fraterno saluto al Rettore Magnifico, al Vicerettore, ai Decani e ai Professori; così come agli Studenti e Collaboratori che, nei vari e preziosi servizi, prestano la loro opera generosa e tante volte esemplare per il bene del nostro Pontificio Ateneo “Antonianum”. A tutti voi: «grazie e pace da parte di Dio Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 1, 3).

La solenne apertura del nuovo Anno Accademico mi offre l’opportunità di sottolineare alcuni punti che mi stanno a cuore. Anzitutto il ringraziamento a Dio e alla Congregazione per l’Educazione Cattolica per la recente erezione della Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia di Gerusalemme; dopo questo evento tanto atteso e lungamente preparato, è nostra intenzione presentare richiesta alla detta Congregazione perché il nostro Ateneo venga riconosciuto come Pontificia Università. Sia la erezione della nuova Facoltà, a lungo desiderata e oggi una realtà, sia il riconoscimento come Università del Pontificio Ateneo “Antonianum”, che speriamo arrivi in breve tempo, sono certamente per noi motivo di gioia, in quanto riconoscimento del lavoro serio e profondo condotto da tutti voi, ma allo stesso tempo devono essere assunti con senso di vera responsabilità, per rispondere in modo adeguato alla fiducia che la Chiesa ha manifestato nei nostri confronti.

Questa responsabilità è certamente di tutto l’Ordine, ma in modo particolare riguarda i membri dello Studium Biblicum di Gerusalemme e voi tutti, membri della Comunità Accademica di questo Ateneo. Concretamente, chiedere alla Santa Sede il riconoscimento del Pontificio Ateneo “Antonianum” come Pontificia Università esige da voi, tra le altre cose:

1. Che il Progetto educativo dell’“Antonianum” sia fedele ai tre aspetti fondamentali di una Università Cattolica e Francescana:

- Università, vale a dire: un centro di incomparabile creatività e di irradiazione del sapere per il bene di tutti. Creatività e irradiazione del sapere devono camminare insieme, particolarmente in questi tempi di cambiamenti che si succedono a una velocità inimmaginabile. Nuove domande, nuove risposte; o, come dice il Vangelo, «vino nuovo in otri nuovi». Questa creatività deve accompagnare e vivificare la ricerca, i metodi pedagogici e le relazioni tra Professori e Studenti.

- Cattolica, e cioè: che la sua attività tenda alla identificazione con Cristo - misura di tutti i valori -, nella fede. Questo esige, oltre la testimonianza da parte di tutti i docenti e la fedeltà al Magistero della Chiesa, che i principi evangelici si convertano per l’Università in norme educative, motivazioni interiori e allo stesso tempo, in mete finali. Inoltre, esige che il nostro Ateneo si converta in luogo privilegiato per un fruttuoso dialogo tra fede e cultura, in modo da «porre il Vangelo nel cuore della cultura e della storia contemporanea» (Messaggio del Papa al Congresso di Rettori..., 4). Una Università Cattolica, e quindi anche il nostro Ateneo, deve formare intellettuali che sappiano realizzare una sintesi tra Vangelo e cultura, intellettuali che si impegnino a fare del lavoro culturale anche un cammino di santità.

- Francescana. Questo esige, tra altre cose, la necessità di sottolineare i punti fondamentali dell’esperienza spirituale di Francesco d’Assisi. Tra questi si devono privilegiare: la fraternità, che nasce della coscienza che tutti siamo figli di Dio Padre; la libertà, che nasce della consapevolezza che nulla di quanto ho mi appartiene esclusivamente e che va sempre insieme al senso di responsabilità; una particolare sensibilità per la giustizia, che porta a impegnarsi nella costruzione di una società più vivibile e nella difesa dei diritti umani; la pace e il dialogo come basi imprescindibili per costruire una civiltà autenticamente radicata nell’amore.

2. Che il progetto educativo dell’“Antonianum” risponda a quanto la Ratio Studiorum O.F.M. chiede a tutti i Centri di Studio dell’Ordine, e cioè:

- «Cooperare alla diffusione e alla valorizzazione del patrimonio dottrinale e spirituale della tradizione francescana, tramite l’insegnamento e le pubblicazione scientifiche» (R.S. 121, b).

- Mettere «in risalto il rapporto tra gli aspetti fondamentali della tradizione francescana rivisitata nelle sue diverse espressioni (storica, filosofica, teologica, spirituale, artistica...) e la cultura odierna», in modo che diventi «un luogo di dialogo tra i problemi e le speranze del mondo di oggi e il carisma francescano» (R.S. 121, a).

- Inoltre, che, come ci chiedeva il Papa nel Messaggio inviato in occasione del Congresso dei Rettori, «dal grande patrimonio spirituale della Scuola Francescana vengano tratte risposte adeguate anche ai drammatici interrogativi dell’umanità, in questo inizio del terzo millennio cristiano» (Mess. 3).

Carissimi, un Centro di Studio non viene qualificato necessariamente o primariamente dal “nome”, né dal numero degli studenti, ma dalla serietà delle ricerche scientifiche e dell’insegnamento, che è anche accompagnamento degli studenti, adeguato alle esigenze di oggi. Mi auguro che questi due elementi siano sempre più potenziati in modo da fare del nostro Pontificio Ateneo “Antonianum” una Università Cattolica e Francescana stimata e valorizzata da tutti, dentro e fuori il nostro Ordine.

Invoco su tutti voi l’abbondanza dei doni dello Spirito e la protezione di Sant’Antonio di Padova, mentre chiedo a tutti di collaborare per continuare il cammino che è stato indicato, iniziato da tempo e che presto vorremo vedere concluso.



 
 
 
 
 
 
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