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Recensione: Rainer Riesner, Die Frilhzeit des Apostels Paulus. Studiai zur Chronologie, Missions-strategie und Theologie

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Rainer Riesner, Die Frilhzeit des Apostels Paulus. Studiai zur Chronologie, Missions-strategie und Theologie, in Antonianum, 71/1 (1996) p. 117-119 .

La presente cospicua monografia è uno studio per abilitazione, presentata dal­l'autore nell'anno accademico1990/91 alla facoltà evangelica di teologia dell'uni­versità di Tùbingen.

Come dice il sottotitolo, il R. vuole compiere delle ricerche tali, che gli per­mettano di ricostruire la cronologia paolina, riguardante la sua vita, i suoi scritti e la sua teologia. L'a. persegue il suo fine con sottigliezza ed acribia e i risultati, pur soddisfacendo anche aspetti affettivi per i ricercatori cristiani, sono tuttavia rigoro­samente raggiunti e meritati. Un criterio ben preciso dà fisionomia alla ricerca, dal­l'inizio alla fine. Il R. non vuole semplicemente offrire un'accettabile cronologia, bensì desidera farlo risolvendo una questione di fondo: qual è l'attendibilità storica dei dati degli Atti degli Apostoli, allorché li si usa come fonte aggiunta alle lettere dell'Apostolo? Con la sua ricerca, egli tenta di dimostrare che l'opera lucana non solo gode di attendibilità, ma talora, completando i dati delle lettere paoline, si mo­stra addirittura più precisa e circostanziata. Cosa che fa presumere, tra l'altro, che l'autore dell'opera « a Teofilo », lo stesso della « relazione-Noi », cioè del racconto di viaggio, espresso con la prima persona plurale, fosse un testimone oculare e, quindi, una fonte di prima mano.

La strategia del R. si dispiega nel modo seguente. Dopo un'introduzione, che chiarifica lo « status quaestionis », sotto l'aspetto storico e contenutistico, egli ar­ticola la ricerca in tre fasi. Nella prima, cerca di spiegare il valore e la relazionabi-lità dei dati degli Atti e delle lettere paoline, ponendoli a confronto con dati extra­biblici, letterari, archeologici e storici (soprattutto archeologici e storici, a motivo dell'eccessiva fiducia concessa tradizionalmente ai primi).

Nella seconda fase, i risultati cronologici vengono vagliati nel quadro della strategia missionaria che Paolo avrebbe adoperato nei suoi viaggi e nel suo operare. Si passa, quindi, da un'analisi comparativa, come quella della prima parte, ad un'a­nalisi « interna ». La sintesi finale di questa fase, ci dà questi risultati, uniti ai pre­cedenti e contestualizzati con la nascita del cristianesimo:

26/27 d.C: comparsa del Battista

27/28:         comparsa di Gesù

28/29:         morte del Battista

30:              crocifissione di Gesù

31/32:         martirio di Stefano e vocazione di Paolo

33/34:         Paolo a Gerusalemme

34/42:        Paolo nella Siria-Cilicia

37c:            in Antiochia i credenti si chiamano « cristiani »

41/42:        morte di Giacomo di Zebedeo - Pietro lascia Gerusalemme

42/44:        Paolo ad Antiochia

44/45:        colletta di Antiochia

45-47:        Paolo e Barnaba a Cipro e nella Galazia meridionale

48:             ad Antiochia (probabile redazione di Gal) - concilio di Gerusalemme

49:             Paolo in Macedonia

49/50:        P. a Tessalonica

50:            P. a Corinto (probabile redazione di Gal; redaz. di 1 Tess.)

51:            P. davanti al proconsole Gallione

51/52:       P. in Siria

52-55:       P. ad Efeso

54/55:       (1 Cor, FU?, Firn??)

55:            P. a Troas

55/56:       in Macedonia (2 Cor)

56/57:          a Corinto (Rom)

57:               a Gerusalemme

57-59:          Cesarea ed arresto (Firn??)

59:                P. verso Roma

60-62:          P. a Roma.

Come lascia intrawedere lo schema, ogni elemento è il frutto di una minuzio­sa analisi e di determinate scelte dell'a.Infine, per avvalorare ulteriormente la sua indagine, egli cerca nella terza fase di seguire un altro versante, quello del pensiero paolino, esemplificato nel caso dei Tessalonicesi. L'analisi è estremamente stimolante, anche se meno sviluppata, ri­spetto agli altri due capitoli. Il R. sembra far parte di coloro che respingono una evoluzione del pensiero paolino. Egli, proprio partendo dalla 1 Tess, vorrebbe af­fermare la dipendenza delle dichiarazioni teologiche dell'Apostolo dalla situazione locale: un fatto che non ha bisogno, per questo, di negare in Paolo la presenza di tematiche che egli svilupperà nelle altre lettere. Del resto, il tempo trascorso tra la 1 Tess e le altre lettere, è troppo breve per un'evoluzione. Le argomentazioni del R. non sono senza valore, ma forse andrebbero più sfumate, tanto più che egli la­vora con argomenti « ex silentio ».

Notevoli nel libro sono la documentazione, disseminata riccamente in ogni pa­gina, e la bibliografia (da pag. 375 a pag. 453). Gl'indici completano, infine, que­st'opera davvero magistrale.



 
 
 
 
 
 
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