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Recensione: Anselmo Mattioli, Beatitudini e felicitā nella Bibbia d'Israele

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Anselmo Mattioli, Beatitudini e felicitā nella Bibbia d'Israele , in Antonianum, 68/4 (1993) p. 564-565 .

Quella del P. Mattioli è una ponderosa raccolta dei risultati di anni di ricer­che attorno ad un tema a prima vista scontato e pacifico, le beatitudini, e tuttavia, com'egli copiosamente argomenta, spesso piuttosto negletto e non approfondito a dovere come concetto centrale della teologia biblica. Già in passato, questa rivista aveva ospitato un articolo del M. sul tema delle beatitudini (cf. Antonianum, 63/1988/189-226). Ora, ci viene dato quanto di più esteso e di più sistematico vi possa essere al riguardo. E il M. non è proprio avaro nell'offrirci, a partire pro­prio dal suo tema prediletto, quasi un nuovo volume di teologia dell'intero Antico Testamento, rispetto a quello apparso nel 1981.

Egli articola così la sua opera. Dopo una prefazione chiarificatrice «al let­tore» ed un elenco bibliografico, non esaustivo, delle abbreviazioni degli studi compulsati, concentrati perlopiù in una fascia temporale un pò datata (nel libro manca una bibliografia vera e propria; inoltre, un elenco di abbreviazioni per altre sigle non avrebbe disturbato in un'opera «enciclopedica»), lo studio viene affron­tato in due grandi parti.

La prima parte, costituita da tre capitoli, affronta la tematica nei suoi aspetti generali: la felicità umana nei miti e nella sapienza dell'antico Vicino Oriente e della Grecia (e. 1); Dio Yahweh come Dio che salva e la cui salvezza fonda il con­tenuto e il valore della beatitudine (e. 2); identità letteraria e dottrinale del ge­nere «beatitudini».

L'ampio e meticoloso confronto con le culture letterarie medio-orientali e lo sviluppo del tema in questione sullo sfondo delle idee-chiave della storia teologica d'Israele, mostrano come la beatitudine sia formalmente una struttura significa­tiva di felicitazione per i beni teologici (salvezza) posseduti. È una ben precisa e originale risposta al problema della felicità umana quella che scaturisce da tale analisi. Ma per riaffermare ciò, si ha bisogno dell'indagine analitica dei testi rela­tivi, oggetto della seconda parte.

I luoghi veterotestamentari nei quali si riscontra una beatitudine sono 45, ma il M. preferisce raggrupparli in dieci gruppi, caratterizzati da un elemento speci­fico: 1) la beatitudine d'Israele nel suo rapporto con il Dio unico del Patto; 2) la b. di coloro che confidano in Yahweh; 3) la b. dei timorati di Dio; 4) la b. del pec­catore graziato da Dio; 5) la b. del servizio liturgico al Tempio; 6) la b. dei veri sapienti; 7) la b. dei fedeli osservanti della Legge; 8) la b. dei promotori di giusti­zia; 9) la b. di chi ha prole; 10) la b. del credente che soffre.

Come si può osservare, la disamina è bene articolata ed è occasione per il M. di sviscerare tutto quanto si possa dire sul tema, inquadrato nel panorama di tutta la teologia dell'AT.

Una serie dovuta di conclusioni generali chiude questo ricco volume, del quale dobbiamo essere grati al P. Mattioli, perché vi profonde anni di studio e di dedizione sapienziale, di cui si potrà proficuamente approfittare.

interesse rivesta il presente libro. Esso diviene un punto fermo da cui partire per l'approfondimento dei problemi sollevati.

Un piccolo neo da rilevare: un grande numero di errori di stampa, non dan­nosi al senso e al valore del testo, ma certo noiosi.

È da segnalare, come servizio reso a questo ricco studio, l'eccessivo numero di errori di stampa, che in una prossima tiratura potrebbero facilmente sparire.



 
 
 
 
 
 
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