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Recensione: Eduard Lohse, Etica teologica del Nuovo Testamento

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Eduard Lohse, Etica teologica del Nuovo Testamento , in Antonianum, 68/4 (1993) p. 568-569 .

In questa nostra epoca di transizione, si stanno moltiplicando significativa­mente nel campo della ricerca biblico-teologica, gli studi di etica o morale teolo­gica.

È il caso della presente monografia del vescovo luterano e professore di Nuovo Testamento all'Università tedesca di Gòttingen, Eduard Lohse. Egli si è già reso noto con precedenti opere che hanno la caratteristica di conciliare le esi­genze critiche della ricerca scientifica con l'esigenza pastorale.

Anche con questo lavoro il L. sa mettere insieme con sapienza la ricchezza della sua competenza acquisita nel campo dell'esegesi neotestamentaria, con quelle note che potrebbero caratterizzare un bel manuale catechetico o, nel senso più profondo, un'omelia di alto livello.

I cenni qua e là sparsi alla Riforma o anche la preferenza per motivi teolo­gici cari alla tradizione della Chiesa luterana, comprensibili e giustificati, non re­lativizzano affatto il grande valore didattico di questo «catechismo morale».

L'impianto dell'opera è in parte sistematico e in parte tematico. L'autore co­mincia con la descrizione dei prodromi anticotestamentari e greco-ellenistici, che fanno da contenitore e da atmosfera sussidiaria per la formulazione dei contenuti della fede neotestamentaria, incentrata però sul fondamento che è la persona del Cristo, nelle sue Parole, a lui riconducibili e contemporaneamente fatte proprie dalla Chiesa, e nel cammino da lui creato per la vita di fede del cristiano.

Dopo aver posto a fondamento dell'edificio la «testata d'angolo», il L. passa a sviluppare le conseguenze per un atteggiamento etico della concezione di Regno di Dio: una correlazione di «eschaton» e di comportamento adeguato all'oggi concreto, un andare dietro al Maestro e un realizzare la sua eredità d'amore. Pa­role alate ci regala il L. nello sviluppo dell'etica del Discorso della montagna.

La disamina continua in questa presentazione di una realtà che è in parte presente e in parte non lo è ancora. Così, si discutono, le direttive valide per la vita d'ogni giorno, come le troviamo in un certo senso in Matteo e in particolare nelle lettere di Paolo e nelle altre lettere «cattoliche». Da segnalare il tema della responsabilità della coscienza che ha il cristiano e quello del rapporto uomo-donna.

La trattazione prosegue con lo sviluppo del tema della nuova creazione per i credenti: viene affrontato il tema della giustificazione per la fede e quello della «corporeità» cristiana, da cui trae spunto il susseguente capitolo sulla «terrenità» della fede, con tutte le implicazioni temporali, etiche e politiche. Con ciò è creato un legame anche con il tema seguente circa il rapporto tra la legge e la libertà.

Un capitolo è dedicato al tema della sofferenza e, infine, un capitolo conclusivo tratteggia, a mo' di riassunto storico-teologico, niente affatto ripetitivo, le condizioni socio-culturali entro le quali si è sviluppata l'etica della comunità pro­tocristiana. Una lezione magistrale di equilibrio che mette ancora in risalto come nell'etica cristiana escatologia e norma, definitività e assunzione quotidiana della vita sulle proprie spalle, non si oppongano, ma anzi costituiscano la marca d'origi­nalità della fede.

 


 



 
 
 
 
 
 
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