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VIII Congresso Internazionale di Diritto Canonico- (Lublino 14-19 settembre 1993)

 
 
 
Foto Papez Viktor Ivan , VIII Congresso Internazionale di Diritto Canonico- (Lublino 14-19 settembre 1993), in Antonianum, 68/4 (1993) p. 594-596 .

L'Associazione Internazionale per lo studio del Diritto Canonico ha affidato l'organizzazione dell'VIII Congresso Internazionale alla Facoltà giuridica dell'Università Cattolica di Lublino, l'unica nel mondo Est-Eu­ropeo e nella quale è stato Professore di Filosofia l'attuale Sommo Pon­tefice Giovanni Paolo II.

Il tema del Congresso: «Chiesa e Stato nei sistemi giuridici contem­poranei» era più che attuale per il nostro tempo, soprattutto per i paesi dell'Europa orientale e centrale, i quali, dopo il crollo dell'impero comu­nista-socialista, cercano una nuova posizione nelle relazioni tra Chiesa e Stato. Gli Stati, a causa dei radicali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni nell'Europa dell'Est, devono affrontare e risolvere urgentemente il problema giuridico della situazione religiosa dei loro cittadini e la ridefi­nizione dell'uomo nella società contemporanea. La tematica del conve­gno, che costituiva un momento di riflessione sulla presenza della Chiesa nella società politica e sui compiti dello Stato in rapporto alla chiamata divina, sentita dai cittadini credenti, ha attirato molti studiosi di diritto proprio dai paesi est-europei (Ucraina, Russia, Bielorussia, Slovacchia, Lituania, Slovenia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca). Numerosi erano i Polacchi, non solo perché hanno organizzato il Congresso, ma anche perché la tematica era di grande interesse per loro. Il 28 luglio 1993, in­fatti, la Santa Sede e la Repubblica di Polonia hanno sottoscritto il Con­cordato, che dev'essere ancora sottoposto alla ratifica del nuovo Parla­mento polacco. Da parte di autorevoli rappresentanti della vita ecclesiale e politica di Polonia è stato spesso affermato che il concordato polacco potrebbe essere una «magna charta» per i concordati con gli altri paesi est-europei.

Nei sistemi giuridici contemporanei e veramente democratici è quasi impossibile separare completamente la Chiesa e lo Stato. «L'uomo è la via della Chiesa» afferma Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica «Redemptor Hominis». Il Romano Pontefice ha posto al centro della sua attività pastorale e della missione della Chiesa l'uomo, la sua dignità e i suoi diritti fondamentali. Se anche lo Stato è cosciente dei suoi obblighi e delle sue responsabilità di fronte all'uomo, al suo vero bene e al pro­gresso materiale e alla sua sicurezza sociale, allora la persona umana di­venta il punto di incontro e di collaborazione fra la Chiesa e lo Stato. Pur nella necessaria indipendenza ed autonomia, la Chiesa e lo Stato non possono in alcun modo contrapporsi, perché ambedue sono caratterizzati da una intrinseca vocazione alla promozione e allo sviluppo integrale dell'uomo, come essere individuale e sociale: La Chiesa nella prospettiva trascendente, lo Stato in quella terrena e storica. In una società nella quale non esiste questa mutua collaborazione e cooperazione tra la Chiesa e lo Stato per il bene dell'uomo — pur mantenendo sempre la loro autonomia nei rispettivi ambiti di competenza —, possono venirsi a creare delle difficoltà e delle tensioni, provocando anche possibili situa­zioni conflittuali tra Chiesa e Stato. Con i Concordati e le altre forme di convenzioni tra la Santa Sede e i singoli Stati, la Chiesa regola il suo rap­porto con lo Stato tutelando la sua missione specifica nella società. Un problema specifico in alcuni paesi ex-comunisti è rappresentato dal con­cetto di separazione tra Chiesa e Stato; inteso nel senso di eliminazione della Chiesa dalla vita pubblica e sociale, di oppressione e di restrizione della sua missione specifica. Spesso in questi paesi l'attività pubblica della Chiesa viene considerata ancora come «dannosa» e «pericolosa» per la società in quanto tale e per le sue strutture politiche. In certi paesi est-europei non ci si è ancora sbarazzati di questo concetto di separazione tra Chiesa e Stato, che in pratica vige ancora. La Chiesa, invero, non cerca privilegi, chiede solamente il doveroso rispetto della sua responsa­bilità specifica per il bene dell'uomo.

I lavori del Congresso offrivano una occasione importante di con­fronto delle differenti esperienze storiche ed ecclesiali nei vari paesi del­l'Europa e del mondo. Un problema particolare è rappresentato per la Chiesa dall'ordinamento giuridico statale, basato sulla dottrina del Co­rano ossia sull'Islam.

I relatori hanno trattato pressoché tutti gli aspetti delle relazioni tra Chiesa e Stato, sia lungo il corso della storia antica e moderna, come pure in quella contemporanea fino ai nostri giorni. La Chiesa di fronte agli Stati (G. Feliciani) e gli Stati di fronte alla Chiesa (R. Navarro Valli); i rapporti interconfessionali e le relazioni con lo Stato (A. von Campenhausen), la libertà religiosa e i diritti fondamentali nella società pluralistica (G. Catalano); Strumenti per il riconoscimento della libertà e dell'autonomia della Chiesa (C. Mirabelli). Un giorno è stato dedicato al tema: «Fattore religioso e trasformazione delle istituzioni politiche del­l'Est europeo (F. Pieronek) negli Stati con sistemi separatisti (J. Provost) e negli ordinamenti giuridici con la Chiesa di Stato (C. Papastatis). L'ul­timo giorno del Congresso i relatori presentarono le problematiche della libertà religiosa nel contesto dei rapporti tra Chiesa e Stato: matrimonio e famiglia (P.J. Viladrich), mezzi di informazione (L. de Fleurquin), l'o­biezione di coscienza (P. Bertolino), l'attività caritativa (B. Basdevant Gaudemet), servizio pastorale (T. Pawluk) e questioni patrimoniali e fi­nanziarie (H. Pree).

Alla tavola rotonda, presieduta dalla Presidente del Senato Polacco, Prof. A. Grzeshowiah, partecipavano fra gli altri il rappresentante del Papa: S.E. mons. Jean-Luis Tauran, Segretario della Segreteria di Stato per i rapporti con gli Stati, S.E. Mons. Francesco Colasuonno, rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa, Mons. Ivan Fue-hrer, Segretario generale delle Conferenze Episcopali della Comunità Economica Europea, prof. K. Shubiszewski - Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia.

Ogni partecipante al Congresso poteva inviare comunicazioni scritte riguardanti le problematiche dei lavori.

La nostra Facoltà di Diritto Canonico dell'Antonianum è stata rap­presentata dai Professori Stamm Heinz-Meinolf e Papez Ivan Viktor, i quali hanno inviato le proprie comunicazioni al Comitato scientifico del Congresso. Il Congresso si è concluso con la celebrazione pontificale nella Cattedrale di Lublino.

Il Congresso è stato preparato e guidato con competenza ad alto li­vello scientifico. L'Università Cattolica di Lublino svolge, oggi più che mai, il suo «storico ruolo di ponte: da una parte per propagare delle nuove idee religioso-cultuali nei territori dell'Est-Europa, e dall'altra, per fare giungere all'Occidente il messaggio e le problematiche di un mondo in rapida evoluzione» (M. Stasiak).

L'Associazione Internazionale per lo studio del Diritto Canonico ha rieletto il suo Presidente nella persona di S.E. Mons. E. Corecco, vescovo di Lugano.

 



 
 
 
 
 
 
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