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Recensione: Commissio Theologica Internationalis - Commissione Teologica Internazionale, Documenta - Documenti (1969-1985).

 
 
 
Foto Moll Helmut , Recensione: Commissio Theologica Internationalis - Commissione Teologica Internazionale, Documenta - Documenti (1969-1985). , in Antonianum, 67/1 (1992) p. 154-156 .

Durante il primo Sinodo dei Vescovi del 1967 si sono levate voci che hanno chiesto, sulla scia del Concilio Vaticano II, l'istituzione di una commissione inter­nazionale di eminenti teologi provenienti da tutto il mondo. Gli stessi Vescovi, che ricordavano il fruttuoso lavoro comune con i periti, si mobilitarono per met­tere in pratica l'idea. Si rendevano conto sempre di più che non era possibile ri­spondere alle complesse istanze del presente con le ben note risposte del passato. Paolo VI raccolse senza esitazioni questa esigenza, la fece propria senza indugio e mise a punto regolamenti provvisori in breve tempo, «ad experimentum». Già nell'ottobre del 1969 potè costituirsi per la prima volta a Roma il «Consiglio di saggi» composto di 30 membri per cominciare a studiare gli obiettivi e i metodi di questa commissione pontificia.

I frutti dei lavori della Commissione Teologica Internazionale (CTI) dal 1969 al 1985 sono riportati integralmente nel volume in questione, con l'originale in la­tino e la corrispondente traduzione italiana. L'attuale Presidente della CTI, Card. Joseph Ratzinger, afferma nella Prefazione che i 30 membri sono stati invitati ad illustrare e a discutere in piena libertà i risultati delle loro richerche (pp. 6-11). Anche per quanto riguarda la scelta dei temi, i professori si sentivano liberi da ogni pressione che sorgeva in diversi luoghi (ad es. p. 309). Circa la scelta dei temi da affrontare, essi si sono lasciati guidare dalle impellenti questioni del pre­sente, che necessitavano di una profonda elaborazione.

La CTI è un'istituzione autonoma (pp.8-9) che ha come Presidente il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La Commissione è caratterizzata da un legittimo pluralismo teologico in conformità con le esigenze dell'unità della fede e della comunione ecclesiale (pp. 10-11). Uno sguardo ai membri che si sono succeduti dal 1969 al 1985 è una prova di questa esigenza. Per quanto concerne la lingua italiana hanno collaborato in questo periodo gli studiosi S.E.Mons. Carlo Colombo, P. Cipriano Vagaggini, O.S.B., P. Raniero Cantalamessa, O.F.M.Cap., Mons. Carlo Caffarra e Mons. Giuseppe Colombo.

Precede i documenti una «Nota preliminare» (pp. 12-15) che mette in evi­denza lo stato giuridico della Commissione. L'approvazione «in forma specifica» indica che la maggioranza assoluta dei membri della Commissione ha approvato il testo prodotto così come viene formulato. D'altra parte la convalida «in forma generica» significa esclusivamente il riconoscimento delle idee fondamentali del testo, restando la responsabilità ultima agli autori che lo hanno sottoscritto.

L'elenco dei documenti emanati in seno alla Commissione Teologica Inter­nazionale fra il 1969 ed il 1985 è il seguente: le «Riflessioni su finalità e metodi della Commissione» (1969) stabiliscono le indicazioni guida; «Il sacerdozio catto­lico» (1970) fornisce importanti spunti in vista del Sinodo dei Vescovi del 1971 in­centrato sullo stesso tema; «L'unità della fede e il pluralismo teologico» (1972) tratta un tema di vasta portata mettendo in evidenza che la fede non implica l'u­niformità del sistema chiuso, ma non può condurre ad un'apertura qualsiasi. Il voluminoso scritto «L' apostolicità della Chiesa e la successione apostolica» (1973) concretizza le linee tracciate dalla Costituzione dogmatica «Lumen gen-tium» ed offre ai cristiani non cattolici una piattaforma per l'ulteriore dialogo.

È di grande importanza per il momento presente il testo «La morale cristiana e le sue norme» (1974) in cui Hans Urs von Balthasar e Heinz Schùrmann avan­zano tesi di alto livello che dovrebbero contribuire a risolvere le molteplici crisi dei principi della teologia morale. «Magistero e teologia» (1975) rielabora le di­rettive in vista di una base comune, sulla quale entrambi si fondano e su cui de­vono incontrarsi ed integrarsi. Il corposo documento su «Promozione umana e salvezza cristiana» (1976) nell'evitare un dualismo strisciante di corpo e anima, tratta maggiormente delle esigenze e delle necessità dei problemi nell'America la­tina. «La dottrina cattolica sul sacramento del matrimonio» (1977) lega la chiara critica al sacramentalismo delle religioni popolari all'interrogativo, perché negli stati industrializzati occidentali il senso dei segni sacramentali stia diminuendo in modo così allarmante. I testi del 1979 e del 1985 si occupano della cristologia, so­prattutto della preesistenza e della coscienza che Gesù aveva di se stesso e della sua missione. Il contributo «La riconciliazione e la penitenza» (1982) è al servizio del Sinodo dei Vescovi del 1983. Il documento «Dignità e diritti della persona umana» (1983) ha avuto una grande risonanza, nel contesto dell'approfondimento del tema dal punto di vista teologico. A vent'anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II si è pensato di trattare in un apposito documento alcuni punti contro­versi sull'ecclesiologia per giungere ad una soluzione dei problemi (1984).

Le appendici comprendono innanzitutto gli «Statuta ad experimentum» ap­provati da Paolo VI (pp. 596-599), e gli «Statuta forma stabili definita» promul­gati da Giovanni Paolo II (pp. 598-605). Il volume in questione è quindi dedicato ad entrambi i pontefici (p. 5). L'indice chiarisce bene il contenuto del lavoro svolto (pp. 613-638). Per quanto riguarda V aspetto formale, curato dallo spagnolo Candido Pozo, S.J. e dal francese Mons. Pierre Jarry, si può dire che l'opera è ammirevole.

La rivisitazione di tutti i documenti della CTI porta alla luce, in una retro­spettiva completa, un alto livello teologico ed una profondità di pensiero che pro­prio ai nostri giorni vuol essere all'altezza dei tempi. La ricchezza qui contenuta dimostra la serietà teologica ed il fruttuoso scambio di opinioni che aprono ad un'ulteriore rielaborazione e ad una ricezione più profonda. I membri della CTI non si sono spaventati nel porsi domande di profondità teologica che nello stesso tempo rappresentano problemi gravi dei nostri tempi. È riuscito inoltre l'intento di garantire la fermezza nell'essenziale e allo stesso tempo una grandissima apertura. I testi ivi raccolti mostrano inoltre come siano possibili l'interpretazione e l'applicazione del Concilio stesso restando fedeli alle sue direttive. Guardando al futuro, c'è da augurarsi che i membri della CTI riescano a mantenere anche in av­venire l'alto livello teologico, affinché le nuove sfide possano trovare risposte fruttuose e convincenti.

 

 


 



 
 
 
 
 
 
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