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Recensione: Alexander Sand, Das Evangelìum nach Matthaus

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Alexander Sand, Das Evangelìum nach Matthaus , in Antonianum, 64/4 (1989) p. 610-611 .

La nota collana RNT, nota in particolare al pubblico cattolico, si arricchisce con questo commentario di una nuova opera notevole. Come dice il S., egregio curatore del commento, le pur pregevoli precedenti edizioni curate magistralmente da J. Schmidt, avevano bisogno ormai di una tale radicale trasformazione, che, con questo libro, si deve par­lare di una vera e propria opera nuova.

La struttura del commentario è quella classica. Precede una intro­duzione, essenziale ma esauriente e rigorosa. In essa viene presentata innanzi tutto l'immagine fotografica del primo vangelo: le caratteristiche stilistico-formali di Matteo e i suoi intenti teologici, che presuppongono una comunità alla quale viene presentato catecheticamente il messaggio su Gesù di Nazareth: storia di Gesù che, però, è contemporaneamente storia  della  comunità.

La parte più complessa e diffìcile dell'introduzione è la seconda, riguardante la questione delle fonti. Il S. espone il problema sia stori­camente sia nell'ampio ventaglio delle proposte attuali. Nonostante an­cora oggi l'ipotesi meno debole, al riguardo del problema sinottico, ap­paia quella delle due fonti, il S. sa prendere nella dovuta considerazione le grosse difficoltà emergenti dalla stessa suddetta teoria, per cui, egli rinuncia a dare una soluzione e, di conseguenza, salta nel suo commen­tario la Literarkritik intesa come sceveramento delle fonti, anche se, nel­l'analisi letteraria delle pericopi, egli farà spesso i necessari confronti con  gli  altri  sinottici.

Nella terza parte, il S. affronta il non meno difficile problema riguar­dante l'autore, i destinatari, la lingua e l'estensione del primo vangelo. Pur presupponendo una elaborazione prematteana, si deve dire che la redazione attuale è un'opera autonoma, scritta originariamente in greco da un autore di formazione giudeo-cristiana, ma con una buona cono­scenza della cultura ellenistica. Riguardo ai destinatari, è da distinguere la comunità prematteana del probabile testo corrispondente, la quale ancora non era divisa dalla più ampia comunità giudaica, da quella del testo canonico, ormai separata dagli antichi compagni di fede e animata da un sentimento universalistico.

La quarta ed ultima parte dell'introduzione tratta, infine, la que­stione del tempo e del luogo di redazione. Si può con una certa sicu­rezza indicare in una località della Siria settentrionale il luogo in cui il vangelo ha visto la luce. Più diffìcile rimane stabilire il tempo, dato che la tradizionale seriorità (Spàtdatierung) attribuita a questa e ad altre opere neotestamentarie, viene oggi messa fortemente in discussione.

Per cui, anche qui, il S. non vuole offrire una risposta conclusiva.

Per quanto attiene alla struttura di Matteo, egli, conscio che ogni strutturazione risente delle particolari inclinazioni dello studioso, sceglie di articolare il testo in cinque parti:

  1. la venuta del Messia:   1,1-4,16;
  2. l'attività di Gesù in Galilea:  4,17-16,20;
  3. il cammino verso Gerusalemme:  16,21-20,34;
  4. il soggiorno di Gesù a Gerusalemme:   21,1-26,2;
  5. la passione-morte-resurrezione  di  Cristo e  la  missione:   26,3-28,20. Il commento delle  singole pericopi è  condotto  con  asciutto  rigore.

Esso si articola di volta in volta in tre fasi. Nella prima viene presentata la pericope sotto l'aspetto diacronico (storia delle tradizioni, delle for­me, ecc.); la seconda fase, invece, presenta un'esegesi sincronica, ver­setto per versetto; la terza fase, infine, ne sviluppa gli aspetti e le appli­cazioni pratiche (la teologia).

Una serie di indici e una buona bibliografia corredano quest'opera, che possiamo definire un  ottimo  contributo  scientifico.



 
 
 
 
 
 
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