Bonansea Bernardino ,
Recensione: Gozzo S.M., Memorie autobiografiche del P. Gabriele M. Allegra OFM, Missionario in Cina,
in
Antonianum, 61/1 (1986) p. 193-196
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Le Memorie autobiografiche, scritte dal P. Allegra negli ultimi anni della sua vita per ordine del Superiore dell'Istituto Biblico Francescano di Hong Kong, P. Antonio Ly, sono essenzialmente una storia illustrativa della versione cinese della Bibbia, anche se questa coinvolge molti dati personali e riflessioni di carattere spirituale e pastorale.
La traduzione della Bibbia in lingua cinese è stato un ideale che P. Allegra concepì fin dai primi anni di studio all'Ateneo Antonianum di Roma, quando venne a sapere che i cattolici cinesi erano tuttora privi d'una loro versione della Bibbia, mentre i Protestanti ne avevano parecchie a loro disposizione, benché queste fossero per lo più traduzioni dall'inglese e senza un adeguato commento od apparato critico.
Come ebbe a dire lo stesso P. Allegra in uno scritto precedente, una bella vita è un sogno di gioventù realizzato nell'età matura (cf. « Per un fronte cattolico in Asia », in Le vie d'Assisi, a cura di R. Zavalloni e G. Barra, Milano, Vita e Pensiero, 1961, p. 189). Questo sogno egli Io ebbe per la prima volta nel 1928, proprio in quella che era allora l'Aula Magna del Collegio di S. Antonio, in occasione del sesto centenario della morte del B. Giovanni da Monte Corvino, primo Arcivescovo di Pechino e fondatore della Chiesa e Gerarchia Ecclesiastica in Cina. Fu in quell'occasione che il P. C. Silvestri accennò al fatto che il B. Giovanni aveva tradotto in cinese (o forse in mongolo) il Salterio e i Vangeli, ma che purtroppo quell'opera così preziosa dal punto di vista evangelico era andata perduta. Quel discorso, asserisce il P. Allegra, « fu come una miccia accesa, lanciata contro una polveriera » (Memorie, p. 58). Miccia che si tramutò ben presto in una « potente scossa elettrica », tanto che egli decise che sarebbe andato in Cina precisamente per tradurre la S. Scrittura in cinese (p. 59).
Questa forma di apostolato missionario attraverso la diffusione della Parola di Dio nelle sue fonti primarie, ossia la versione completa della S. Scrittura dai testi originali, fu per il P. Allegra una decisione che prese, come egli dice, dietro ispirazione della Madonna verso cui ebbe sempre una grandissima devozione.
Se si pensa all'enorme difficoltà di tale impresa, che include una profonda conoscenza non solo della S. Scrittura e della sua interpretazione attraverso gli scritti dei Padri e degli autori più competenti in materia, ma anche una perfetta conoscenza dell'ebraico, aramaico, greco e soprattutto del cinese, una delle lingue più difficili del mondo, non si può non essere meravigliati come egli abbia potuto concepire un ideale che aveva tutte le apparenze d'un « sogno » completamente irrealizzabile. Il P. Allegra, che proprio all'inizio delle sue Memorie scrive, « dico senza vanteria e senza esagerazione che sin da giovane, anzi giovanissimo, sono stato un sognatore », sarebbe il primo ad ammettere l'impossibilità dell'esecuzione del progetto qualora si giudicassero le cose dal punto di vista puramente umano. Ma il suo « sogno » era di tutt'altra natura.
Convinto del carattere soprannaturale della sua vocazione, egli persistette nel suo proposito, anche se dopo appena alcuni mesi di studio specializzato della Scrittura e dell'ebraico, dovette, dietro richiesta dei Superiori, abbandonare ogni cosa per recarsi ad Heng Yang (Hunan) ed eventualmente assumere la direzione del seminario minore di quella diocesi. Fu proprio ad Heng Yang che il P. Allegra iniziò dopo qualche anno la sua traduzione della Bibbia nonostante i molti impegni in cui era coinvolto ed un forte esaurimento che lo costrinse a sospendere temporaneamente il suo lavoro.
Nel 1938, quando Mons. R. Palazzi, vescovo di quella città, si recò in udienza da Pio XI e gli comunicò il progetto della traduzione della Bibbia in cinese da parte d 'un suo missionario, il Papa uscì in queste frasi, che il P. Allegra trascrisse dietro una fotografia del medesimo e che rilesse poi molte volte con suo grande conforto: « Dite a questo padre che nihil impossibile est oranti, laboranti et studenti. Ditegli che avrà molto da soffrire, ma non si abbatta. Lavori con costanza. Io su questa terra non vedrò quest'opera, ma dal Cielo pregherò per lui » (pp. 96-97).
I limiti di questa recensione non mi permettono di descrivere tutte le peripezie a cui fu soggetta l'opera del P. Allegra, che, dopo un breve soggiorno in Italia per causa della sua malferma salute e le complicazioni del conflitto sino-giapponese, dovette trasferirsi a Pechino, dove nel 1945 istituì lo Studio Biblico Francescano, che a sua volta venne poi trasferito ad Hong Kong (1948). E' attraverso questo Studio — ch'egli diresse per molti anni — che nel 1954 riuscì ad ultimare la versione, con relativo commento, dell'Antico Testamento in otto volumi e quella del Nuovo Testamento in tre volumi (1961). Dopo altri cinque anni d'intenso lavoro e di una revisione critica, gli undici volumi furono poi pubblicati nel 1968 in un volume unico, che ebbe ed ha tuttora una larga diffusione tra i cattolici cinesi. Come coronamento di tutta l'opera di versione e commento della S. Scrittura, venne poi pubblicato nel 1975, ossia l'anno prima del trapasso del P. Allegra, il Dizionario Biblico cinese, dove i principali temi scritturistici vengono diffusamente trattati per una migliore comprensione della Bibbia e dei problemi in essa coinvolti. Oltre alla traduzione cinese della Bibbia per cui venne giustamente acclamato il « San Girolamo della Cina », il P. Allegra tradusse anche in italiano, con introduzione e note, il poema Li Sao (Incontro al dolore) di Chu Yuen, che fu poi pubblicato a Shanghai nel 1938, nonché Le nove elegie e le Questioni celesti dello stesso autore: opere queste molto apprezzate dagli studiosi dei classici cinesi. Il P. Allegra scrisse pure un numero considerevole di articoli, recensioni e libri (vedi lista pp. 3543) che dimostrano la sua vasta e profonda cultura scritturistica, patristica, teologica, mariana e francescana. Inoltre egli è stato il promotore e primo direttore dello Studio Sociologico di Singapore per la promulgazione del pensiero cristiano in quella zona della Diaspora Sinica, dopo essersi consultato con Don L. Sturzo e le competenti autorità dell'Ordine e della Chiesa (pp. 157-163).
E' in vista dei suddetti meriti, e specialmente della versione cinese della Bibbia, elogiata dal Card. Paolo Yu Pin come « la più grande impresa letteraria della Chiesa cattolica in Cina », che nel 1955 fu conferita al P. Allegra la laurea in Teologia « honoris causa » dal Pontificio Ateneo Antonianum, di cui era rettore l'attuale Cardinale Antonelli.
C'è da augurarsi che la lettura di quello che può essere considerato come il « testamento spirituale » d'uno dei più grandi apostoli contemporanei della Cina, possa essere per tutti, ma specialmente per i giovani, una fonte d'ispirazione per una vita dedicata completamente al servizio di Dio e dei nostri fratelli in Cristo, anche se questo servizio è di carattere prevalentemente intellettuale come quello del P. Allegra. Poiché, come egli disse giustamente, « sono le idee che muovono il mondo, e come c'è l'apostolato del ministero pastorale, c'è pure ed è necessarissimo l'apostolato della scienza» (Le vie d'Assisi, p. 206).
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