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Recensione: Guillelmi de Ockhama Opera Theotogica, ad fidem codicum manuscriptorum edita cura Instituti Franciscani Universitatis S. Bonaventurae;Vol. VII: Quaestiones in librum quartum Sententiarum (Reportatio) ediderunt Rega Wood, Gedeon Gāi OFM, Romual

 
 
 
Foto Korosak Bruno , Recensione: Guillelmi de Ockhama Opera Theotogica, ad fidem codicum manuscriptorum edita cura Instituti Franciscani Universitatis S. Bonaventurae;Vol. VII: Quaestiones in librum quartum Sententiarum (Reportatio) ediderunt Rega Wood, Gedeon Gāi OFM, Romual, in Antonianum, 60/2-3 (1985) p. 529-530 .

Con il VII e VIII volume gli eruditi editori delle opere di Guglielmo Ockham hanno portato a termine l'edizione critica dei suoi corsi di lezioni sul libro di testo di teologia medioevale, le Sentenze di Pietro Lombardo. Il volume VII contiene gli appunti dei suoi studenti delle lezioni sul IV libro delle Sentenze, rivisti da uno dei soci di Ochkam, importanti per conoscere meglio la sua teologia sacramentaria ed escatologica. Nel vo­lume Vili, invece, sono raccolte alcune annotazioni del maestro e que­stioni che hanno qualche rapporto con il corso delle lezioni precedenti.

I testi sono preceduti da esaurienti introduzioni critiche. L'introdu­zione al voi. VII contiene la descrizione dei codici e della vecchia edizione di Lione, l'indagine sulla datazione delle lezioni (tra 1317 e 1319), la di­scussione sulla loro autenticità e sugli stretti rapporti tra Ockham e Adam da Wodeham. L'introduzione all'VIII volume abbraccia le osserva­zioni critiche sulle singole questioni o trattati e sui raggruppamenti dei dubbi metodici. Quanto siano indispensabili queste introduzioni, può apparire dalla semplice lettura del testo della questione 7, « De connexione virtutum », nella quale si rimanda una diecina di volte allo stesso Ockham, esplicitamente nominato e citato: qualsiasi lettore direbbe che Ockham non può citare se stesso in questo modo, e che quindi la questione sia da attribuirsi a qualche suo seguace, buon conoscitore anche della dottrina di Giovanni Duns Scoto;  eppure l'editore, M. Rey. Joseph Wey afferma che solamente Ockham stesso poteva comporta in questo modo.

La veste tipografica è splendida, i caratteri tipografici ottimamente scelti, con l'impaginazione ben misurata, per lasciare largo spazio alle note del lettore, interessato alle speculazioni teologiche del Medioevo.



 
 
 
 
 
 
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