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Recensione: J. CHMIEL, Interpretacja Starego Testamentu w kerygmacie apostolskim o zmartwychwstaniu Jezusa. Studium hermeneutyczne

 
 
 
Foto Kowalski Aleksander , Recensione: J. CHMIEL, Interpretacja Starego Testamentu w kerygmacie apostolskim o zmartwychwstaniu Jezusa. Studium hermeneutyczne, in Antonianum, 56/2-3 (1981) p. 486-488 .

Jerzy Chmiel, professore della Facoltá Teológica di Cracovia, nel suo libro intitolato L'interpretazione dell'Antico Testamento nel kerygma apo­stólico sulla risurrezione di Gesü, compiuto nel 1975, ma pubblicato solo nel 1979, si pone due domande: « Io Quali principi ermeneutici sonó stati applicati nel kerygma apostólico sulla risurrezione di Gesü in relazione all'Antico Testamento? 2o E' stata la riflessione dei cristiani sui testi dell'Antico Testamento a condurli alia fede nella risurrezione di Gesü?».

L'A. risponde a esse, applicando un metodo che contiene fra l'altro l'ana­lisi semantica, la critica testuale e la riflessione teologica. Nel primo capi­tolo (La semantica della trasmissione dei termini della risurrezione, pp. 13-48) viene studiata secondo i metodi linguistici (anzitutto l'analisi del campo semantico) la terminologia della risurrezione nell'Antico Testamento in ebraico, nella versione dei LXX e nel Nuovo Testamento. Gli altri tre capitoli (Il kerygma pentecostale, pp. 49-98; Il kerygma taumaturgico, pp. 99-135; La semiotica del kerygma apostolico in 1 Cor 15,3b-5, pp. 136-161) presentano un'analisi approfondita di alcuni brani del Nuovo Testa­mento (At 2,14-36; 3,12-26; 4,8-12; 1 Cor 15,3b-5) che contengono le citazioni dell'Antico Testamento e sono particolarmente vicini al kerygma aposto­lico primitivo. Nella conclusione si afferma che il principio ermeneutico più importante nel kerygma apostolico sulla risurrezione di Gesù è la coscienza del compimento delle promesse messianiche. Questo principio non è basato sulla riflessione sui testi, ma sull'esperienza di un fatto con­creto. L'A. conclude: « Ogni tentativo della reinterpretazione del Fatto, vale a dire della Risurrezione, deve seguire le orme simili a quelle dell'in­terpretazione dei primi testimoni della risurrezione di Gesù» (p. 164).

Lo studio dimostra, senza cadere nelle esagerazioni della cosidetta «nuova ermeneutica», che i metodi della linguistica moderna sono validi per la teologia biblica. L'A. fa anche uso dei metodi esegetici tradizionali. Vi sono inoltre riferimenti all'ermeneutica giudaica. Una bibliografia ab­bondantissima (pp. 166-205, ca. 500 titoli), accessibile anche a chi non legge il polacco, completa il libro. L'A., laureato in teologia a Roma, cita più volte pubblicazioni italiane. Alla fine del libro il lettore straniero trova un riassunto in francese (pp. 206-213) che permette conoscere le linee prin­cipali e le conclusioni dell'opera. Inoltre bisogna sottolineare l'importanza del libro per la letteratura teologica polacca, nella quale il problema della risurrezione di Cristo era finora studiato più dai teologi dogmatici (W. Hryniewicz) e fondamentalisti (E. Kopec) che dagli esegeti.

Si possono indicare anche delle mancanze. P. 46, nota 71: la citazione dei vocabolari neoebraici si riferisce piuttosto alla nota seguente. P. 47, nota 92: l'A. cita il « Testimonium Flavianum » (Ant. 18,64) quale esempio dell'uso della forma ephànè senza discutere l'autenticità del testo e la sua probabile dipendenza dal Nuovo Testamento. P. 59: viene ripetuta l'interpretazione erronea di halamòt yahalomùn GÌ 3,1 da parte di M. Zerwick (Graec. bib. 60; Anal. phil. At 2,17) come infinitivus absolutus, mentre si tratta di un accusativo diretto (cf. P. Joùon, Gram. 125a). Trattando dei Targumim l'A. non prende in considerazione che potevano subire un influsso della polemica anticristiana (p. 68) e non sembra distinguere abbastanza chiaramente fra targum e midras (p. 146). Nella bibliografia, pur così ampia, mancano alcuni titoli, citati (in modo incompleto) nel testo. Essi sono:

K. Buchheim, Der historische Christus (p. 155).

Cyprianus, Testimoniorum libri tres adversus Iudaeos (pp. 148. 159). G. Dautzenberg, Sein Leben bewahren (p. 45). Irenaeus, Adversus Haereses (p. 130). E. Jiingel, Metapher (p. 156).

R. Lapointe, Panorama de l'herméneutique actuelle (p. 11). L. Marin, Sémiotique de la Passion (p. 134). W. Marxsen, Die Auferstehung Jesu als... Problem (p. 10). C.H. Talbert, The Myth (p. 95). Pp. 182-183:   la bibliografia non segue l'ordine alfabetico. P. 184:  A. Du-pont-Sommer, Les écrits esséniens andavano messi tra le fonti, non tra gli studi. Nell'indice degli autori (pp. 214-222) le indicazioni delle pagine sono in gran parte erroneamente spostate di una pagina indietro (lo stesso riguarda l'indice generale all'inizio del libro). Infine troviamo un certo numero di errori tipografici, per lo più di poca importanza, tranne due: Iz 19,4 invece di Iz 14,9 (p. 22) e Ant., XX, 64 invece di Ant., XVIII, 64 (p. 47, nota 92).



 
 
 
 
 
 
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