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Recensione: GUTLEMI DE OCKHAM, Opera philosophica et theologica, ad fídem codicum manuscriptorum edita: Opera philosophica, II

 
 
 
Foto Hechich Barnaba , Recensione: GUTLEMI DE OCKHAM, Opera philosophica et theologica, ad fídem codicum manuscriptorum edita: Opera philosophica, II , in Antonianum, 55/4 (1980) p. 753-755 .

II grande  disegno,   che  il   compianto   P.   Philotheus   Boehner  aveva concepito alla vigilia della seconda guerra mondiale, cioé che l'Ordine Francescano preparasse e curasse l'edizione critica delle Opere filosofiche e teologiche di Guglielmo Ockham, si va pian piano realizzando, grazie aH'infaticabile lavoro di una equipe di studiosi dell'umversitá americana di S. Bonaventura.

In questo volume vedono la luce, in edizione critica, le Esposizioni che Ockham fece al Líber praedicabilium di Porfirio, ai Praedicamenta e al De interpretatione (o Perihermenias) di Aristotele, nonché un trattatello filosófico sulla predestinazione e sulla prescienza di Dio rispetto ai futuri contingenti, intimamente connesso con quanto Ockham stesso aveva detto nel Perihermenias sulla veritá o falsitá delle proposizioni circa il futuro dei contingenti. La prima e l'ultima di queste opere erano giá state pubblicate in edizione critica, rispettivamente nel 1965 e nel 1945, Tuna da E. A. Moody e l'altra dal Boehner; ma, passati a miglior vita detti autori, i loro lavori sonó stati riveduti, corretti ed aggiornati da G. Gal e S. Brown, prima di essere inseriti in questa collezione; il testo ora edito non si discosta molto da quello precedentemente pubblicato dai due autori, ma tutto l'insieme acquista maggiore certezza, grazie ad un'accurata nuova verifica sui manoscritti. E' del Gal anche l'edizione del-l'Esposizione sui Praedicamenta, mentre il Brown e A. Gambatese hanno curato l'edizione dell'Esposizione al Perihermenias. II volume si apre con una introduzione storico-critica sulla tradizione manoscritta di queste Opere di Ockham, sulla loro autenticitá, cronología, interdipendenza, sulle loro fonti, e infine sui criteri seguiti dagli editori nella individuazione del testo autentico.

Va dato atto agli editori di aver chiaramente messo in luce l'autenticitá delle predette Esposizioni di Ockham, contro le affrettate conclusioni con­trarié, che erano state messe in circolazione da A. Maier.

Va puré ascritto a loro mérito l'aver criticamente rivisto e corretto le due opere precedentemente edite, prima di inserirle nel loro volume. Sarebbe comunque stato meglio che non solo le correzioni approvate dal Moody prima della sua scomparsa, ma anche quelle intraviste e pro-spettate dopo la sua morte fossero state direttamente eseguite nel testo, anziché indícate nelle note. L'eccessivo rispetto per il testo preparato da un amico ha forse sminuito il rispetto che si doveva al testo autentico di Ockham!

Altrettanto si potrebbe diré forse di qualche correzione che si sarebbe dovuto apportare al testo trasmesso dai codici, al fine di daré il testo autentico di Ockham.

Una serie di indici (dei manoscritti, degli autori e delle loro opere, della dottrina e genérale), nonché l'eleganza e la nitidezza dei caratteri, la loro giusta proporzione e dísposizione, l'impaginazione a largo respiro e quasi di lusso, la carta leggermente avorio e tutta una serie di accorgi-menti tecnici contribuiscono a daré pregio e stile a questa edizione, che si affianca superbamente alie giá note e monumentali edizioni francescane dei Padri di Quaracchi e dei Padri della Commissione Scotista, e che si impone all'attenzione dei dotti, invogliando alia consultazione e alio studio.



 
 
 
 
 
 
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