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Recensione: CORSARI BRUNO-RICCA PAOLO, Pietro e il papato nel dibattito ecumenico odierno

 
 
 
Foto Weijenborg Reinhold , Recensione: CORSARI BRUNO-RICCA PAOLO, Pietro e il papato nel dibattito ecumenico odierno, in Antonianum, 53/3-4 (1978) p. 625-626 .

Questo opuscolo, scritto da due professori della Facoltà Valdese di teologia in Roma come un'istruzione esegetica da impartire prima del dialogo ecumenico (p. 38) e con una dichiarazione che identifica l'ecu­menismo con il « vangelo » valdese (p. 70), smentisce il proprio titolo, per quanto esclude i fedeli cattolici dal « dibattito ecumenico odierno » sia come ancora troppo ignoranti per parteciparvi sia come non ancora convertiti al vangelo valdese.

L'esegeta Bruno Corsani studia il primato di Pietro e il ministero petrino nel N.T. (p. 5-38; note 77-85). Esaminando le tradizioni paolina, matteana, lucana e giovannea su Pietro egli tratta in modo più partico­lareggiato la seconda cioè Mt. 16,1-28 (p. 7-24; 30-34). Secondo lui questa pericopa descrive da un lato « l'alternanza di atteggiamenti positivi e negativi », che si sono trovati in Pietro, negli altri discepoli e nella comu­nità cristiana siriana degli anni 80, nella quale questo Vangelo sarebbe nato, riguardo a Gesù come Messia e Giudice Escatologico, il quale per obbedire a Dio aveva dovuto subire la morte, d'altro lato « le parole di consenso e di rimprovero da parte di Gesù » relative a questi atteggia­menti (p. 22; 30). Concludendo l'A. si domanda prima se convenga dare in questi testi uno speciale rilievo alla persona di Pietro, poi se non si debba ammettere che egli viene menzionato più degli altri discepoli, soltanto perché è rimasto assai presto il solo sopravvissuto dei Dodici, infine « se giovi al dialogo ecumenico prospettare un "servizio di Pietro" in forme ministeriali di tipo istituzionale » (p. 36-38). Sembra aspettare per tre volte una risposta affirmativa.

Più sbrigatamente Paolo Ricca risolve « il papato come problema ecumenico» (p. 39-76; 85-90). Secondo lui il papato è nella sua essenza in contrasto con il volere di Gesù e non deriva in alcun modo da San Pietro (p. 60-64). Perciò l'A. rigetta la proposta del 4 marzo 1974 dei luterani americani secondo la quale il Papa dovrebbe mantenere il suo primato in riguardo dei cattolici, mentre i luterani restando giuridicamente au­tonomi rispetto a lui, dovrebbero accettare il suo « servizio pastorale in funzione  dell'unità »   (p.   74).

Ci pare giusto che gli Autori abbiano espresso la loro posizione dom-matica in materia e la conseguente loro preoccupazione riguardo alla proposta americana, molto simile ad una espressa in questa rivista nel voi. 43, 1968, 308-312. Ma non ci sembra che abbiano apportato argomenti validi o nuovi che potessero mettere in dubbio la fede cattolica nella chiesa gerarchica e papale.



 
 
 
 
 
 
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