Carbajo-Núñez Martín ,
La leadership nella vita religiosa, (10.12.2024), (32),
in
Blog: www.cssr.news, 32-IT (2024) p. 2
.
Il Sinodo 2021-2024 riconosce che «le famiglie religiose hanno maturato sperimentate pratiche di vita sinodale» nel corso della loro storia e che, ancora oggi, molte di esse «sono un laboratorio di interculturalità». Allo stesso tempo, invita i leader della vita consacrata «a rinforzare le relazioni in modo da dare vita a uno scambio di doni a servizio della comune missione» (S23df 65).
Questo è particolarmente necessario oggi, poiché la vita consacrata si trova ad affrontare trasformazioni significative, determinate da cambiamenti socioculturali, crisi vocazionali e invecchiamento dei membri, specialmente in Occidente. In Europa, il forte calo del numero di persone consacrate ha spinto gli istituti religiosi a intraprendere un'approfondita riflessione sulla loro identità e missione[1].
3.1. I leader non devono limitarsi a conservare e amministrare
Le persone consacrate possono trovarsi di fronte allo scoraggiamento e a un senso di inevitabile declino, con il rischio di perdere il loro spirito profetico, la speranza e la creatività, e di rifugiarsi nella nostalgia del passato. Per superare queste difficoltà, è essenziale che rinnovino la loro speranza e promuovano un profondo processo di rinnovamento.
Il momento attuale della vita consacrata non è né il migliore né il peggiore della sua storia. È il nostro; quello che dobbiamo vivere e gestire, mossi dalla fede che opera nella carità e rende possibile la speranza [1].
Molti leader religiosi hanno cercato di affrontare le sfide attuali dando priorità alla conservazione delle attività tradizionali, piuttosto che all'esplorazione di approcci nuovi e innovativi. In alcuni casi, hanno adottato una visione nostalgica, tentando di far rivivere i successi del passato e, talvolta, importando vocazioni da altri continenti senza sufficiente discernimento o integrazione.
Questo approccio, spesso definito «metodo di programmazione» (García Paredes, 2017), si concentra sulla conservazione delle attività tradizionali, anche quando queste hanno perso rilevanza sociale, essendo state assorbite in molti casi dalle autorità civili.
L'attenzione è rivolta principalmente al mantenimento e al miglioramento degli stili di vita e delle routine consolidate, piuttosto che all’apertura a nuove prospettive di rinnovamento e trasformazione. Quando infine si riconosce l’insostenibilità di tali attività, la risposta tende a spostarsi verso la riconversione degli edifici in fonti di reddito, ad esempio attraverso il turismo religioso, anziché affrontare un ripensamento globale e una rivitalizzazione della missione.
Il Sinodo sulla sinodalità sottolinea la necessità di formare leader a tutti i livelli della Chiesa che siano capaci di promuovere «una cultura del discernimento ecclesiale per la missione» (S23df 86).
2. I leader religiosi devono promuovere un processo di trasformazione
Sebbene la pianificazione e la riflessione siano necessarie, la leadership religiosa deve promuovere una visione spirituale più alta. Per rimanere fedeli alla nostra vocazione, abbiamo bisogno di sogni, di visione e dell’«audacia»
Le sfide odierne richiedono una fedeltà dinamica al proprio carisma spirituale, capace si trascendere una visione puramente pragmatica o focalizzata sui numeri. La vera minaccia per la vita consacrata non risiede nel calo dei membri, ma nell’erosione degli ideali e nell’accomodarsi alla mediocrità. Esiste, infatti, una profonda differenza tra essere un «piccolo resto» nel senso biblico e essere degli avanzi senza valore.
3.2.2. Più che di un programma, i consacrati hanno bisogno di una visione, di un ideale
La vita consacrata «non è sopravvivenza, è vita nuova» (Francesco, 2019, 11). Deve quindi accogliere la novità e il cambiamento come elementi centrali, puntando al rinnovamento anziché alla mera sopravvivenza. Questo richiede una trasformazione strutturale profonda che vada oltre una semplice riorganizzazione (Miron 1998, 290). In quanto organismi viventi, gli istituti religiosi devono adattarsi continuamente alle varie influenze. La vita religiosa non può prosperare senza questo processo di trasformazione[1].
Più che di un programma, i consacrati hanno bisogno di una visione, di un ideale capace di indirizzare le loro energie e ispirarli a rimanere pienamente aperti all’opera trasformante dello Spirito Santo. Atenti sempre ai segni dei tempi, sono chiamati ad accogliere il novum della storia e a confrontarsi con le sfide che si presentano, vivendo una relazione dialettica tra tradizione e innovazione, carisma e profezia.
Conclusione
All’interno della Chiesa, il ruolo principale della leadership è quello di ispirare e motivare, mettendo in luce la bellezza dell’ideale cristiano per favorire un discepolato entusiasta di Cristo—uno scopo che supera le preoccupazioni per l’efficienza o la gestione impeccabile.
Il cambiamento culturale richiede che gli istituti religiosi si rinnovino continuamente per affrontare le sfide emergenti, superando lo scoraggiamento e l’attaccamento a routine ormai obsolete. In questo contesto in continua evoluzione, essi devono articolare costantemente il loro «perché»—il loro ideale e la loro visione di fondo — per coinvolgere pienamente tutti i membri.
La leadership e la vita fraterna rivestono un ruolo fondamentale in questo rinnovamento. Ispirati dalla fede profonda e dalla speranza che hanno animato i fondatori, i consacrati sono chiamati a riscoprire l’essenza del loro carisma e a ravvivarlo attraverso un processo di trasformazione.
Blog Alfonsiana: ("Leadership-religious-life", online); Blog cssr: Italiano (Online), English (Online); Español (Online)
[1] CONFER, 2005, n. 57 [mia traduzione].
[1] XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops, «“For a synodal Church: Communion, participation, mission.” Final document» (Oct. 26, 2024), [S23df] 65, n. 65. The following paragraphs are taken from the article: Carbajo-Núñez Martín, «Leadership in a synodal Church and in Religious Life», in Religious: Journal of Religious and Cross-cultural Studies 9/2 (2024).
Parole chiave: Leadership, Religious Life,
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