La Cina, prima ancora di essere così familiare e vicina, fu per
secoli la terra più lontana, la più remota, raggiungibile con la sola
immaginazione. Dal XIII secolo, pur parte dell’Asia estrema, cominciò a
sfuggire al fascino e ai misteri del mito, divenendo per l’Europa sempre
più delineata nella storia, nei confini e così la terra più agognata, dalle
ricchezze favolose, l’impero incantato, governato da sovrani illuminati.
I Francescani proprio dal XIII secolo furono, con l’impeto della propria
epopea missionaria in Cina, coloro che rivelarono all’Europa cristiana
anche la migliore conoscenza dell’Asia e delle civiltà asiatiche. In
quell’epoca e poi anche nei secoli successivi, i Francescani diffusero
un Cristianesimo, che, per riecheggiare le parole di Giuseppe Tucci,
era “ridivenuto missionario”, arricchendo la “nuova cultura di uno
spirito d’universale comprensione affratellante gli uomini sotto ogni
cielo” e rendendo fruttuoso quel “cattolico amor che non aveva sorriso
al mondo antico”. Il X Convegno di Greccio ne vuole per l’appunto
delineare le principali vicende, le azioni più memorabili, la persistenza
di condizioni storiche, culturali e religiose, tanto da rendere l’Asia, e la
Cina in particolare, un esempio di alterità irriducibile, rafforzato oggi
come in passato dalla diversità degli idiomi, dall’unicità delle esperienze
spirituali e dalla consapevole centralità delle proprie tradizioni.
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