Terzoni Maddalena ,
Presentazione del libro di Marco Guida, Una leggenda in cerca di autore. La Vita di santa Chiara d’Assisi. Prefazione di Jacques Dalarun (Subsidia Hagiographica, 60), Ed. Société des Bollandistes, Bruxelles 2010. Foligno, Monastero Santa Lucia, 4 dicembre,
in
Antonianum, 86/1 (2011) p. 171-174
.
Sabato 4 dicembre 2010, nell’ambito delle giornate di studio sull’Osservanza Femminile francescana, si e svolta nel Monastero di S. Lucia di Foligno (PG) la presentazione del libro di Marco Guida Una leggenda in cerca di autore. La Vita di santa Chiara d’Assisi, Ed Societe des Bollandistes, Bruxelles 2010. Organizzato dal Monastero Santa Lucia di Foligno in collaborazione con la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma, l’incontro si e inserito in questo tempo ormai prossimo alla celebrazione del centenario di fondazione dell’Ordine di Santa Chiara, che inizierà la Domenica delle Palme del 2011.
Apre la presentazione il Prof. Pietro Messa ringraziando le sorelle clarisse del Monastero di S. Lucia. La Madre Abbadessa Sr. Chiara Damiana Galimberti osc ringrazia gli enti che hanno reso possibile l’iniziativa e rivolge il suo benvenuto ai partecipanti, in particolare S. E. Mons. Giuseppe Chiaretti arcivescovo emerito di Perugia, e i rappresentanti delle autorità civili presenti. Il Prof. Pietro Messa inquadra l’iniziativa nella serie delle altre che l’hanno preceduta, ossia le giornate di studio e le presentazioni di altri volumi svoltesi negli anni scorsi. Si e sempre voluto mantenere come punto di riferimento il Monastero di S. Lucia quale centro propulsore delle iniziative. Il Prof. Messa cede poi la parola al Prof. Fortunato Iozzelli ofm, insegnante di codicologia medievale presso la scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma. Il Prof. Iozzelli e stato invitato dall’autore del libro ad effettuare un intervento di taglio filologico, in particolare sul metodo dell’intertestualità. Nel titolo del libro ricorre un termine che può dar adito ad equivoci. “Leggenda” oggi designa un racconto fantastico, di fatti non reali o alterati nel tempo. Questa accezione non era quella del Medioevo. Il termine e infatti il gerundivo di legere, e si potrebbe parafrasare cosi: “le cose che devono essere lette”. A quei tempi il termine veniva utilizzato per indicare i testi da leggere durante l’Ufficio divino, o in sala capitolare o in refettorio in ambito monastico, in occasione della festa di un santo o una santa. Legenda e il libro che tratta della vita e della morte del santo presentato. Le legende non sono scritte per narrare le vicende dei santi in ordine cronologico, ma tendono all’edificazione spirituale, presentando un modello di perfezione cristiana. Insieme ad elementi storici e presente in esse un insegnamento teologico, attraverso esempi biblici ed opere precedenti dello stesso genere. Spesso esse vengono guardate con sospetto dagli storici; pertanto, e necessario accostarvisi distinguendo, mediante un paziente lavoro di analisi, gli elementi storici dai rivestimenti letterari e teologici.
Il Prof. M. Guida ritiene che la leggenda in esame sia stata redatta da Tommaso da Celano: egli l’ha “smontata e ricostruita” utilizzando il metodo dell’intertestualità, che consiste nel ricercare la presenza di un testo anteriore. A suo parere, l’autore della leggenda ha ripreso nella stesura del testo le testimonianze del processo e la bolla di canonizzazione Clara claris praeclara, e lo ha completato tornando ad ascoltare le monache di San Damiano e aggiungendo le testimonianze dei compagni di Francesco. Ha poi selezionato la documentazione raccolta, non rimanendo indifferente, ma rielaborando il materiale ed inserendovi citazioni bibliche, degli scritti di Chiara e Francesco e topoi dell’agiografia tradizionale. Lo stile che ne risulta e elegante. Il testo di Guida presenta all’inizio una sinossi cromatica che evidenzia le parti proprie del testo e quelle riportate o modificate dalle fonti dell’agiografo. In nota le citazioni dei testi delle leggende di Francesco cui l’autore ha fatto riferimento. La sinossi fa cogliere le relazioni fra i testi presi in esame: ciò ha consentito di mettere in evidenza le dipendenze letterali della leggenda dal processo e dalla bolla di canonizzazione, le aggiunte e le modifiche apportate a tali testi, le omissioni rispetto al processo di canonizzazione. A questo proposito il relatore aggiunge di essersi accorto di riferimenti tratti dall’Ufficio ritmico di San Francesco di Giuliano da Spira non rilevati in precedenza.
Il metodo dell’intertestualità, applicato da Marco Guida, mostra che quest’opera non e da rifiutare soltanto perche appartenente a un genere che da spazio a considerazioni teologiche. L’agiografo ha lavorato con serietà basandosi sulle sue fonti, certo ritoccando il materiale per adattarlo agli scopi, ordinandolo secondo una schema prefissato ed ispirandosi ai canoni dell’agiografia. Dall’analisi emerge che i testi agiografici affondano le radici nel terreno dei fatti concreti, storia di salvezza incarnata nelle vicende umane dei santi.
P. Pietro Messa ha ringraziato il relatore sottolineando tre aspetti: l’importanza della sinossi cromatica; il fatto che alcune citazioni si possono riconoscere solo se si ritengono a memoria testi dell’ufficio liturgico – prezioso e dunque il lavoro di chi per anni ha recitato in latino l’ufficio liturgico e riesce subito a riconoscere i testi cui si fa riferimento; il processo di canonizzazione di Chiara e la prima testimonianza del martirio dei primi frati in Marocco.
La parola e poi affidata al Prof. Raimondo Michetti. Esperto in agiografia, apprezzato membro dell’Associazione Italiana Studi sul Culto e Agiografia, a lui e stato assegnato il compito di interrogare il lavoro dal punto di vista della validità storica. Egli parte da una citazione della Vita beati Francisci scritta da Tommaso dopo la canonizzazione di Francesco. In essa Tommaso presenta Chiara in modo particolare: come pietra basilare, e ne fa un grande elogio descrivendola come già santa (il brano e scritto vivente Chiara). Un elogio cosi ampio in un testo ufficiale come una legenda non e consueto. Questo passo della leggenda si conclude con una frase che dice la necessita di uno studio a parte per Chiara e le sorelle. La lettura interpretativa che gli storici hanno offerto di questo passo risulta diversa: alcuni ritengono che in questo modo Tommaso inquadra Chiara in uno stereotipo di vita monastica, altri interpretano il brano come una sottolineatura molto forte dell’importanza di Chiara. Il vero problema, secondo il relatore, e riuscire ad accostare questi testi mettendo da parte le nostre precomprensioni. Perchè il libro di Marco Guida da un importante apporto su questo tema? La limitatezza delle fonti riguardanti Chiara ci consente una maggior chiarezza di analisi rispetto alle numerose e multiformi fonti agiografiche su Francesco. Nel confronto operato dall’autore del libro presentato, manca all’appello la legenda versificata di Santa Chiara, sulla quale e in atto uno studio. Il relatore fa poi una prima considerazione: quando abbiamo a che fare con un testo agiografico che riguarda un personaggio legato a Francesco, dotato altresì di una personalità autonoma, e necessario abbandonare le nostre precomprensioni. Chiara in relazione a Francesco e stata vista in tre modalità differenti. La prima e quella classica della coppia mistica per eccellenza, immagine che non regge neanche dal punto di vista dell’età dei due personaggi coinvolti. Dalarun ci ha fornito una seconda immagine, proponendo la tesi secondo la quale la corrispondenza era a senso unico da parte di Chiara, una sorta di asimmetria in cui Chiara si sarebbe in qualche modo imprigionata. Un’altra modalità di lettura e nel saggio di Chiara Frugoni Una solitudine abitata, dove si sottolinea che Chiara e presentata sempre da uomini e mai rivelata nella sua autenticità: una straordinaria protagonista, la cui immagine viene falsata anche dalla leggenda di Tommaso che la descrive non nella sua originalità, ma come perfettamente inserita nell’agiografia tradizionale. Certo, conclude il relatore, sapere che e in gioco anche il protagonismo delle donne religiose e importante per accostare il testo della leggenda: le donne nel Medioevo potevano essere protagoniste vestendo l’abito religioso molto di più che non nella dimensione secolare. Conosciamo di fatto alcune figure di religiose, figure di spicco che provenivano da famiglie nobili. Il relatore sottolinea altresì che porsi nel presente interrogativi riguardo al passato non e arbitrario dal punto di vista storico, qualora si distinguano le risposte che nel passato sono state date alle provocazioni della realtà. Educare al rispetto dell’alterità e compito della storia. Nel volume presentato l’autore ha cercato di eliminare le precomprensioni: il testo ha il merito di possedere una sua semplicità rispetto a tutte le interpretazioni, a tutte le chiavi di lettura. Ciò ci consente di avvicinare il testo della legenda di Santa Chiara accostandoci il più possibile alla verità storica.
Il secondo merito del testo sta in un nuovo apporto dal punto di vista della storicità della vita di Chiara, poichè esso evidenzia i brani originali della leggenda, estrapolandone le notizie aggiuntive su Chiara, ad esempio l’attenzione alle conflittualità con il Pontefice. Parlarne esplicitamente nel contesto di un’agiografia non era cosa da poco. L’opera agiografica esaminata nel testo ha i suoi elementi di dinamica conflittuale nei confronti del Papa, dei frati, persino delle sorelle. Il mondo femminile rappresentato nella leggenda e un mondo di donne continuamente in contrasto con il mondo degli uomini: saraceni, familiari, frati, pontefice. La comunità femminile che ne emerge e capace di porsi in contrasto con il mondo maschile.
Quanto all’attribuzione dell’opera, l’autore aderisce alla tesi del Pennacchi che ne ascrive la paternità al Celano, adducendo alla sua tesi motivi di stile (il linguaggio e riconoscibile) e di struttura del testo (il testo ha similitudini significative con le due legende su Francesco: la lotta con i familiari, il pianto su Francesco morto, il concorso di potenti alla morte del santo).
Altri autori, come il Boccali, sostengono di non poter attribuire la leggenda al Celano con altre argomentazioni. E autorevole l’ipotesi che si trattasse di un autore vicino alla curia. Tutte le fonti che parlano di Tommaso non citano le opere che egli ha scritto e l’attribuzione del testo a lui risale al XV sec. Un altro elemento che potrebbe far leggere l’attribuzione al Celano più come una forzatura che come una realtà, e il fatto che Tommaso comincia ad essere definito “beato” nel momento in cui Francesco viene letto come un “alter Christus” e i suoi agiografi come i suoi quattro evangelisti. In ogni caso, che sia o non sia di Tommaso, quest’opera preserva tutta la sua validità.
La parola viene poi ceduta all’autore del libro, Marco Guida, che dichiara di essersi accostato a questo testo leggendolo e rileggendolo come qualcuno che non sapeva nulla di ciò che vi era narrato, perche voleva che parlasse l’agiografo ed emergesse la Chiara di quel testo che e una Chiara originale, con nuovi elementi per la comprensione della sua figura.
Le conclusioni dell’incontro sono del Prof. Pietro Messa che ringrazia i relatori, l’autore e i convenuti. Annuncia poi che il 5 novembre 2011 a Ferrara si terrà una giornata di studio su Caterina da Bologna.
|