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L’eclissi di Dio nella società contemporanea, Roma 13 maggio 2010, Giornata di studio, Facoltà di Filosofia, Pontificia Università Antonianum

 
 
 
Foto Frizzarin Monica , L’eclissi di Dio nella società contemporanea, Roma 13 maggio 2010, Giornata di studio, Facoltà di Filosofia, Pontificia Università Antonianum, in Antonianum, 86/3 (2011) p. 605-610 .

Si è svolta a Roma, presso la Pontificia Università “Antonianum”, la giornata di studio della Facoltà di Filosofia rivolta agli studenti dei tre cicli e a tutte le persone interessate, sul tema «L’eclissi di Dio nella società contemporanea».

La mattinata si e aperta con il saluto del Prof. Manuel Blanco ofm, Decano della Facoltà e moderatore dell’evento, che ha sottolineato l’importanza e l’attualità della tematica: la dimostrazione filosofica dell’esistenza di Dio. Rispetto al problema dell’esistenza di Dio esiste una smisurata varietà di interpretazioni, come ad esempio quella secondo la quale la persona umana e creatrice di se e quindi essa e Dio non possono coesistere perché incompatibili. Per questo motivo e indispensabile porsi di fronte al significato dell’uomo, del suo essere, del suo destino, trovare il posto che il divino occupa nella sua vita e ≪renderne conto≫ attraverso una risposta che percorra la via dell’ateismo oppure quella della “religazione”.

Successivamente, il Decano ha presentato i due relatori: il Prof. Dario Antiseri, che ha esposto la sua relazione sulle «Cause filosofiche dell’ateismo attuale» e il Prof. Jose Antonio Merino ofm, che ha offerto un suo contributo in merito a «La religazione dell’uomo nella filosofia francescana». «Cause filosofiche dell’ateismo attuale» - Prof. Dario Antiseri

Il Prof. Dario Antiseri ha aperto il suo intervento definendo la propria posizione di studioso e dichiarando di essere un ≪vecchio fideista pascaliano≫. Egli ha inoltre ribadito come sia fondamentale comprendere che, nell’ambito dei dibattiti su una particolare tematica, si possano verificare discussioni anche accese; tuttavia, ≪lo scontro tra idee non e un dramma ma un’opportunità≫.

Il filosofo ha esposto lo scopo della sua relazione: tracciare una panoramica delle forme contemporanee dell’ateismo, prendendo in esame una serie di pensatori e/o scuole filosofiche, dal momento che la storia della filosofia e un ≪contrasto continuo≫. Nel corpo centrale del suo discorso, egli ha rilevato il tratto comune di tale ateismo, sviluppatosi da Hegel in poi: la proibizione dello spazio del sacro e l’incompatibilità della fede con le realtà assolutizzanti dell’ateismo. In seguito il Prof. Antiseri ha passato in rassegna varie forme di ateismo che possono essere cosi sintetizzate:

Materialismo: il tutto della realtà e solo materia e movimento e la materia e indistruttibile.

Neopositivismo: la fede e solo un’illusione, un’ipotesi inutile; viene negata qualsiasi trascendenza e la fede e considerata in funzione della ragione filosofica.

Feuerbach: il compendio della realtà e la natura, pertanto Dio e una ≪costruzione dell’uomo≫.

Idealismo (Hegel): la religione e solo un momento importante nella storia dell’umanità.

Marx: la fede deve essere estirpata dall’uomo ed e necessario intraprendere una lotta contro il mondo religioso perche ≪la religione e l’oppio dei popoli≫.

Freud: la religione e una nevrosi ossessiva universale (richiamo-parallelo tra il banchetto totemico e il banchetto della comunione).

Ateismo esistenzialista: non si puo parlare di Dio (Sartre).

Strutturalismo (gli individui sono effetto della struttura): non si può sperare ≪assolutamente≫ nulla e in nulla.

Circolo di Vienna (ateismo «più raffinato»): l’unico linguaggio accettato e quello della scienza, che si basa sul ≪principio di verificazione≫. Tutto ciò che non corrisponde a tale criterio e un insieme di ≪non sensi≫; quindi tutti gli asserti non traducibili dalla scienza sono ≪non sensi≫ (p. es. gli asserti religiosi, metafisici …).

Tali idee si sono incarnate nella storia e hanno avuto un’influenza importante sul pensiero e la prassi delle varie società (come ad esempio nel caso della Riforma Gentile nella scuola italiana: studio della religione alle elementari e studio della filosofia alle superiori). Il professore si e inoltre richiamato alla critica mossa da Kierkegaard a Hegel per aver fatto del cristianesimo una cultura, ribadendo che i tempi antichi erano ≪migliori≫concludendo che le diverse teorie scientifiche non contengono nulla di assoluto e che gli errori in esse rinvenuti sono stati preziosi per il progresso e l’apertura verso nuovi orizzonti.

Il relatore, inoltre, si e chiesto se la metafisica sia possibile come scienza; secondo Wittgenstein, una teoria deve essere controllabile se e falsificabile; per Popper l’uomo razionale e mosso dal desiderio di imparare dagli errori che commette personalmente e da quelli altrui, in modo da poter ≪uscire dalla propria caverna≫.

E’ fondamentale sottolineare che l’epistemologia contemporanea ha reso l’uomo consapevole della propria condizione di ≪fallito≫. Ciò nondimeno, proprio tale fallimento consente al soggetto di proseguire la propria ricerca in modo originale, soprattutto in campo scientifico. Ne consegue che la persona umana, costruendo filosofie ≪assolute≫, si ≪presuppone Dio≫. Per Bobbio, porsi la domanda di senso e legittimo, poichè ciò aiuta a comprendere che la filosofia non salva; le grandi risposte non sono alla portata della mente, dunque l’uomo rimane un essere religioso nonostante la ≪morte di Dio≫ decretata dall’età moderna. L’esito di tutto questo grande apparato di idee-pensieri e il ≪razionalismo della contingenza≫.

Uno strumento che ha saputo equilibrare i vari aspetti della fede e della ragione e l’Enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II, dove si evidenzia come la fiducia nella ragione umana e legata ai suoi stessi limiti e solo la Croce può dare alla ragione il senso ultimo che essa ricerca. Da ciò si evince che la scienza non deve creare degli assoluti, in quanto legata alla contingenza umana, e che l’uomo non deve sostituirsi a Dio. Il Prof. Antiseri ha concluso con un racconto di Buber: un rabbino interrogando i suoi discepoli chiese: ≪Dove abita Dio?≫. Dopo aver creato un clima di stupore tra gli educandi, si rispose da solo: ≪Dio abita dove lo si lascia entrare≫; questo per sottolineare che, attualmente, esistono pensieri che ≪chiudono la porta a Dio≫.

Il decano ha poi presentato il Prof. Merino, il quale ha trattato della risposta concreta che il francescanesimo da all’ateismo di questi tempi. ≪La religazione dell’uomo nella filosofia francescana≫ - Prof. Jose Antonio Merino ofm.

Il Prof. Merino ha introdotto la sua relazione dando una definizione di eclissi: ≪evento astronomico che avviene quando un astro e temporaneamente oscurato-invisibile per l’interposizione di un altro≫. Tale definizione ha permesso al relatore di entrare nel vivo della questione: spiegare ≪l’eclissi di Dio≫. Questo evento e di tipo spirituale e culturale: la luce del Divino, paragonato al sole, e presente ma manca la comunicabilità. Secondo Ortega y Gasset, ≪Dio e il sole dell’eclissi, a volte illumina e a volte si nasconde≫.

Subito sorge una domanda: chi e ≪l’astro≫ che si interpone tra Dio e il mondo? Per dare una risposta e necessario analizzare la gamma degli ≪astri≫ che si interpongono a tale luce, impedendole di illuminare: la cultura, i pregiudizi e l’uomo. In fondo e l’uomo stesso che, con la sua arroganza, l’orgoglio e il suo senso di autosufficienza si presenta come ≪astro≫ che impedisce o promuove la luce. Si assiste ad un’eclissi epocale ed esistenziale. Per trattare tale tematica si intrecciano diversi campi-punti di osservazione: biblico, psicologico e filosofico. Da un punto di vista biblico vediamo che Dio si nasconde, rimane in silenzio (p. es. San Paolo all’aeropago) per essere  cercato e ritrovato dall’uomo; dal lato psicologico, Dio risiede nella parte più profonda e inconscia dell’uomo; rispetto alla filosofia ci domandiamo: ≪qual è il posto di Dio?≫.

La risposta e l’uomo, il posto di Dio e nell’uomo perche questo e ≪capax Dei≫ secondo la visione di Agostino e di Scoto. Questa e stata la chiave di lettura-categoria utilizzata per analizzare il modo in cui tale espressione è stata intesa da diversi pensatori-filosofi, considerati per ≪coppie≫ (il primo afferma il divino mentre il secondo propone la ≪non conferma≫ di Dio):

a. Tommaso d’Aquino: spiega Dio attraverso le cinque vie che considera alla stregua di ≪prove metafisiche≫ della Sua esistenza (per Scoto sono di tipo fisico).

a. Feuerbach: ≪Dio non esiste≫.

b. Bonaventura: ≪vogliamo≫ che Dio esista (atto desiderativo).

b. Nietzsche: ≪Dio non esiste perche non e possibile sopportare la presenza di due o più dei contemporaneamente≫ (lascia spazio al Superuomo).

c. Scoto: ≪e necessario che Dio esista≫ (necessita).

c. Sartre: ≪Dio non esiste≫ (per la fenomenologia, ogni coscienza e coscienza di qualcosa).

Dopo aver presentato i diversi atteggiamenti di alcuni filosofi sull’esistenza di Dio, il filosofo si e richiamato al pensiero di Goethe, il quale de scrive l’uomo come ≪sintesi≫ di bene e male, evidenziandone l’aspetto demoniaco. Subiri, che riprende il pensiero di Bonaventura e Scoto, parla di ≪religazione ≫: l’uomo e un problema teologale, Dio gli appartiene come elemento costitutivo dell’esistenza, dunque si deve parlare di ≪auto-trascendenza dell’esistenza≫. Il Prof. Merino ha sottolineato come tale passaggio richiami l’≪ultima solitudo≫ di Scoto, connotata dall’immedesimazione dell’uomo in sè e allo stesso tempo dall’uscita da se verso l’alterita; lo stesso passaggio e ripreso da Ortega y Gasset, che lo riferisce al francescanesimo come spiritualità vitalista e sensoriale.

Il relatore ha proposto di considerare il francescanesimo come chiave di lettura per recuperare il senso della vita ed essere ≪ponte≫ per far vivere all’uomo l’esperienza di Dio: qui si situa la figura di San Francesco. Oggi seguiamo una teologia ≪monocolore≫, che si basa su un pensiero unico contrastante con l’esperienza di vita del Santo d’Assisi: ≪essere una sfera che gira vertiginosamente verso Dio≫. Il Prof. Merino ha poi esposto a grandi linee il pensiero di alcuni francescani in merito al rapporto dell’uomo con Dio:

M. Scheler: scrive delle pagine su Dio, sottolineando la figura del Santo come rappresentante dei valori fondamentali per ogni uomo (oggi viviamo nel nichilismo, nell’assenza di valori); San Francesco, infatti, ha vissuto il proprio amore per Dio, per gli altri, per la natura.

A. di Halles: parla di ≪verificabilità≫, della ≪certitudo evidentiae≫ (certezza dell’evidenza) e della ≪certitudo adhaesionis≫ (certezza dell’adesione) rispetto alla fede in Dio.

Bonaventura: definisce Dio come ≪presenza vertiginosa≫ dentro l’uomo(Dio e quella parte nell’uomo che corre verso l’uomo), non e oscurità. Nella profondità dell’essere si manifesta la presenza di Dio, il volto di Dio, quando il soggetto guarda ad altro si ritrova insoddisfatto.

Husserl: presenta tre tipi di ≪riduzioni≫, manca quella riferita all’esperienza religiosa, che Edith Stein in un secondo momento approfondira.

Scoto: anticipa il ≪problema su Dio≫ che si sta vivendo oggi, rimandando all’esperienza umana del necessario, della possibilità dell’Essere Assoluto. Dio e in ogni uomo ciò che lo stesso uomo gli permette di essere (“capacita di Dio”). Dio e la soluzione al problematicismo dell’esistenza umana.

Il Prof. Merino ha evidenziato che, secondo il ≪Dottor Sottile≫, sarebbe l’uomo ad impedire la luminosità di Dio, ritraendosi dalle esigenze dell’Assoluto e dalla volontà; quindi l’ateismo si presenta come irriflessione sulla realtà, sulla concretezza di quest’ultima (punto fondamentale per il pensiero francescano) e non tanto sulla realtà intesa concettualmente (posizione tomista); si arriva a questo fenomeno per una mancanza di profondità del pensiero che si e adagiato-abituato ad una certa superficialità. Scoto invita a pensare la realtà come fondamento dell’esistenza; l’ateo, infatti, dimenticando la sua realtà più profonda, non ammette Dio; il divino deve essere posto almeno come possibilità o problema, e questo serve a dare ragione del motivo per cui una persona crede o meno. Il relatore ha poi proseguito parlando dell’occultamento e del silenzio di Dio: oggi non si sa più pensare a Lui. La soluzione che egli propone e quella di ≪ritornare≫ al pensiero di Scoto poiché da questi si possono ≪trarre le armi per combattere l’ateismo≫. L’uomo ha bisogno di pensare in maniera radicale e seria, avendo fiducia in se stesso e vedendo Dio come una possibile apertura alla vita.

Attualmente la persona deve passare per ≪l’eclissi di Dio≫, ≪per la notte ≫, comprendendo che ≪giorno e notte un fuoco sacro ci spinge ad uscire≫ verso Lui. La ≪prova≫ che il cristiano e chiamato a superare e quella di vivere alle ≪intemperie≫, allo ≪scoperto≫, il suo rapporto con Dio (cf. la storia di Abramo: ≪Adesso credo che tu hai parlato sul serio≫). Allora: ≪qual e l’astro o il mostro che impedisce la trasparenza del rapporto con Dio?≫. La risposta è: ≪L’uomo che vuole essere Dio e non accetta che due dei possano esistere contemporaneamente≫.

Il filosofo ha concluso ribadendo che l’uomo dipende da un ≪Altro Sole≫: Dio, che lo illumina, ed e qui che si assiste alla ≪religazione≫, al ≪dipendere ≫ e al ≪fissarsi≫ della persona al divino nella filosofia francescana. La giornata di studio si e dunque conclusa con un breve dibattito sulle due relazioni ascoltate attraverso una proficua interazione tra partecipanti e relatori.