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Recensione: Pietro Crisci. Beato confessore, compatrono di Foligno, a cura di Mario Sensi– Fortunato Frezza

 
 
 
Foto Messa Pietro , Recensione: Pietro Crisci. Beato confessore, compatrono di Foligno, a cura di Mario Sensi– Fortunato Frezza, in Antonianum, 86/4 (2011) p. 824-825 .

Dopo i Decreti per la ricognizione canonica delle reliquie insigni del beato Pietro Crisci (p. 5-9) e la Prefazione (p. 11) di Monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno, Mario Sensi presenta il suo saggio Pietro Crisci, eremita urbano, beato della chiesa di Foligno santo per la “religione civica” († 18 luglio 1323) (p. 13-24), facendo notare che la Leggenda del Beato scritta dal Frate Predicatore Giovanni Gorini fu commissionata dal Vescovo folignate Giovanni. Introdotta dalla Praefatiuncula editoris di Michele Faloci Pulignani (p. 26-45), qui proposta sia nella versione originale latina che nella traduzione italiana, e dal Sancte Sol - Santo sole (p. 48-49), ossia la preghiera del Beato Pietro che vedeva nel sole un simbolo di Gesù, viene riportata la Legenda B. Crisci de Fulgineo di Giovanni Gorini, nell’edizione critica con traduzione a cura di Fortunato Frezza (p. 50-77). Successivamente e riportata in riproduzione anastatica la Vita del Beato Pietro Cresci da Foligno di Nicolo Barnabo, pubblicata a Foligno nel 1626 (p. 79-101).

La devozione al Beato folignate e testimoniata attraverso eventi, immagini e luoghi illustrati da Fabio Bettoni nel suo testo La fiera di San Pietro da Foligno (p. 103-123); da Elvio Lunghi, il quale tratta l’Iconografia di Pietro Crisci (p. 125-156) e infine da Giordana Benazzi nello studio Un eremo in cattedrale: la cella del beato Pietro Crisci nel campanile del duomo di Foligno (p. 157-164). Il medico Francesco Mallegni illustra la Ricognizione dei resti mortali del beato Pietro Crisci. Verbali delle ricognizioni (p. 165-1171) e la Biologia e rilievi sui resti mortali del beato Pietro Crisci (p. 173-190). Il volume è stato presentato nell’ambito delle celebrazioni per il VII Centenario della morte di Angela da Foligno e illustra le fonti agiografiche, iconografiche e architettoniche relative a uno dei personaggi menzionati nel Liber angelano che ha auto un ruolo non secondario nella vicenda della Beata folignate. E anche grazie a studi come questi che quanto narrato dallo scriptor Frate A. si rivela non solo un trattato di alta spiritualità, ma una storia collocata in ben precise coordinate spazio-temporali.