> > Ruiz de Loizaga

:
Recensione: Monti di Pietā e Monti Frumentari tra Umbria e Marche

 
 
 
Foto Ruiz de Loizaga Saturnino , Recensione: Monti di Pietā e Monti Frumentari tra Umbria e Marche, in Antonianum, 82/1 (2007) p. 186-188 .

Recentemente è uscita ad opera della Cassa di Risparmio di Foligno, 2006, una pubblicazione sui Monti di Pietà e i Monti Frumentari tra Umbria e Marche.

Si tratta di 21 articoli brevi ma sostanziosi, nei quali si fa la storia e si raccontano le vicissitudini dei Monti di Pietà di queste regioni  italiane limitrofe.

E' stato scritto molto sui Monti di Pietà come creazione del genio sociale francescano. Nella fase di diffusione del fenomeno si riconferma il sostanziale apporto fornito dai predicatori dell’Osservanza francescana, coinvolti in una dinamica sociale ad ampio raggio d’azione. Ebbene, l’influenza dei Francescani fu importantissima anche sotto l’aspetto pratico: la diffusione quasi immediata e capillare dei Monti di Pietà si deve a loro. Nella sola Umbria, nei primi venticinque anni, tra il 1462 e il 1487 (anni di fondazione rispettivamente del primo Monte, quello di Perugia, e dell’ultimo del secolo XV, quello di Narni), sorsero ben sedici Monti di Pietà: Perugia (1462), Gubbio (1463), Orvieto (1463) Stroncone (1466), Cascia (1466), Terni (1467), Assisi (1468), Spoleto (1469), Trevi (1469), Spello (1469), Amelia (1470), Norcia (1470), Foligno 1463-1471), Todi (1471), Gualdo Tadino (1473), Narni (1487). Alcuni furono chiusi per poi essere rifondati, altri conobbero revisioni e riforme, ma svolsero comunque la loro attività ininterrottamente per molti secoli.

Certamente, tutti i Monti di Pietà fondati a partire dal XV secolo in diversi nazioni sembrano essere collegati, più o meno direttamente, con le corrispondenti istituzioni italiane. [Giuseppe Garrani, Il carattere bancario e l’evoluzione strutturale dei primigeni Monti di Pietà (Milano, A. Giuffrè, 1957)]. Nessuno di questi noti storici che scrivono sui Monti di Pietà però fa il minimo cenno al fatto che queste Istituzioni benefiche di prestito su pegno ebbero inizialmente origine nella Penisola Iberica [Cfr. Lopez Yepes, J., “Contribución a la Historia de los Montes de Piedad en España”, Revista Ahorro, 52 (1969) 21-29; Idem, “Las Arcas de Misericordia del Conde de Haro y las instituciones de préstamo benéfico (siglos XV-XV)”, A pobreza e a  assitência aos pobres na Península Ibérica durante a Idade Média – Actas das 1ªs Jornadas Luso-Espanholas de História Medieval. Lisboa 25-30 de setembro de 1972 (Lisboa 1973) 547-574; Ruiz de Loizaga, S., Documentación Medieval de la Diócesis de Calahorra-Logroño en el Archivo Vaticano (siglos XIV-XV) (Roma 2004) 52-57; 177-186; 240-245].

Al riguardo presentiamo però, come ipotesi di lavoro, la possibilità che si possa attribuire ai Francescani non solo l’invenzione dei Monti di Pietà e la loro introduzione in Italia, ma anche l’ispirazione dei primi Monti di Pietà in Spagna, da cui il fatto nuovo che questi Monti di Pietà spagnoli sarebbero di conseguenza più antichi di almeno una trentina d’anni rispetto a quello fondato a Perugia (1462). Ne è prova la Bolla emessa da papa Eugenio IV nel 1431, in cui sono approvate le Costituzioni di alcune Casse delle Elemosine, fondate dal Conte di Haro, in varie località facenti parte del suo territorio, nelle province di Burgos, Logroño e Palencia. Queste Casse delle Elemosine, istituzioni che pure concedevano prestiti su pegno in denaro e a scopo benefico, sono veri e propri Monti di Pietà, come successivamente potrà osservarsi. La denominazione “Monti di Pietà” (somma o monte di denaro concesso a scopo benefico e caritativo) ha origine in Italia e sembra diffondersi in Spagna così da dare nuova denominazione a istituzioni come gli Istituti benefici (= Pósitos), le Casse della Misericordia (Arcas de Misericordia) e altre istituzioni similari, a partire sicuramente dal Concilio Lateranense V (1512-1517), con la promulgazione e la diffusione della Bolla “Inter Multiplices”. Queste istituzioni, la cui fondazione risale al Conte di Haro, venivano promosse allo scopo di contrastare l’usura, e la loro struttura organica e funzionale rivela che non furono le prime, ma  ebbero dei precedenti. Un probabile elemento rivelatore dell’ispirazione francescana di tali istituzioni è rintracciabile nel fatto che il controllo di tutte queste Casse delle Elemosine era nelle mani del Guardiano della Casa di S. Maria dei Frati Minori di Briviesca (Burgos).

Tutti questi dati, a nostro avviso, rendono sicura la maggiore antichità dei Monti di Pietà di credito in denaro spagnoli rispetto a quelli italiani. Per quanto riguarda invece la concessione di prestiti in natura – come nel caso ad esempio della concessione di sementi per i campi dei contadini– il movimento di fondazione dei Monti Frumentari italiani inizia a Rieti nel 1488, come risulta dagli studi del prestigioso ricercatore italiano Garrani. Le corrispondenti istituzioni spagnole sono gli Istituti benefici (la cui prima funzione fu quella di distribuzione del pane e di approvvigionamento per il consumo) e le Casse della Misericordia. Il primo Istituto benefico è databile al 1478 e si trova a Molina, in Aragona. La prima Cassa della Misericordia è quella di Gollano, in Navarra, e fu fondata nel 1480.