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Recensione: Tripodi Anna Maria - Cebulski Wojciech, Carità intellettuale e nuova evangelizzazione. L’Inno alla Verità di Antonio Rosmini e Giovanni Paolo II

 
 
 
Foto Hernández Vidales Agustín , Recensione: Tripodi Anna Maria - Cebulski Wojciech, Carità intellettuale e nuova evangelizzazione. L’Inno alla Verità di Antonio Rosmini e Giovanni Paolo II , in Antonianum, 87/1 (2012) p. 176-181 .

Anna Maria Tripodi e Wojciech Cebulski presentano, rispettivamente, il pensiero di Antonio Rosmini e Giovanni Paolo II in merito a temi di comune interesse sia per l’acuto scrittore di Rovereto che per il Pontefice ≪venuto da lontano≫: la nuova evangelizzazione e la carità intellettuale.

L’opera ha una struttura semplice e chiara: prefazione, premessa, due parti principali corroborate da un abbondante apparato critico, indice dei nomi e indice generale. La nuova evangelizzazione, tema trasversale dell’opera, e rigorosamente delineata e ricollegata a tematiche quali la carità intellettuale, lo splendore della Verità incarnata, lo squarcio metafisico dell’identità dell’uomo, et altera, ritenute da Rosmini e Wojtyła fondamentali nell’opera evangelizzatrice della Chiesa. Inoltre, gli elementi richiamati e ricollegati alla nuova evangelizzazione appaiono necessari per fare fronte alle idee antiche e moderne, sostenute dai sofisti di turno, che minacciano la Verità dell’uomo intero.

Il comune interesse per l’uomo da parte di Rosmini e Wojtyła non e motivato dalle ideologie e non si presenta frammentato, relativista, sofista, illuminista, ma scaturisce dall’interesse per l’uomo intero, spiegato a partire dal Logos e dall’Amore. L’uomo e partecipe di un logos che lo rende personale e capace di recepire il Logos, la Verità del suo essere. Egli fa inoltre esperienza di un amore personale che lo mette in relazione con l’Amore da cui e stato pensato e voluto, e per mezzo del quale può vivere in armonia con gli altri. L’essere umano, tuttavia, è un essere complesso e non facilmente comprensibile.

Prima parte: le opere di Rosmini evidenziano chiaramente quanta strada sia stata fatta per capire se stessi e come le mete raggiunte siano, di fatto, messe in disparte nella modernità ad opera dei sofisti di turno. I nemici della Verità, per spiegare l’uomo, si richiamano a teorie diverse rispetto a quelle della tradizione, che teneva conto del Trascendente e, tra le tante, propongono una via immanentista, con la conseguenza logica di una conoscenza incompleta dell’uomo e del continuo insorgere di guerre ideologiche, nelle quali l’uomo finisce per essere preda di se stesso. Inoltre la natura umana, votata all’arbitrio delle ideologie, non e chiaramente distinta dalla natura e quindi natura umana e natura si mescolano indistintamente (p. 13) a scapito dell’identità dell’uomo. Le vie ideologiche esaltano aspetti validi della natura umana quali liberta, verità, autonomia ma tali aspetti, se fini a se stessi, degenerano in schiavitù, menzogna, autosufficienza e affermano una ≪mezza verità≫ sull’uomo. E necessario, quindi, rendersi conto della complessità della natura umana ed acquisire la consapevolezza che gli sforzi per capire l’uomo non devono deviare verso strade facili, proposte da qualsiasi ideologia, ma seguire quella via che ogni uomo porta con èe perche donatagli dalla Verità stessa. Rosmini ed il compianto Papa sottolineano questo legame ontologico con la Verità, la Verità incarnata in Cristo.

Nei nostri tempi, dunque, gli Amici della Verità ≪ricordando all’uomo chi egli è e chi è il suo Salvatore, rendono un servizio preziosissimo alla persona e all’intero universo≫ (p. 5). Rosmini e Karol Wojtyła lo ribadiscono con la stessa fermezza e chiarezza, pur in tempi e contesti diversi. La loro proposta diventa cosi un Inno alla Verità che da entrambi diviene un Inno all’Amore per l’uomo e per Dio.

Rosmini ricorda all’uomo chi egli è e propone in modo ardito e coraggioso la possibilità di riprendere la comprensione dell’uomo, il recupero della sua identità, alla luce della Verità che illumina il suo essere diverso in mezzo al resto delle cose e che illumina nel contempo il suo modo di agire. Tra Verità e Amore (p. 33), Rosmini traccia un circuito che coinvolge l’uomo direttamente e da cui il senso di limite risulta essere parte dell’identità dell’uomo. Dire di si a questa realtà, ovvero accettare le proprie limitazioni, e dire di si a se stessi, e come il primo atto della liberta (p. 16) per vivere in modo responsabile il proprio destino. Rosmini mette in guardia dal pericolo di considerarsi autosufficienti, senza alcun legame metafisico, nonostante la Verita e l’Amore dimostrino tale legame. Come punto di partenza, per capire se stesso, all’uomo ≪è sufficiente sapere e volere vedere≫ (p. 18) la sua realtà; ma riconoscere se stesso e tra le cose più difficili se non si vuole sapere e non si vuole vedere perchè, appunto, autosufficienti. Il compito della filosofia e della teologia si riassume, dice Rosmini, nel presentare la Verità sull’uomo, ricostruendo la storia che testimonia il dialogo tra ≪paganesimo, giudaismo e cristianesimo≫ (p. 27), un dialogo che più volte nella storia si e rivelato illuminante ed ha aiutato gli uomini a riscoprire la ≪pienezza di se stessi, il proprio naturale rapporto con la loro Fonte e garanzia: Dio≫ (p. 34). La carità intellettuale deve assumersi questo compito, dotandosi di una solida formazione (p. 54) che sappia riscoprire la curiositas per tutto l’essere, finito e infinito (p. 59), utilizzando ≪chiarezza di concetti, proprietà di vocaboli, dirittura di ragionamento, soavità di locuzione, insito calore≫ (p. 81). Rosmini ritiene che la Chiesa, nell’adempiere la propria missione, ≪difenda≫ l’uomo nell’odierna ≪discussione dell’identità della persona umana≫ (p. 91) ed annunci la Verità sull’uomo rivelata da Cristo; verso l’uomo, infatti, e doverosa la carità intellettuale e l’interesse della Chiesa stessa. Ne consegue che il dialogo tra fede cristiana e filosofia, come afferma Rosmini, salvo la vera filosofia ed ora s’impegna ≪a mantenere alla filosofia la dignità donatale dal Cristianesimo che la volle e la vuole maestra della Verità≫ (p. 98). Grazie alla filosofia, difatti, e possibile far fronte a due grandi sfide cui e confrontata la cattolicità: il laicismo rampante e l’indifferenza religiosa (p. 100). Soltanto se l’uomo contemporaneo fa sua la proposta del Vangelo, insegnato e vissuto dal Maestro e predicato dalla Chiesa, potrà mantenere la propria identità e ricordare al fratello chi egli e; potrà rieducarsi al gusto per la Verità, potrà riproporre l’amicizia per la Verità e contribuirà specificamente affinchè ≪il maggior numero di persone si avvii lungo il cammino della sapienza, impari cioè a coniugare al meglio scienza e azione nell’unitotalità comprensiva di pensiero e vita, razionalità e mistica, dottrina e fede, fede e opere, divenga capace di praticare la verità nella carità≫ (p. 102).

Seconda parte: Giovanni Paolo II si pone sulle stesse coordinate di pensiero e di dottrina per impostare e incoraggiare nella Chiesa l’evangelizzazione e la nuova evangelizzazione. Prendendo atto che l’uomo del III millennio ≪vive in sofferta disarmonia con se stesso, proprio perche e carente di un armonico rapporto tra la ragione e la fede≫ (p. 116), sin dall’inizio del suo pontificato il Papa proclama che soltanto il mistero di Cristo può spiegare il mistero dell’uomo (G.S. 22). L’esperienza personale del secondo conflitto mondiale suscito in Wojtyła quella passione per l’uomo che da Pontefice propose e propago lungo le vie del mondo: la Verità sull’uomo non proviene da esso stesso, ma da Dio e la Chiesa ≪ha il privilegio di custodirla≫ (p. 118). Il successore di Pietro non può allora tacere la Verità che costituisce l’uomo stesso. In accordo a ciò, uno dei capisaldi del magistero di Giovanni Paolo II e che ≪Gesù Cristo e la via principale della Chiesa. Egli stesso e la nostra via alla “casa del Padre” […] ed e anche la via a ciascun uomo≫ (p. 118). Ciò si apprende dalla fede: la Verità sull’uomo ha un Volto, e Persona, e la seconda persona della SS. Trinità (p. 120) e questa e l’unica Verità che e condizione dell’autentica liberta, congiunta all’esercizio di responsabilità.

Il Santo Padre promuove quindi una nuova evangelizzazione che proclami ≪il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il regno, il mistero di Gesù di Nazaret≫ (129). Un’evangelizzazione che si faccia camminando nella Chiesa e con la Chiesa, che riproponga all’uomo la ≪compiuta consapevolezza di se≫ (p. 131) e renda chiaro che Gesù Cristo e la via principale della nuova evangelizzazione (p. 132). Questo il compito che il Santo Padre si e dato ed ha eseguito scrupolosamente nel suo pellegrinaggio terreno, in ogni sua attività, nella Chiesa ed ovunque lo ha portato il suo ministero, senza risparmiarsi. Nell’insegnamento predicato dalla Chiesa emerge chiaramente che il Cristocentrismo e ≪l’autentica chiave ermeneutica degli studi di Giovanni Paolo II, costituisce la forza della sua fede e l’anima della sua missione evangelizzatrice≫ (p. 144), e in questa missione e di fondamentale importanza la collaborazione tra filosofia e teologia. Il Santo Padre propone il messaggio cristiano ancorato alla Croce (p. 144), sottolineando come l’uomo odierno non riesce ad accettare la propria croce e vorrebbe escluderla dalla propria vita, ma la vita e l’opera del Pontefice testimoniano che non si può ≪comprendere l’uomo fino in fondo senza il Cristo≫ (p. 156) e Cristo non si presenta mai senza la Croce, nella via verso la risurrezione.

Inoltre, Giovanni Paolo II individua quali aspetti essenziali della nuova evangelizzazione la formazione del popolo cristiano e degli agenti di evangelizzazione, affinchè si riesca a ≪rilanciare la figura dell’uomo intero≫ (p. 161). Sono questi i due aspetti principali che lo uniscono a Rosmini. Il messaggio del Papa arrivo a tutti: bambini, giovani, adulti, donne, anziani, ammalati, carcerati, a differenza di Rosmini la cui opera passo quasi sotto silenzio; ma il Pontefice stesso, come i suoi predecessori, la riabilito includendola nel suo magistero. Il Papa slavo dedico particolare attenzione alla formazione dei giovani, futuro della Chiesa, ≪sentinelle del mattino≫, come amava definirli e come provano le ormai consolidate ≪giornate della gioventù≫. Le parole del Papa polacco, proprio perche riecheggiano quelle di Cristo, ≪riscaldano il cuore≫ (p. 173) ed attirano tutti verso Cristo. Con la sua opera evangelizzatrice, il Papa riaprì la via per una comprensione del Cristianesimo, una comprensione basata sul Logos e da esso sostenuta; ≪in effetti, l’inculturazione della fede, nella misura in cui permette di portare le ragioni della propria speranza, può essere considerata la forma attuale dell’apologetica≫ (p. 181). A questo compito, ribadiamolo ancora, si dedicò particolarmente il Santo Padre, richiamandosi alle parole di San Paolo ≪guai a me se non predicassi il vangelo≫, e lasciandolo come un ≪monito imprescindibile per tutti gli Amici della Verità≫ (p. 186), per ≪i cristiani di ogni continente≫ (p. 191) e per tutti coloro che, per opera dei nemici della Verità, ≪si trovino spiazzati o si sentano intimiditi≫ (p. 199) nella loro fede.

Il magistero di Giovanni Paolo II, confermato dalla sua vita consumata per la causa di Cristo, evidenzia dunque in modo eloquente la centralità e l’audacia della Verità nell’annuncio del Vangelo: ≪Audacia della Verità e gridare la Verità, senza indebolirla, senza oscurarla, senza offenderla, senza dimezzarla, nella convinzione che e la Verità a donare essenza alla realtà esistente e a costituire il fondamento di una storia nuova ed innovante: questo egli voleva, questo egli chiedeva≫ (p. 209). Giovanni Paolo II era consapevole che ≪la cultura contemporanea ha in gran parte smarrito il legame Verità-Bene-Libertà≫ (p. 211); il Papa ed Antonio Rosmini affidano la riscoperta di tale legame alla nuova evangelizzazione coadiuvata dalla carità intellettuale.

Questa opera presenta dunque in modo accurato il pensiero di Antonio Rosmini e Giovanni Paolo II, focalizzandosi sui temi della carità intellettuale e della nuova evangelizzazione con l’arditezza del ≪filosofo dell’uomo intero≫ e del Pontefice ≪appassionato per l’uomo≫. Pur distanti nel tempo, Rosmini e Wojtyła sono uniti nello sforzo di fare chiarezza sulla Verità dell’uomo e confermano come tale Verità vada cercata al di la delle proposte ideologiche, dal momento che trascende la storia. Allo stesso tempo, la Verità che essi propongono spiega l’essere dell’uomo nella storia personale e concreta. In questo senso la loro opera, cogliendo le rispettive motivazioni storiche, tematizza e specifica le ragioni di un’urgente formazione degli agenti dell’evangelizzazione e della nuova evangelizzazione, affinchè questi possano formare il popolo cristiano e perchè i credenti, ciascuno nel proprio ambito, sappiano dare ragione della propria speranza. La nuova evangelizzazione, in fin dei conti, deve vincere le conseguenze dell’anticattolicità e del relativismo che spesso portano l’uomo a non voler sapere più niente ne di sè, ne del mondo, ne di Dio – dice Rosmini – e lo conducono all’indifferenza totale, ribadisce Giovanni Paolo II. Quest’opera, infine, fotografa la situazione che si e venuta a creare allontanando Dio dalla quotidianità ed incoraggia i credenti ad adoperarsi per ritrovare la Verità su se stessi e per riportare Dio al centro della loro vita.