Fiorentino Francesco ,
Libri nostri: Gregorio da Rimini. Contingenza, futuro e scienza nel pensiero tardo-medievale,
in
Antonianum, 80/2 (2005) p. 396-397
.
Con questo libro Francesco Fiorentino intende esaminare in modo approfondito, accurato ed analitico le posizioni specifiche di Gregorio da Rimini (ca 1300-1358) in merito al plesso tematico della contingenza degli eventi futuri e della scienza che Dio acquisisce in relazione a tali eventi. Queste posizioni in quanto testo del presente studio, sono perfettamente inserite nell’ambito del contesto del pensiero tardo-medievale, grazie al debito impiego della consolidata metodologia storico-dottrinale e teoretico-ermeneutica.
I cinque capitoli da cui questo lavoro è composto, si suddividono in due parti: la prima, comprendente i primi due capitoli, inerisce al tema dei futuri contingenti, mentre la seconda parte, che include gli altri tre, attiene alla scienza ed alla potenza di Dio. Entrambe le parti iniziano con un capitolo che condensa gli strumenti teoretici ed il retroterra storico-dottrinale, propedeutici per l’indagine che è svolta nell’uno o nei due capitoli seguenti sulle posizioni specifiche di Gregorio da Rimini.
Nella prima parte, dopo aver esaminato l’enunciazione, il principio di mutua conseguenza, le regole di verità delle enunciazioni e le interpretazioni che Gregorio opera rispetto alle opinioni specifiche di Aristotele e di Pietro Aureolo, sullo sfondo nominalistico s’indagano le otto conclusioni, con le quali Rimini regola i valori logici delle proposizioni contingenti ad utrumlibet. Nella seconda parte, dopo aver analizzato il complesso significabile, il significato totale dell’enunciazione, la scienza divina e le interpretazioni che Gregorio applica ai pareri specifici di Tommaso d’Aquino, di Egidio Romano, di Enrico di Gand, di Duns Scoto e di Pietro Aureolo, in base al retroterra patristico, monastico, scolastico e nominalistico, s’illustra il trattamento rimigino dell’onniscenza e dell’onnipotenza divina.
Secondo il Dottore Autentico, quand’è vera, la proposizione può essere falsa e, quand’essa è falsa, può essere vera; ma se è stata falsa, è stata sempre falsa e mai vera dall’eternità. Il valore logico della proposizione solo apparentemente sembra regolato da un fattore statistico-temporale, in realtà essa dipende dalla stessa definizione di contingente, profondamente regolata dalla stessa struttura ontologica. La verità, prima che statistica, è essenziale alla proposizione secondo la proprietà modale della cosa che tale proposizione enuncia. L’intima struttura dell’essere, manifestata dalle sue proprietà modali, investe ogni conoscitore sia naturale sia sovrannaturale, che si serva della nozione di verità.
Ciò posto, da un lato, la futurizione del peccare di Pietro od il fatto che Pietro peccherà, insieme con l’immensità del giudizio divino, è concausa della prescienza con cui Dio dall’eternità ha saputo che Pietro peccherà,
Dall’altro, la necessità del passato vale per chi vive dopo tale passato, non per chi è dall’eternità e nell’eternità. Sebbene Adamo sia passato rispetto a me, che vivo nel tempo, egli non lo è rispetto a Dio, la cui essenza è misurata dall’eternità intensiva. Di conseguenza, dall’eternità, Dio può produrre o non produrre allo stesso modo contingentemente sia Adamo in quanto passato sia l’Anticristo in quanto futuro. In senso diviso, Egli può far sì che, come il futuro non sia futuro, così il passato non sia passato. Prima che Adamo sia, Dio può far sì che Adamo sia o che Adamo non sia. Ma, per la definizione di contingente, Egli non può far sì che Adamo sia-e-non-sia.
Da un lato le volontà create con la loro libertà utrumlibetale introducono la contingenza nel mondo, e di conseguenza nella scienza di Dio, che conosce il mondo, da Lui creato; Egli, in quanto intelligente, viene in qualche modo a dipendere da tali volontà, non onnipotenti ed inimpedibili diversamente dal Creatore. Dall’altro, Dio stesso in quanto volente assolutamente onnipotente ed inimpedibile, con la sua suprema efficienza, apre il mondo alla contingenza utrumlibetale, scontrandosi in una mera lotta tra giganti solo contro il principio logico di non-contraddizione. La contingenza del mondo sembra derivare sia dal basso, dalla creatura, che dall’alto, dal Creatore.
Ammessa l’utrumlibetalità modale ed epistemica in riferimento alla binarietà ontica ed alla bivalenza logica, orientata in senso intimistico con l’introduzione del complesso significabile e del significato totale dell’enunciazione a dispetto dell’isomorfismo aristotelico, due identico-diverse contingenze si stagliano e s’incontrano nel creato, in modo tale da determinare unitariamente l’intero corso della misura della durata temporale e della storia della natura, dell’essere umano e di Dio, con interessanti ed originali esiti speculativi.
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