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Recensione: PRIAMO ETZI, Iuridica franciscana. Percorsi monografici di storia della legislazione dei tre Ordini francescani

 
 
 
Foto Messa Pietro , Recensione: PRIAMO ETZI, Iuridica franciscana. Percorsi monografici di storia della legislazione dei tre Ordini francescani , in Antonianum, 80/4 (2005) p. 744-746 .

A partire dalla Premessa (pp.7-9), Priamo Etzi afferma come suo intento sia ripercorrere l'imponente letteratura francescana «da un'angolatura particolare: quella giuridica» (p.7), rinunciando, però, «a una rischiosa, e fors'anche utopistica, opera di sintesi complessiva» (p.8) e procedendo, piuttosto, «nell'ambito di "aree tematiche" di carattere generale, corrispondenti in definitiva ai tre Ordini francescani» (p.8). Di conseguenza, il volume viene strutturato in "aree tematiche" composte ciascuna da diversi "percorsi monografici".

 Nel primo percorso monografico, San Francesco "fondatore" e la trilogia francescana (pp.13-21), l'A. affronta la spinosa questione riguardante la fondazione dell’ordine da parte di Francesco, iniziando con un'affermazione lapidaria  – successivamente illustrata mediante citazioni di varie testimonianze – secondo la quale «che san Francesco sia l'ordinatore dei tre Ordini francescani, è ampiamente documentato dalle fonti francescane» (p.13) Il secondo percorso monografico, San Francesco e l'Ordine dei frati minori (pp.22-35,) ripercorre le varie fasi mediante le quali si è giunti all'approvazione della Regola nel 1223, evidenziando che «la volontà di predicare la conversione al vangelo [...] costituisce la nota qualificativa dell'Ordine dei Frati minori» (p.31), essendo stato quest’ultimo approvato «come una "fraternità" apostolica» (p.32) i cui «religiosi sacerdoti vengono ordinati [...] in servitium Ecclesiae universae» (p.35). Il terzo percorso monografico, La Regola bollata, le costituzioni generali e le dichiarazioni pontificie fino al 1300 (pp. 36-74), ricostruisce il processo in base al quale, a partire dal momento in cui la Regola viene confermata definitivamente, «al presentarsi di nuove contingenze concrete, per superare i vuoti legislativi si ricorre a nuove vie» (p. 47), vale a dire costituzioni, statuti, definizioni. A questa operazione legislativa – affiancata dall'altrettanto importante azione agiografica, come nel caso del generalato di Bonaventura da Bagnoregio – si devono aggiungere le esposizioni della Regola compilate da vari Minori e le dichiarazioni pontificie sulla medesima, che «sono sempre state richieste dal loro destinatario cioè l'Ordine dei Frati Minori, o dai suoi avversari» (p. 66). Tali dichiarazioni pontificie «nel corso dei secoli, diventarono praticamente l'unico, benché spesso discusso e contraddetto, criterio d'osservanza di essa» (p. 67). Il percorso monografico quarto, La questione dell'obbligatorietà "sub gravi" della Regola dei Frati Minori (pp. 75-128), illustra la questione dei «ventiquattro precetti sub gravi elencati tassativamente da papa Clemente V nella dichiarazione "Exivi de paradiso" [che] si trascinò fino al concilio Vaticano II» (p. 75). Volendo risolvere una diatriba sviluppatasi attorno alla questione dell’obbligatorietà del Testamento di san Francesco, una prima posizione riguardo a ciò è rinvenibile  nella Quo elongati di Gregorio IX. Il percorso monografico quinto affronta La grande svolta istituzionale dell'Ordine dei frati minori (pp. 129-139); in Conventualismo e osservanza ovvero l'impossibile unità (1318-1517) (pp.140-156) si passa, analizzandone i vari passaggi, dalla controversia sulla povertà sotto Giovanni XXII, fino alla nascita dei Cappuccini. Il percorso monografico settimo, Il governo dell'Ordine dei frati minori fino al 1517 (pp. 157-166) analizza le diverse realtà istituzionali, mentre il successivo, Differenziazione nel governo del primo ordine dopo il 1517 (pp. 167-179), mette a disposizione due interessanti allegati che mostrano l'evolversi dell'Ordine minoritico e delle costituzioni generali.

La seconda area di ricerca riguarda Il secondo ordine francescano in cui nel percorso monografico Chiara d'Assisi e la legislazione clariana (pp. 187-209), l’A. affronta la questione del passaggio, certamente non facile e scontato, dalla religio pauperum dominarum de valle Spoleti sive Tuscia, all'Ordo Sancti Damiani, all'Ordo sanctae Clarae. Nel percorso monografico decimo, La regola dell'Ordine di santa Chiara di papa Urbano IV (1263) (pp. 210-219) Etzi mostra come il passaggio alla nuova regola non fu risolto una volta per tutte,  ma rimase sempre una tensione che porterà nel XX secolo molte comunità a riprendere la regola stessa di Chiara. Il percorso monografico undicesimo, Le riforme clariane e le nuove fondazioni del secondo ordine (pp. 220-232) presenta, necessariamente solo per brevi cenni, ciò che avvenne in diversi secoli nell'intreccio tra idealità, spiritualità e codificazioni istituzionali.

La terza area, I penitenti di area francescana e la questione del terz'Ordine secolare di san Francesco, da un primo percorso dedicato a I penitenti "prefrancescani" tra XII e XIII secolo (pp. 233-259), passa con Francesco d'Assisi e i penitenti: "le nuove leggi della penitenza" (pp. 260-280) alla ricostruzione del dibattito storiografico su san Francesco e il Terz'Ordine per concludere sottolineando come il Santo si interessò al problema dei laici, suggerendo loro una vita penitenziale. Il quattordicesimo percorso monografico è dedicato a Penitenti e frati francescani nelle regole del Terz'Ordine secolare (pp. 281-311) nel quale, iniziando dalla Supra montem del 1289 l’A. giunge all’analisi della Misericors Dei filius del 1883.  

La quarta ed ultima area tematica è dedicata a Il terz'Ordine regolare di san Francesco il cui unico percorso monografico è rivolto alle Testimonianze storiche più antiche su terziari viventi in comune (pp.315-333), con riferimento agli studi esistenti in materia, soprattutto a quelli di Temperini e Pazzelli, che non sempre soddisfano le attuali esigenze di critica storica delle fonti.

L'ampia bibliografia finale (pp. 337-362) è espressione della vastità dell'argomento trattato; tuttavia, un indice dei nomi finali avrebbe certamente reso più facilmente fruibile il presente studio.

Compaiono alcune intuizioni e sottolineature molto importanti, come ad esempio l'affermazione secondo la quale l'assolutismo di frate Elia «si fondava sulla stessa legislazione della Regola» e che l'insorgenza contro di esso «avrà sempre grande peso nelle successive vicissitudini dell'Ordine» (p. 112). Significativa è anche la sottile distinzione tra realtà storica e rilettura successiva individuata dall’A. che lo conduce giustamente ad affermare che Chiara si sentì «in dovere di difendere un progetto che certamente è suo, ma anche di Francesco, o che almeno ritiene tale». (p. 206).

Alcune sviste (come a p. 48 dove si afferma che nel 1239 al capitolo di Roma fu eletto frate Aymo Anglicus, mentre in realtà fu eletto Alberto da Pisa) non inficiano la ricchezza di informazioni trasmesse. Non meraviglia che il libro sia stato scritto con passione visto che l'A. è coinvolto esistenzialmente nella vicenda francescana per una scelta di vita; così si comprende, ad esempio, la difesa pronunciata riguardo agli Spirituali, movimento messo in continuità con i «più antichi fedelissimi compagni di san Francesco che non possono essere assolutamente accusati di integralismo fanatico» (p. 91).

L'augurio è che Etzi continui ad approfondire i suoi studi, anche perché alcune affermazioni, sintetiche per ovvi motivi, necessitano di ulteriori analisi, come ad esempio quella secondo cui «non sembra avere nessun solido fondamento, almeno da un punto di vista giuridico» (p. 109) il fatto che la Regola del 1223 sia frutto di un compromesso tra Francesco, il cardinal Ugolino e i ministri provinciali. Lo stesso avviene nel caso dell’ipotesi secondo cui «probabilmente il primo a rifiutare ufficialmente la collaborazione del primo Ordine con questi gruppi di Penitenti fu frate Elia» (p. 283) o quella per la quale le mulieres poenitentes di cui parla Giacomo da Vitry nel 1216 sarebbero terziarie francescane (cfr. p.316).