Nobile Marco ,
Recensione: Burridge Richard A., Che cosa sono i vangeli? Studio comparativo con la biografia greco-romana,
in
Antonianum, 87/3 (2012) p. 613-614
.
Il volume si presenta come un sostanzioso aggiornamento di una tesi dottorale elaborata dall’autore tra il 1983 e il 1989. L’argomentazione da egli sostenuta aveva come centro d’interesse il recupero del riconoscimento dei quattro vangeli come genere del tipo delle “biografie”, più precisamente dei βίοι in uso nella letteratura greco-romana. La tesi si poneva nel cuore di un acceso dibattito tra i post-bulmanniani, per i quali i vangeli non sono biografie di Gesù, bensì tradizioni delle comunità primitive compilate in uno scritto d’insieme, e iminoritari difensori del carattere biografico degli stessi vangeli. Si deve dire che B. ha saputo presentare con abilità il suo punto di vista e difenderlo con solidità di argomentazioni, anche se talora la strutturazione del suo studio, pur ineccepibile, lascia scorgere la ripetitività propria di una tesi dottorale nella quale, prima ancora che l’autore dia inizio alla propria analisi, si sa già dove andrà a parare. La presente edizione ripropone lo stesso studio con qualche ritocco e soprattutto con qualche doverosa aggiunta (il c. 11), dove B. tiene conto della gran mole di recensioni e dibattiti da lui suscitati nel mondo di lingua inglese, perlopiù a favore della sua tesi e solo qualche volta critici (A.Y. Collins, M. Edwards).
Due sono sostanzialmente i riferimenti d’indagine, in forza dei quali il B. vuole difendere la tesi del Vangelo come βίος: il contributo delle teoria letteraria ed il parallelismo con le biografie in uso nel mondo ellenistico ed in quello romano. La teoria letteraria è necessaria per non ridurre il parallelismo difeso dall’autore ad una semplice giustapposizione di opere o anche ad una mera descrizione superficiale delle modalità di uno scritto, come si usa fare alla luce di un concetto discutibile di genere letterario. Ed in questa prima parte dello studio del B. egli sa svolgere indubitabilmente la sua tesi con appropriatezza e con fare convincente. Nella trattazione teorica di questa prima parte rientra altresì una presentazione del genere delle biografie greco-romane. Nella seconda parte del libro, l’autore offre in modo analitico la soluzione al problema da lui dibattuto. B. propone alcuni esempi selezionati (in un primo momento l’Evagora di Isocrate, l’Agesilao di Senofonte, l’Euripide di Satiro, l’Attico di Cornelio Nepote e il Mose di Filone) per poi stilare un elenco di criteri in base ai quali si può decidere se i vangeli siano o meno una biografia di Gesù: caratteristiche di apertura (titoli, prologo o formule di inizio); soggetto dei verbi (di chi/che cosa si parla, che cosa attira attorno a sé la narrazione); caratteristiche esterne (modalità di rappresentazione, struttura, unità letterarie, uso delle fonti); caratteristiche interne (ambientazione, temi, stile, atmosfera, qualità della caratterizzazione, ambiente sociale ed occasione) intenzione e scopo dell’autore.
Tra questi due ultimi criteri, non risulta del tutto chiara la differenza tra alcune caratteristiche esterne ed interne. Dopo aver addotto ulteriori esempi dalla letteratura classica, l’autore applica i suddetti criteri a ciascuno dei quattro vangeli per dimostrare che essi sono una biografia di Gesù, naturalmente secondo la complessa mappa delle modalità dei βίοι greco-romani, i quali potevano essere racconti popolari oppure opere con intenti didattici o scritti polemici o filosofici.
Il risultato dell’indagine è sostanzialmente positivo e la tesi del B., così com’è stata sviluppata, è pienamente difendibile, al di là di alcune osservazioni critiche che l’autore affronta, come già detto, nel c. 11. Due appendici coronano questo lavoro d’indubbio valore euristico: 1) analisi dei soggetti dei verbi (il B. si è servito nel suo studio di un valido supporto informatico); 2) genere del Vangelo, controversia cristologica (un interessante punto difeso dal B. è la questione cristologica al centro dell’interesse del Vangelo, al di là degli interessi relativi allo sfondo socio-culturale) ed assenza della biografia rabbinica.
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