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Recensione: James D.G. Dunn, Gli albori del cristianesimo. 1. La memoria di Gesù. 1. Fede e Gesù storico; James D.G. Dunn, Gli albori del cristianesimo. 1. La memoria di Gesù. 2. La missione di Gesù

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: James D.G. Dunn, Gli albori del cristianesimo. 1. La memoria di Gesù. 1. Fede e Gesù storico; James D.G. Dunn, Gli albori del cristianesimo. 1. La memoria di Gesù. 2. La missione di Gesù, in Antonianum, 85/2 (2010) p. 315-318 .

I due volumi che presentiamo costituiscono due dei tre tomi di cui si compone quello che nell’edizione inglese e il primo volume dell’opera monumentale del noto studioso J. D. G. Dunn Christianity in the Making (Eerdmans, Grand Rapids-MI 2003), che prevede anche un secondo volume.

Come dice l’autore nella prefazione, mentre il primo volume cerca di ricostruire quelle tradizioni che risalgono a Gesu, o piu precisamente, “gli effetti iniziali avuti dall’insegnamento e dall’attivita di Gesu” (p. 13), il secondo volume si occupera delle “questioni riguardanti la funzione delle singole tradizioni in ciascun vangelo” (ivi). Al momento, noi abbiamo qui solo i due terzi del primo volume (il terzo tomo è stato intanto pubblicato nel 2007). La traduzione in italiano del titolo originale sopra citato, non coincide nel significato con l’inglese, che offre un contenuto semantico più dinamico della trattazione delle origini del cristianesimo. Al titolo seguono due sottotitoli: il primo vale per entrambi i tomi, “La memoria di Gesù”, il secondo sottotitolo invece e “Fede e Gesù storico” per il primo tomo e “La missione di Gesù” per il secondo tomo. L’operazione letteraria del Dunn è notevole, non solo per la mole dello studio, bensi anche per l’ampiezza e la profondità delle questioni affrontate, tutte volte a rintracciare e a descrivere le radici del cristianesimo a partire dalla matrice giudaica. L’articolazione tematica dei due tomi è la seguente. Nel primo tomo vi sono due parti; la prima parte imposta la problematica circa il rapporto tra la fede e il Gesù storico. A nostro parere e la parte migliore per la vastita e l’acutezza dello sguardo e per quello che promette e vorrebbe ripromettersi dalla trattazione seguente. In queste pagine si viene informati sullo status quaestionis relativo al dibattito acceso in passato e riacceso al presente, se mai si e attenuato, sul rapporto tra il Gesu storico e la fede. Ritroviamo i nomi di Baur, Schweitzer, Dodd, Bultmann, fino all’attuale cosiddetta “third quest”, la quale ripropone lo studio del contesto sociale e storico nel quale Gesù è vissuto, sottolinenadone la essenziale componente giudaica: Gesu era un ebreo del I sec. Assodato che il Gesu storico puo essere ritrovato essenzialmente nei vangeli sinottici cosi come la chiesa primitiva ne ha conservato la memoria, nella seconda parte l’autore si confronta con la spinosa questione sinottica e sulla duplice fonte di Matteo e Luca (Marco e la fonte Q), offrendo una sua soluzione che taglia il nodo gordiano del dibattito tenuto fermo al puro piano letterario (anche nel modo di concepire le previe tradizioni orali). Dunn pensa che per raggiungere Gesù, o meglio le impressioni che i discorsi e i fatti di Gesù hanno provocato, bisogna staccarsi dalla superficie dell’opera scritta e indagare nel mare delle tradizioni orali, le quali non hanno un prima e un dopo facilmente distinguibili come in uno scritto, ma costituiscono l’eco pluricolorato che riporta alle labbra originarie, perlomeno a quello che è stato sentito e visto direttamente dai testimoni di Gesù.

Nel secondo tomo si hanno la terza e la quarta parte dell’opera. Dopo che l’autore ha acquisito in precedenza il principio ermeneutico e metodologico della tradizione orale, nella due parti che seguono indaga quell’area storica che prioritariamente puo portarci al Gesu della storia, naturalmente sempre così com’è stato percepito dai contemporanei: la sua missione (i vangeli dell’infanzia sono gia un’elaborazione teologica posteriore). Di conseguenza, vengono dibattuti tre argomenti: il battesimo di Giovanni, la predicazione del regno di Dio come specifico di Gesù, il suo uditorio e il discepolato. I risultati delle indagini sono parsimoniosi ed equilibrati. Gesù viene inserito nel solco del suo tempo; egli ha sentito, in contemporaneita con l’episodio del suo battesimo, l’investitura per la sua missione, la quale avrebbe avuto come destinatario solo il popolo d’Israele. Gesù avrebbe certo sentito di poter disporre di una certa autorevolezza che gli derivava dalla sua predicazione, ma non si sarebbe mai attribuito titoli teologici o messianici di sorta, come ad esempio quello di “figlio dell’uomo” in senso teologico-apocalittico. Da non sottovalutare l’attivita prepasquale di Gesù, che e consistita anche nel crearsi un gruppo ristretto di discepoli ai quali insegnare verita piu profonde, mentre a un piu vasto uditorio era elargito un insegnamento altrettanto importante e innovativo, ma in forma di parabole.

Il terzo tomo, qui non disponibile, tratta la quinta ed ultima parte del primo volume, quella riguardante l’acme della missione di Gesù, cioè la sua passione, morte e resurrezione.

Che dire di questa opera colossale? Si possono dare solo dei giudizi generali, perchè gli argomenti particolari che meriterebbero un dibattito sono… legione! Lo studio del Dunn e, dal punto di vista della completezza e del padroneggiamento della materia, magistrale, anche se bisogna registrare talvolta una certa prolissita discorsiva e una ripetitivita, dovute all’origine del materiale di cui egli si è servito, cioè i suoi corsi accademici e i contributi vari sui diversi temi. Riguardo ai contenuti, esprimiamo solo qualche timida osservazione. Il Dunn mostra di conoscere molto bene la letteratura relativa all’epoca di Gesù, sia per quanto riguarda le fonti, bibliche e non, sia gli studi corrispondenti. E tuttavia, ci sembra che egli sottovaluti troppo il contesto storico ideologico e sociale, nonostante la sua passione per “la tradizione orale”, e s’incarti nella pura discettazione all’interno della tradizione sinottica, distillandone in modo asettico e astratto i risultati ottenuti talora con mere ipotesi di buon senso che non si fa fatica ad accettare, ma che porrebbero delle domande spinose qualora fossero confrontate con la problematica della sindrome epocale apocalittica (il Dunn attenua curiosamente questa tematica fino a renderla irrilevante e ragionando come un buon studioso liberale di oggigiorno). Ferma restando l’esigenza dell’oggetto primario delle indagini, cioè il risalire al Gesù della storia, all’interno del flusso delle tradizioni orali, sarebbe forse di un qualche aiuto il situare tali tradizioni in uno spettro concreto più ampio, quello della storia politica, culturale, religiosa della cosiddetta epoca di Gesù (dal II sec. a.C. al I d.C., vedi l’opera di E. Schurer).

Quanto detto non toglie nulla alla raccomandazione di quest’opera come un ottimo strumento d’introduzione alla problematica che essa si è proposta.