Muzzi Sara ,
Il IX incontro del Centro Italiano di Lullismo (E. W. Platzeck.),
in
Antonianum, 85/3 (2010) p. 509-512
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Venerdì 21 maggio 2010 si è tenuto, presso la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma, il IX Incontro del Centro Italiano di Lullismo (E.W. Platzeck). In tale occasione è stato presentato il volume Da Raimondo Lullo a Nicola Eimeric. Storia di una falsificazione testuale e dottrinale, a cura di S. Muzzi, Edizioni Antonianum, Roma 2010.
L’incontro si è aperto con i saluti di benvenuto di p. Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, cui sono seguiti gli interventi di mons. Sandro Corradini, Promotore Generale della Fede nella Congregazione per le Cause dei Santi, e del prof. José Antonio Merino, docente della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum.
Mons. Sandro Corradini ha individuato come “tema martellante” della Causa di canonizzazione di Raimondo Lullo il problema dell’ortodossia dottrinale degli scritti del Servo di Dio. L’inchiesta del 1600 - effettuata a Maiorca e mai giunta a Roma – ed i processi del 1700, con la Sentenza definitiva del 1749, pur rendendo disponibili numerosi atti documentali sul culto immemorabile, non sono potuti pervenire ad una Positio. Il culto antico esiste, c’è una liturgia approvata dai pontefici, c’è attenzione per la tomba ed i resti mortali di Raimondo Lullo: tutto il materiale dei processi precedenti è finito in una Positio super casu excepto del 1905, che contiene una Informatio ed un Summarium: rimane tuttavia sempre aperta la questione del processo super scriptis. Sempre nel 1905 il Postulatore del Collegio spagnolo aveva ripresentato la Causa per la conferma del culto, ottenendo per tutta risposta un Dilata, nel quale si faceva di nuovo appello alla revisione degli scritti. Oggi si è giunti a esiti che possono essere esibiti: la Congregazione dispone di due pareri forniti da teologi sull’ortodossia della dottrina lulliana.
Il fatto che il culto sia stato accettato indica che non siamo in presenza di una sbavatura teologica tale da bloccare il culto stesso. Le proposizioni condannate sono state decontestualizzate e, per quanto concerne la morte di Lullo, si può affermare che sia avvenuta in seguito alle ferite riportate in seguito alla lapidazione. Mons. Corradini propone, infine, un incontro tra quattro teologi: due della Congregazione della Dottrina della Fede e due della Congregazione per le Cause dei Santi, che possa dare tranquillità sulla correttezza e l’ortodossia dell’opera scritta lulliana.
Successivamente è intervenuto p. Francesco Antonelli, affermando che – sulla base di un suo studio – sarebbe possibile chiedere la beatificazione equipollente di Raimondo Lullo, che aprirebbe la strada alla sua canonizzazione.
L’intervento di Antonio Merino ha puntato l’attenzione sull’orizzonte in cui si dipana il pensiero lulliano, di rilevanza fondamentale per la comprensione dei suoi testi: la prospettiva francescana. Ogni sistema filosofico ha una storia interna ed una storia esterna, un linguaggio implicito ed uno esplicito che rimandano ad un orizzonte di allusività di cui non si può non tener conto. I postulati del pensiero francescano si ritrovano in Lullo: si parte dall’esperienza, si riflette su di essa per ritornarvici; la fede e la tradizione costituiscono un valido supporto. La presenza di Dio caratterizza questo orizzonte: come san Francesco, Lullo è un vitalista; il maiorchino vive la presenza di Dio come gratuità in un universo simbolico; il suo campo di intelligibilità è più affettivo che speculativo, in esso non c’è spazio per il pessimismo; il suo sapere è messo al servizio dell’azione. Chi legge gli scritti lulliani deve tenere presente un siffatto orizzonte e giungere a Raimondo Lullo attraverso tale specifico contesto. Egli fu un mistico ed un poeta, non uno scolastico; tentò dunque - con la vita ed il pensiero, l’esperienza e la riflessione – di offrire una soluzione pratica ai problemi del suo tempo. Volle fornire ragioni sui motivi per credere, mantenendosi tuttavia distante dal fideismo. Essendo un poeta, Lullo non utilizzava i concetti cari ai filosofi ma si serviva di immagini, il che lo qualifica come un metafisico dell’estetica. Tra la persona e la realtà esiste la mediazione della cultura. La sua Ars magna partiva dall’esperienza, dalla realtà che parla e Lullo sapeva ascoltare, riusciva a vedere l’imago Dei in ogni creatura. L’arte era la sua dialettica, una dialettica che parte da Dio e ritorna a Dio, diversa dalla dialettica del concetto. Per interpretare gli scritti lulliani bisogna tener conto di tutto questo: gli errori che gli si attribuiscono sono legati all’uso di un linguaggio diverso da quello di chi lo accusa.
Al termine della prima parte dell’incontro, p. Pietro Messa ha ripercorso le attività condotte dal Centro Italiano di Lullismo nell’anno 2009-2010: l’organizzazione di corsi annuali su temi inerenti Raimondo Lullo e il lullismo è proseguita grazie al corso tenuto dal prof. Perarnau all’Antonianum, dedicato ad un’Introduzione a Raimondo Lullo; da tale corso sono nati alcuni contributi che saranno pubblicati nella rivista Frate Francesco (che ormai in ogni numero dedica almeno un articolo agli studi su Lullo ed il lullismo). In Frate Francesco (2009/fasc. 2) è stato pubblicato l’articolo di Maurizio Cambi, Gli studi lulliani di Paolo Rossi. Le pubblicazioni su Lullo sono continuate con: Sara Muzzi, “Stranieri e pellegrini” sulle orme di san Francesco: l’esempio di Raimondo Lullo, in A. Czortek, A. Gaspari, E. Lucci, A. Maiarelli, S. Muzzi, V. Paglia, Come stranieri e pellegrini. I Francescani lungo l’itinerario della via del Corridoio Bizantino e della via Amerina (Viator, 10), Edizioni Porziuncola, Assisi 2010, 165-185 e Sara Muzzi, Una riforma dell’astronomia trecento anni prima di Galileo? Il concetto di dimostrazione e la riforma dell’astrologia di Raimondo Lullo, in Aquinas. Rivista Internazionale di Filosofia a cura della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense 2009 (52), 429-439.
Per quanto riguarda la traduzione di opere di Raimondo Lullo o di autori che si sono occupati di lui e del lullismo, su consiglio del prof. Perarnau sono stati raccolti gli articoli che costituiscono il volume Da Raimondo Lullo a Nicola Eimeric. Storia di una falsificazione testuale e dottrinale, pubblicato nella Collana Medioevo della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Edizioni Antonianum (Medioevo 20), con l’indicazione CIL 4.
Su invito del prof. Giulio d’Onofrio e del prof. Maurizio Cambi, Sara Muzzi ha tenuto una lezione, presso l’Università degli Studi di Salerno, su Raimondo Lullo ed il dialogo interreligioso. Il CIL ha partecipato alla Festa del Beato Ramón Llull tenutasi il 27 Novembre 2009 presso la Basilica dei SS. Cosma e Damiano in Roma.
Il CIL, inoltre, è stato presente domenica 29 novembre all’inaugurazione della mostra Magna longeque admirabilia: Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX, voluta da mons. Rino Fisichella, Rettore Magnifico PUL, quale contributo dell’Università Lateranense nell’ambito degli eventi collegati all’anno dell’Astronomia e, significativamente, in coincidenza con l’apertura del Congresso Internazionale. La curatrice scientifica è stata la professoressa Flavia Marcacci, membro del CIL, che ha dato il giusto rilievo anche ai contributi lulliani. Con la Biblioteca del Convento di San Francesco del Monte - Monteripido di Perugia, tenutasi il 24 Aprile 2010, il Centro ha organizzato l’incontro Il beato Egidio e Raimondo Lullo. Due francescani itineranti a confronto, con gli interventi di Pietro Messa e Sara Muzzi.
La parola è poi passata al prof. Josep Perarnau, il quale ha sintetizzato la vicenda lulliana come “l’avventura di un povero cristiano” di siloniana memoria. Lullo ha speso la sua vita per la conversione degli infedeli che non hanno scoperto il senso religioso della Bibbia e della religione cristiana. La sua strada può essere l’intelligenza umana: l’Ars è uno strumento che può donare intelligenza, ma la conversione può avvenire solo per grazia di Dio.
Se Dio vuole, le formule dimostrative lulliane possono dimostrare che la posizione cristiana, su un punto concreto, è quella più degna di Dio.
Come di consueto, una parte dell’incontro è stata riservata ai Lavori in corso e alle prospettive di studio. La professoressa Pereira ha riportato la notizia della conclusione del lavoro di Carla Compagno sull’edizione del Liber de levitate et ponderositate elementorum. Anche Eleonora Buonocore ha concluso il suo studio sulla logica lulliana. Maurizio Cambi, su invito del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, ha partecipato ad un incontro di studio per confrontare i risultati significativi e illustrare le prospettive di lavoro innovative che si sono aperte su Giordano Bruno nel XXI secolo con un intervento dedicato a Giordano Bruno e gli usi molteplici della combinatoria lulliana.
Paolo Capitanucci, che sta concludendo la sua tesi dottorale su Bonaventura di Iseo, ha proposto di indagare sulla figura di Lullo nei libri dei segreti naturali.
Tra le proposte emerse l’anno precedente in ordine ai temi da trattare in vista del 2015, settimo centenario della morte di Raimondo Lullo, spiccava la necessità di una mappatura dei manoscritti lulliani. A questo proposito, p. Pietro Messa ha suggerito di coinvolgere il progetto RICI (Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice), che potrebbe contribuire a delineare la geografia del lullismo; è importante creare una rete di interessi comuni senza disperdere le energie.
Il prof. Perarnau si è mostrato soddisfatto per la serietà e lo spessore degli incontri annuali del Centro, che il prossimo anno arriveranno alla decima sessione.
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