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Recensione: Luigi Orlando, La Lettera di Giacomo, la Seconda Lettera di Pietro, la Lettera di Giuda

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Luigi Orlando, La Lettera di Giacomo, la Seconda Lettera di Pietro, la Lettera di Giuda, in Antonianum, 84/3 (2009) p. 621-622 .

Il Prof. Luigi Orlando continua a farci dono dei suoi attenti studi neotestamentari, frutto della sua attività didattica alla Pontificia Università “Antonianum” di Roma e alla Facoltà Teologica Pugliese - Istituto Interreligioso Santa Fara di Bari. Dopo aver pubblicato alcuni interessanti volumi sul Corpo giovanneo, egli offre ora un’indagine in parte sistematica (Giacomo) e in parte tematica (2Pietro – Giuda), grazie alla quale veniamo ampiamente informati sullo stato delle attuali ricerche attorno alle “tre lettere cattoliche”.

Tali informazioni, tuttavia, non si trovano alla fine del lavoro, bensì all’inizio della ricerca dell’autore il quale, da buon maestro, vuole portare lui stesso, ben provveduto, il lettore all’interno del testo (Orlando e un instancabile filologo).

Lo studio delle tre lettere ci porta cosi nell’universo storico-culturale da esse riflesso; guadagniamo cioè una panoramica di quella vivida e vivace galassia rappresentata dal mondo giudaico intertestamentario e neotestamentario: il mondo della Chiesa delle origini. La Lettera di Giacomo e un documento che rivaluta la tradizione sapienziale biblica del giudaismo e la introduce come ricamo nella verità cristiana. La Seconda Lettera di Pietro e un incoraggiamento pastorale e kerygmatico ad una comunità oggetto di incomprensioni e persecuzioni; mentre la Lettera di Giuda, che mostra ormai il cammino di una Chiesa sempre più bisognosa di dare una forma precisa e “ortodossa” alle verità della fede, e una presa di posizione contro i falsi maestri.

Il testo dell’Orlando si legge con interesse e direi con piacere, dato lo stile accattivante dell’autore, anche se qua e la vi si possono trovare alcune distrazioni che in un’eventuale ristampa andranno corrette (vedi ad es. a p. 27: il termine tedesco Gattung vuol dire propriamente “genere letterario” e non “forma di parlare discorsivo”, oppure a p. 51: bouletheis e participio deponente e non passivo).

L’opera è infine corredata da un’utile serie di indici e da un’ampia bibliografia che la rendono molto utile come manuale di studio.