Nobile Marco ,
Recensione: Klaus Seybold, Poetica dei Salmi,
in
Antonianum, 84/3 (2009) p. 622-623
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Il presente studio e il primo di una serie che l’autore vuole approntare per un approccio metodologico al testo biblico di cui si sentiva da tempo il bisogno. Già da alcuni decenni studiosi quali il compianto Luis Alonso Schokel ci hanno resi attenti alla qualità letteraria del testo biblico. Al suo apprezzamento e alla funzionalità esegetica di tale approccio non era, come non è, sufficiente il canonico percorso storico-critico, pur sempre insostituibile; occorre adoperare il contributo della moderna linguistica con tutte le sue ramificazioni disciplinari, in parte nuove e in parte antiche: analisi retorica, analisi pragmatica, analisi fonologica, semiotica e semantica. Il volume in questione si occupa della poetica dei Salmi. In altri termini, esso vuole compiere un’indagine sul materiale poetico di tale raccolta letteraria, rispettandone la natura e la storia. Per quanto riguarda la prima e necessario affrontare le questione stilistiche, metriche, retoriche; per quanto attiene la seconda, bisogna situare le composizioni salmiche nel contesto originale della loro produzione: origine variegata delle parti di cui si compongono i salmi, occasione delle loro raccolte parziali e infine modo e senso della loro collezione finale (per intenderci, quella fase alla fine del processo genetico che viene definita davidizzazione del salterio). L’articolazione del lavoro rende conto di tutto ciò: nella prima parte l’autore si occupa della Tradizione relativa al tema, cioè la poesia salmica nel suo processo genetico e nella configurazione del materiale linguistico. La seconda parte si occupa più propriamente di metrica e stilistica, cioè della costruzione del verso e della sua sonorità. La terza parte e dedicata alla struttura del testo salmico, al mondo che gli fa da sfondo e al senso del testo stesso. La quarta parte esamina il profilo del testo nei suoi rilievi retorici e comunicativi (pragmatici), organizzati secondo una regia drammaturgica tutta da scoprire e godere esteticamente. La quinta parte infine si occupa ex-professo della fase finale della raccolta dei salmi.
Il discorso del Seybold si dispiega in maniera piana anche quando affronta tematiche, direbbero gli studenti, “un po’ noiose”; in realtà, il libro si fa leggere con interesse, data anche la sua finalità che e quella di accedere in modo finalmente appropriato a quel “pentateuco salmico” (la penta partizione finale delle raccolte del salterio), che vuol essere un modo altamente spirituale di far accedere il lettore-fruitore all’universo della rivelazione per il tramite dell’emozione artistica.
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