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Recensione: A. Cataneo, La chiesa locale. I fondamenti ecclesiologici e la missione nella teologia postconciliare

 
 
 
Foto Garuti Adriano , Recensione: A. Cataneo, La chiesa locale. I fondamenti ecclesiologici e la missione nella teologia postconciliare, in Antonianum, 79/3 (2004) p. 582 .

Con questo volume l'autore, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Univer­sità della Santa Croce e, da ottobre del 2003, professore ordi­nario presso l’Istituto di Diritto Canonico San Pio X a Venezia, offre un’interessante panora-mica sulla realtà della Chiesa locale.

Nella prima parte ne es­amina i principali fondamenti ecclesiologici sulla base dei più recenti contributi degli studi biblici, patristici e liturgici (cap. I), con particolare riferimento all'ecclesiologia eucaristica (cap. II), per soffermarsi poi (cap. III) sui suoi elementi costitutivi: la causa materiale (la porzione del popolo di Dio); la causa efficiente ministeriale (il vescovo con la collaborazio­ne del suo presbiterio); la causa formale (la sua coesione interna: l'essere congregata); la causa efficiente strumentale (i mezzi salvifici: Vangelo, Eucaristia - ricapitolativi di Parola e sacramenti); la causa efficiente principale (lo Spirito Santo, che è lo Spirito di Cristo inviato dal Padre). Il quarto capitolo della stessa prima parte è dedicato al rapporto fra Chiesa locale e Chiesa particolare. Su questo delicato aspetto ci si poteva aspettare dall’autore una più decisiva presa di posizione riguardo alla “priorità ontologica e temporale” della Chiesa universale, richiamata dalla Lettera Communionis notio: infatti, pur sottolineando l'esigenza della "mutua immanenza o interiorità", forse è stato un po’ condizionato dalla preoccupazione di illustrare il tema prescelto della realtà della Chiesa locale.

La seconda parte è dedicata alla missionarietà della Chiesa, costituisce un richiamo alle Chiese locali ad una maggiore consapevolezza della loro missiona-rietà, che deve esprimersi soprattutto nella inculturazione e nella “plantatio Ecclesie”, evitando ogni particolarismo riduttivo od esclusivistico che vada a scapito dell'unità ed universalità.

La terza parte è di carattere canonistico e dedicata alla presentazione delle varie configurazioni canoniche della Chiesa locale e delle figure analoghe.

Nella quarta parte, dedicata allo studio della Chiesa locale nel dialogo ecume-nico, riemergono le difficoltà sottolineate sopra a proposito della preoccupazione dell'autore in merito al rapporto Chiesa/locale e Chiesa/universale. Viene infatti giustamente richiamata la necessità che tutte le Chiese facciano parte di una comunione articolata, in modo da integrare universalità e località intorno al primato petrino, circa il quale vengono evidenziate le differenze che tuttora permangono. Ma, forse proprio per lo ‘zelo’ verso la realtà locale, l’autore parla di promettente ed ampia base di consenso nel dialogo ecumenico.

A parte i rilievi mossi, l'opera può contribuire a promuovere una visione sempre più chiara e precisa della Chiesa locale nel suo originale legame con la Chiesa universale, e quindi a incrementare lo slancio delle Chiese locali nella loro imprescindibile missione, in un reciproco arricchimento con la realtà della Chiesa universale.