Muzzi Sara ,
Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani. III Incontro del Centro Italiano di Lullismo (E.W. Platzeck),
in
Antonianum, 79/3 (2004) p. 601-604
.
Il 14 maggio 2004 si è tenuto il terzo incontro del Centro Italiano di Lullismo (CIL). Il convegno si è svolto presso la Biblioteca del Pontificio Ateneo Antonianum di Roma, organizzato dalla Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani dello stesso Ateneo con la collaborazione ed il contributo di Oltre il Chiostro, Centro Francescano di Cultura, Napoli.
L’appuntamento di quest’anno era incentrato sulla presentazione della traduzione italiana e dell’aggiornamento di un’opera del p. Miquel Batllori Il Lullismo in Italia, pubblicata come primo contributo del Centro Italiano di Lullismo, nella collana Medioevo, n. 8, della Scuola.
Il preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, il Prof. A. Cacciotti, ha aperto l’incontro enumerando le attività condotte dal Centro e ringraziando quanti avevano donato le loro opere al fondo CIL, tra i quali il Prof. R. Sugranyes de Franch. Il settore della Biblioteca del Pontificio Ateneo Antonianum, dedicato a Lullo ed al lullismo, è stato arricchito dalla generosa donazione di questo insigne lullista, che ha messo a disposizione degli studiosi italiani le opere lulliane in suo possesso.
Il Prof. J. Perarnau i Espelt, coordinatore del Centro, ha proseguito con un ricordo del p. M. Batllori, la cui morte non gli ha permesso di vedere la traduzione completata, né di scrivere la presentazione del libro, firmata invece dal Prof. J. Perarnau. Nel XIX volume dell’Opera completa del p. M. Batllori pubblicato nel 2003, nella parte dedicata ai Ricordi personali ed ultimi scritti (p. 224), era sottolineata proprio l’importanza e l’utilità del tentativo di sintesi, da lui avviato, di storia del lullismo in Italia. Il Prof. J. Perarnau, rallegrandosi per il fatto che la traduzione italiana di questa opera sia nata come prima pubblicazione del Centro, ha ripercorso gli anni in cui, esule in Italia, il p. Batllori si era dedicato alla ricerca delle opere di Raimondo Lullo e di quelle a lui attribuite, presenti nelle biblioteche italiane. Questo lavoro giovanile pubblicato nel 1944, non poté godere allora dell’attenzione che meritava. Per il coordinatore del Centro, la pubblicazione in lingua italiana sarà uno strumento imprescindibile per gli studiosi del lullismo ed una conferma dell’utilità dell’impegno portato avanti dal p. Batllori in anni così difficili. Dal 1944 ad oggi i contributi sul lullismo sono stati numerosi, rendendo necessario un aggiornamento del testo: il p. M. Batllori stesso aveva indicato, nella Prof.ssa M. Pereira e nel Prof. F. Santi, gli studiosi in grado di completare il suo lavoro. Secondo il Prof. J. Perarnau, il p. Batllori avrebbe apprezzato sia la traduzione del Dott. F. Diaz Marcilla che i contributi dei collaboratori. L’ultimo tributo alla lode del p. M. Batllori riguarda il riconoscimento della sua umiltà, che lo ha accompagnato fino alle ultime settimane di vita.
Al Prof. F. Troncarelli e alla Prof.ssa M. Pereira è spettato il compito di presentare il testo. Il Prof. F. Troncarelli ha esordito mettendo in evidenza le difficoltà cui andava incontro l’identità catalana negli anni in cui scriveva il p. M. Batllori, identità catalana di cui Lullo può essere visto come una manifestazione internazionale. Il valore pertanto di un testo del genere è quello di «trovarsi in un contesto in cui non ci si sarebbe aspettati di trovarlo», affermazione di un’identità minacciata. L’opera, secondo il Prof. F. Troncarelli, non vuole mettere in risalto solo il rapporto tra Lullo e l’Italia, ma quello tra Lullo e l’Europa, tra Lullo ed il Mediterraneo. La dimensione europea merita di essere sottolineata perché gran parte delle scelte fatte da Lullo spesso sono legate alla politica mediterranea che le città meta dei suoi viaggi potevano condurre in accordo con gli interessi catalani e maiorchini. Il Prof. F. Troncarelli ha visto nel lullismo una forza dinamica che interagisce con gli ambienti italiani con cui viene a contatto, da cui si diffondono poi testi e temi. Il discorso è stato articolato secondo un piano paleografico e codicologico ed uno di storia delle idee. La riproduzione dei testi è stata indicata come uno dei grandi problemi che caratterizzano un autore così prolifico: copisti, trascrizioni a catena, ambienti diversi in cui questi testi sono stati accolti e smembrati. Una problematica ricchissima su cui si hanno scarse informazioni. Uno dei problemi del lullismo concerne proprio la raccolta dei manoscritti. Da questo punto di vista l’opera del p. M. Batllori è preziosissima, non si tratta solo di un elenco di manoscritti, ma contiene una ragionata analisi della distribuzione di questi, della loro sopravvivenza in determinate collezioni. Molti sono i dati messi a nostra disposizione da questo testo ricco di feconde informazioni. Dagli spunti tratti dalla prefazione del Prof. F. Santi è emerso, per quanto riguarda il piano delle idee, il rapporto di Lullo con l’Umanesimo. Il punto di intersezione tra Lullo e l’Umanesimo potrebbe essere visto in Cusano. Suggerendo di compiere un’opportuna differenziazione tra Umanesimo e Rinascimento, il Prof. F. Troncarelli ha proposto di prendere in considerazione i tanti lullismi, i tanti aspetti legati ad un autore complesso come Lullo, e di seguire la parabola dei singoli lullismi nei singoli contesti storici partendo dai dati manoscritti.
La Prof.ssa M. Pereira ha accolto il suggerimento del Prof. F. Troncarelli di considerare le diverse tradizioni del lullismo per sottolineare la legittimità del filone che ancora oggi si chiama pseudo-lulliano alchemico. Ne ha messo in evidenza i molteplici ambienti di diffusione, le diverse modalità di lettura, le linee di divergenza e convergenza seguite da questo filone, il cui disegno è stato individuato per la prima volta dal p. Batllori. Allargando lo sguardo alla tradizione filosofica della modernità si vede come questo personaggio si sia moltiplicato, secondo un linguaggio alchemico, sia stato letto e usato, non letto e nominato, meditato e poi abbandonato, costruendo una sorta di fermento intellettuale che va oltre la difficoltà di considerarlo un medievale. La storia dell’Europa moderna ha messo da parte il tema della diversità come valore, che invece era stato trattato dagli ambienti legati al lullismo e all’alchimia, che raccoglievano in varie forme l’eredità della personalità di Lullo. In questo senso la particolarità di uno studio pubblicato sessanta anni fa, secondo la Prof.ssa M. Pereira, è quella di presentarsi come uno studio veramente lulliano, ricco di molteplici direzioni di ricerca.
Come di consueto, una parte dell’incontro è stata riservata alle comunicazioni riguardanti i lavori che gli aderenti al Centro hanno condotto in questo ultimo anno; il testo verrà reso noto, al più presto, nel sito della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani.
Il Prof. A. Tessari, dell’Università di Padova, ha ribadito la necessità di un lavoro sulle opere lulliane che veda la collaborazione tra le diverse competenze. Ha in corso una decina di tesi su Raimondo Lullo e cinque sono già state completate. La filosofia lulliana e quella cartesiana vengono messe in connessione per rivedere i paradigmi con cui si leggono la storia e la cultura e per restituire a Lullo il posto che gli compete all’interno della storia della filosofia. Testimone del nostro tempo, Lullo aveva compreso anche l’importanza di giungere ad una conoscenza profonda della cultura islamica.
La Prof.ssa G. Pomaro, dell’Università, è intervenuta per presentare il proprio lavoro di ricostruzione dello scriptorium lulliano, iniziato nel 1997. Immediatamente riconobbe la grande potenzialità che avrebbe avuto tale ricostruzione per i diversi ambienti nei quali Lullo ha operato: l’ambiente universitario, quello di cultura latina, di cultura volgare e quello prettamente politico. Si tratta di un lavoro immenso incentrato sulla ricerca dei testimoni manoscritti più antichi e più attendibili, tra questi ha analizzato l’Ottoboniano latino 405. Pensa di essere giunta alla conclusione di ciò che rappresenta questo manoscritto, composto da 35 sezioni sincrone, tranne un’eccezione, rimaste per lungo tempo sfascicolate. Sono unità che vanno considerate autonome, che hanno subito delle variazioni nel tempo. L’interesse della compagine è dato dal fatto che quattro operette, composte da Lullo nel periodo messinese (1313-1314), sono state attribuite alla mano di Lullo stesso, si tratta ancora di ipotesi. La Prof.ssa G. Pomaro, dopo aver ricostituito la compagine, ha ulteriormente condotto una analisi codicologica, paleografica, culturale, testuale e storica. La mano supposta lulliana è la più antica di quelle che compaiono nella compagine, su base cancelleresca arcaica. Lullo probabilmente dettava, in alcuni casi, a qualcuno che conosceva bene il latino, in altri, sulla base dell’eziologia degli errori commessi, a delle persone che non ne avevano la minima conoscenza. La Prof.ssa G. Pomaro ha potuto inoltre affermare che tutto ciò avvenne in Sicilia: in un’operetta il pagamento per la copiatura viene indicato in grani ed il granum veniva utilizzato, in quel periodo, in Sicilia (veniva battuto nuovamente nel 1299). L’analisi della mano del De perseitate Dei, avvicinerà le ricerche al Cusano.
La comunicazione del Dott. S. Malaspina, di Milano, riguardava la sorte dell’eredità di Raimondo Lullo, che ha vissuto alterne vicende: poco considerata dai contemporanei, stimata dai filosofi rinascimentali e moderni. L’interesse e lo studio dell’opera di Lullo risiedono nella difficoltà di collocare con precisione la produzione lulliana nel quadro tradizionale della storia del pensiero all’interno del Medioevo. Il Dott. S. Malaspina ha ricordato che nel 2002 J. Gaià ha pubblicato un testo per la collezione Eredità Medievale, edito da Jaca Book, che mette a fuoco lo stretto rapporto tra desiderio di evangelizzazione, ricerca di un metodo razionale e sistematico e affermazione del valore scientifico della teologia. Ha preannunciato l’imminente pubblicazione dell’edizione italiana della Vita Coetanea, del Liber de septem donis Spiritus Sancti, dei Cento nomi di Dio e del Libro dell’Amico e dell’Amato.
Il Dott. F. Fiorentino, infine, della Scuola Medievale dell’Antonianum, ha analizzato il tema della prescienza e dei futuri contingenti nelle opere latine di Raimondo Lullo, sulla base dell’edizione moguntina, di quella maiorchina ed infine di quella turnhoutina. Il tema della contingenza del futuro non risulta essere trattato in maniera particolare da Lullo. Il tema della predestinazione e della prescienza, affrontati in opere tardive, sono strettamente uniti. Per Raimondo Lullo, infatti, il beato è predestinato, il dannato è preconosciuto.
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