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Recensione: HERBERT NIEHR, Il contesto religioso dell’Israele antico. Introduzione alle religioni della Siria-Palestina

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: HERBERT NIEHR, Il contesto religioso dell’Israele antico. Introduzione alle religioni della Siria-Palestina, in Antonianum, 78/1 (2003) p. 174-175 .

Il volume che si recensisce è un importante contributo della serie “Supplementi” all’ottimo corso di manuali biblici “Introduzione allo studio della Bibbia”. Il presente studio mostra quanto adulta sia diventata la scienza esegetica oggigiorno. Infatti, l’A. si preoccupa di scindere nettamente le religioni dell’ambiente nel quale è collocato - e del quale fanno parte Israele e Giuda dell’Antico Testamento - e la religione che degli stessi Israele e Giuda tratta il testo biblico. Mentre il secondo tipo di religione è una presentazione “ideologica” degli ambienti deuteronomistici e sacerdotali dell’epoca babilonese e persiana, i quali hanno unificato le espressioni religiose del popolo biblico in un monoteismo jahvistico, che si è riflesso sulla loro ricostruzione storica, il primo tipo è più rispondente allo stato delle attuali ricerche storiche e archeologiche. Ignorare questo stato delle cose, significa oggi commettere un errore metodologico. Nella realtà storica Israele e Giuda sono stati molto più diversi di quanto l’AT lasci credere, e altrettanto diverse sono state le loro religioni, entrambe però situabili nella serie di religioni del territorio siro-palestinese e confrontabili con esse.

Il metodo dell’A. si serve di due criteri: a) quello cronologico, che fa partire la disamina dall’età del Tardo Bronzo e, continuando con quella del Ferro e dell’età ellenistica, sfocia negl’inizi del cristianesimo, e b) quello geografico, che gli fa percorrere un itinerario che parte dalla Siria settentrionale e giunge alla Siria meridionale, passando per quella occidentale e centrale e lo fa terminare nella Transgiordania.

La disamina delle religioni per tempo e per spazio è sintetica sebbene rigorosa, come richiesto da un manuale, e freddamente oggettiva, come richiede una trattazione scientifica che non si serve più dei dati archeologici ed epigrafici per confermare la propria pregiudiziale biblica. E tuttavia il libro si rivela ugualmente avvincente per il modo con il quale ci accosta all’autentica religiosità delle popolazioni fenicio-cananee, aramee, filistee e transgiorda-niche. Un moderno e sufficiente apparato bibliografico completa questo manuale, che è sicuramente da raccomandare.