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Recensione: TIZIANO LORENZIN (a cura), I Salmi

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: TIZIANO LORENZIN (a cura), I Salmi, in Antonianum, 78/4 (2003) p. 715-716 .

Il volume appartiene alla nuova collana di commentari, edita dalle Paoline di Milano, che vuole offrire una nuova traduzione della Bibbia con note e commento curati da specialisti italiani per un pubblico che apprezzerà l’ormai alto livello della ricerca biblica raggiunto dalla scuola italiana. La serie è di alta divulgazione, ma l’operazione editoriale è condotta con professionalità scientifica e rigorosità. Anche il presente libro si segnala per tali doti. Lorenzin offre un’opera di cui si aveva bisogno, sia per la sua accuratezza esegetica sia per l’aggiornamento che egli mette a disposizione. Il criterio di fondo che guida il suo tragitto esegetico è la considerazione del Salterio come un’opera d’insieme, redazionalmente dotata di senso. Non più quindi la cura del semplice salmo individuale, che pure egli ci dà nel commento di dettaglio, bensì l’attenzione a quel progetto redazionale tardo che ha costruito il “santuario” del Salterio, quasi come sostitutivo del tempio storico di Gerusalemme. Secondo gli attuali orientamenti esegetici, i 150 salmi non possono più essere considerati isolatamente, senza tenere conto della successione attuale, voluta dal redattore-editore. Alla base di tale convincimento vi è l’altra acquisizione moderna che la produzione salmica non vada più ricercata nell’ambito del culto, bensì nella vita privata del pio israelita al quale viene offerto un libro di meditazione e di riflessione sapienziale, che ha come pilastro di sostegno la contemplazione e l’obbedienza della Torà, cioè della Legge divina contenuta nel pentateuco. Due gl’indizi fondamentali che confermano questa tesi: l’articolazione in cinque libri della collezione e il processo di “davidizzazione”, per il quale David sta al Salterio come Mosè alla Torà. Il luogo dell’operazione redazionale va ricercato negli ambienti sapienziali ai quali appartiene anche il Siracide, il cui libro contiene come tesi di fondo l’identificazione della Sapienza con la Legge (cf. Sir 24, 23). Di conseguenza, l’epoca di redazione si aggira attorno al II sec. a.C. Mentre si condivide l’interessante indirizzo attuale, che ci fa attenti alla redazione finale del Salterio, si auspica però che non si radicalizzi troppo il movimento pendolare verso una decultualizzazione dei salmi. Senza dubbio, è condivisibile la ricostruzione del processo redazionale, ma non si riesce a guardare ad esso come alla produzione di un libro di pietà secondo gli standard della editoria contemporanea.

Dopo la prima parte, appena trattata, L. affronta il corpo centrale della sua opera, cioè il commento dettagliato dei salmi, visti non soltanto, come vuole tradizione, uno per uno, ma anche come gruppi di composizioni poetiche che il redattore ha messo insieme per motivi di affinità contenutistica (stessa tematica) o verbale (parole o motivi comuni di aggancio). Come si è detto sopra, il commento è essenziale, ma accurato. Viene considerato innanzi tutto il gruppo di salmi di turno nel suo  insieme, indi si passa al commento dettagliato, per poi finire con delle annotazioni teologiche.

Infine, vi è una terza parte dedicata alla teologia del Salterio e ad altre questioni. Il Salterio è parola di Dio all’uomo, ma anche parola di uomo a Dio. In un momento successivo, il L. seleziona dei temi teologici centrali, quali il Dio lontano eppure così vicino, i poveri e i nemici. Vi è poi un capitolo dedicato al Salterio nel canone e uno alla storia dell’interpretazione. In quest’ultimo capitolo vi sono delle ripetizioni tra il paragrafo 6 e il par. 7, che sarebbe opportuno evitare. Il tutto viene chiuso da un utile lessico biblico-teologico, da una sufficiente bibliografia e da indici che fanno di questo volume una bella operazione riuscita.