Nobile Marco ,
Recensione: Thomas Söding, Das Wort vom Kreuz. Studien zur paulinischen Theologie ,
in
Antonianum, 77/1 (2002) p. 174
.
Söding ha raccolto in questo libro vari suoi studi precedenti perlopiù attinenti alle ricerche da lui condotte per l’”Habilitationsschrift” sul tema dell’etica, più specificamente sul “comandamento dell’amore” in Paolo. La raccolta si rivela uno strumento utile per l’approfondimento di molteplici problematiche paoline, specialmente nei tre ambiti della cristologia, della soteriologia e dell’ecclesiologia. In realtà, l’A. offre un’ampia panoramica sul pensiero teologico di Paolo, il cui nucleo centrale è l’”evangelo della Croce”, come suggerisce anche il titolo della raccolta. Preoccupazione unificante del lavoro del S. è infatti di esaminare da un lato come il concentrarsi dell’Apostolo sulla figura del Crocifisso, gli abbia fatto trarre delle conseguenze sul piano della pratica pastorale, e dall’altro come problemi concreti delle sue comunità siano stati per lui un incentivo ad approfondire le sue riflessioni teologiche attorno all’evento Cristo.
Il piano della raccolta si distribuisce secondo un’articolazione sistematica che parte da problemi introduttivi: la cronologia delle lettere paoline (l’unica certezza è che la prima lettera è la 1 Tessalonicesi e l’ultima Romani) e la questione dibattuta circa uno sviluppo che vi sarebbe stato nel pensiero paolino (S. mantiene una posizione media ed equilibrata) (Prima parte).
La seconda parte contiene saggi di cristologia e di soteriologia, che affrontano temi di fondamentale importanza nel pensiero paolino: 1) l’orientamento escatologico, presente soprattutto in 1 Tess, che professa un equilibrio tra la riserva escatologica (contro gli “pneumatici”) e la realtà presente della salvezza operata da Dio nel Cristo Crocifisso e Risorto; 2) il mistero di Dio racchiuso nella Croce di Gesù (1 Cor 2,1s.7ss); 3) il superamento della Legge come potenza salvifica, così che il tenersi ancora legati ad essa, nonostante la fede cristiana, diviene una deviazione e un peccato (1Cor 15,56); 4) una stimolante analisi dell’inno di Fil 2,6-11 nel quadro del dibattito attorno al programma bultmanniano della demitologizzazione; 5) l’identità degli avversari di Paolo in Galazia; 6) il rapporto tra cristologia e soteriologia, come appare da 1 Cor e Gal.
La terza parte raccoglie tre saggi sul rapporto tra l’”evangelo” paolino e la sua canonicità nel quadro dell’annuncio neotestamentario. Particolarmente rilevante è lo studio dell’uso che Paolo fa dell’Antico Testamento.
La quarta parte è la sezione più propriamente ecclesiologica. Ancora una volta è soprattutto la 1 Cor l’oggetto di studio.
La quinta ed ultima parte tocca temi di ordine morale, parenetico e liturgico.
Come si può notare, l’insieme dei saggi copre sufficientemente l’intero arco del pensiero di Paolo e dei problemi teologici che esso suscita. S. traccia la sua mappa con maestria ed equilibrio e non possiamo che essergliene grati.
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