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Recensione: GIORDANI B., Donne consacrate. Una lettura psicologica

 
 
 
Foto Conti Martino , Recensione: GIORDANI B., Donne consacrate. Una lettura psicologica , in Antonianum, 76/2 (2001) p. 365-366 .

Il taglio che caratterizza il volume si trova nel sottotitolo: Una lettura psicologica di come la donna vive la sua consacrazione a Dio nella vita religiosa.

Il lavoro si apre con un’attenta analisi della psicologia femminile, che mette in luce le caratteristiche dello sviluppo biopsicologico della donna dall’adolescenza fino alla terza età. La descrizione dei tratti psicologici, propri delle fasi dello sviluppo, viene integrata con l’analisi del processo di maturazione della dimensione spirituale e vocazionale (cc. I e II). In questa analisi, l’A dà ampio spazio alla vita affettiva, della quale vengono analizzate le caratteristiche che essa presenta nella donna (c. III). Lo stesso argomento viene ripreso in relazione alla donna consacrata, avviando così un discorso di sintesi e di armonizzazione tra il dato psicologico e la dimensione spirituale, nella quale l’affettività viene investita. Qui l’analisi si fa ampia e dettagliata.

Partendo dai principi-guida ai quali si ispira, l’A indica, servendosi di un materiale di prima mano raccolto negli incontri di aiuto avuti con numerose religiose, le vie che si possono seguire per prevenire contraddizioni e crisi e per promuovere nelle religiose atteggiamenti costruttivi. In questo contesto, egli mette in evidenza le ricchezze affettive su cui la donna può contare per vivere con crescente libertà interiore il bisogno di ricevere e di donare amore (c. V).

In qualche passaggio si ha l’impressione che lo psicologo francescano sia eccessivamente ottimista nel valutare le doti femminili e troppo fiducioso nell'applicare il “metodo-centrato-sulla-persona”, inaugurato dagli psicologi americani Rogers e Carkhuff. A questi rilievi egli risponde rifacendosi alla concezione ‘positiva’ e ‘aperta alla trascendenza’, che si trova nell’antropologia alla quale si ispira la psicologia umanistico-esistenziale e quella transpersonale, e che è adombrata anche nella Bibbia (c. IV). È questo l’indirizzo che l’A. ha assimilato nella sua preparazione accademica e che ha tradotto nella sua lunga attività di docente e di terapeuta.

Parlando della vita affettiva nelle religiose, egli esprime la convinzione – maturata in 40 anni di incontri con centinaia di suore – che la donna consacrata è più capace dell’uomo di sublimare le tendenze della natura e di investire con pienezza e generosità il profondo amore che porta dentro di sé (c. VII). Seguendo questa linea viene affrontato il delicato problema dell’amicizia, vissuta o con una consorella (c. VIII) o con un sacerdote (c. IX). Nell’esporre queste possibilità di amicizia, vengono ricordati i principi che regolano i rapporti interpersonali e i vantaggi nel poter fare un cammino di maturazione condiviso con una persona di fiducia.

Con senso di sano realismo, l’A. richiama le difficoltà e i rischi dell’amicizia, tenendo presenti i principi psicologici e morali che ne regolano l’andamento e facendo leva su ciò che di più prezioso vive nel cuore di ogni donna. Se colei che è consacrata a Dio e ai fratelli è animata da fede viva, se ha la certezza di camminare verso un traguardo non illusorio ed è animata da motivi che affondano le radici in un terreno sicuro e promettente, può nutrire una viva speranza di poter vivere in pienezza e con felicità profonda l’ideale al quale si è donata.

Leggendo questo saggio di psicologia applicata alla vita consacrata femminile, si nota in P. Giordani una non comune capacità di integrare la dimensione psicologica con quella religiosa e vocazionale. Vagliando la letteratura relativa a questo argomento, non è facile trovare posizioni di equilibrio tra il discorso ispirato alla psicologia e quello preoccupato dei valori religiosi. La necessità di trovare quest’armonia è richiamata dal celebre titolo di un film: “Sotto il vestito da suora … una donna”. Ossia, la persona consacrata dovrebbe rimanere pienamente donna, se vuole essere pienamente se stessa.