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Recensione: Natalio Fernández Marcos, La Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Natalio Fernández Marcos, La Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia , in Antonianum, 76/3 (2001) p. 573-574 .

L’ottima collana “Introduzione alla studio della Bibbia”, una serie di traduzione dall’originale spagnolo, arricchisce la sua sezione dei “supplementi” con questo volume di grande interesse, che aveva visto la luce indipendentemente già nel 1979. Ora si è di fronte alla sua seconda edizione, riveduta e aggiornata e appunto inserita nella serie in questione. L’autore doveva necessariamente sottoporre ad aggiornamento non lieve la sua opera, dati i notevoli cambiamenti intervenuti in questi ultimi decenni nel campo delle scoperte, in primo luogo, come al solito, quella di Qumran, e nell’ambito degli sviluppi straordinari degli studi sui LXX. La conseguenza è che da un lato il F. ha dovuto optare per una selezione di temi o perlomeno non ne ha trattato sistematicamente, come la lingua dei LXX, i codici, i papiri e le edizioni principali della Bibbia greca, ecc., dall’altro egli ha sentito il bisogno di ampliare o fare delle aggiunte, trattando temi come i testi doppi (argomento importante per il F.) e il targumismo, le versioni giudaiche in greco medievale o neogreco, le altre revisioni, le citazioni bibliche, i commentari e le “catenae”, inserendo anche due capitoli nuovi: uno sul rapporto dei LXX con il testo ebraico, l’altro invece sul rapporto con la letteratura cristiana primitiva.

Il criterio base che guida il F. nella discettazione su questo argomento affascinante, è che la Bibbia greca, intesa come “una raccolta di versioni”, costituisca ed appartenga ad un unico canale facente capo ad “un testo originario”, parteggiando così per la teoria del Lagarde contro quella “targumica” del Kahle. Più precisamente, già all’indomani della primitiva versione greca si sarebbe avuta un’attività recensionale, per la quale non si è dovuto aspettare, come si pensa di solito, alla produzione esaplare di Origene. A noi, però, sembra difficile conciliare tale unitarietà di fondo della LXX con la molteplicità di “tessere” di cui è venuto a costituirsi il mosaico dei LXX, come del resto l’autore stesso, all’interno della trattazione, mostra. Certo, la materia esposta nel presente libro è ricca e ben articolata e non si può discutere sui dettagli, senza far torto a quello che possiamo definire ormai un manuale classico ed esauriente sul tema. Proprio questa sua qualità ne fa un’opera da accomandare perlomeno come base di partenza per una discussione aggiornata su un pianeta che ancora presenta degli aspetti inesplorati.