> > Nobile

:
Recensione: Günter Stemberger, Ermeneutica ebraica della Bibbia

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Günter Stemberger, Ermeneutica ebraica della Bibbia , in Antonianum, 76/3 (2001) p. 575-576 .

Nella collana di “Studi Biblici” della Paideia vengono talvolta accolti contributi vari di un autore, che siano significativi della sua ricerca attorno ad una determinata tematica. Come accade in questo caso, nel quale lo Stemberger, rinomato giudaista dell’Università di Vienna, mette insieme tre contributi che rendono conto di una questione fondamentale qual è quella dell’ermeneutica della Bibbia da parte ebraica. Per la verità, alla tematica risponde direttamente solo il primo contributo, che occupa i quattro quinti del libro. Esso è stato tratto da un libro scritto in collaborazione con C. Dohmen (Hermeneutik der Jüdischen Bibel und des Alten Testaments, Stuttgart, Kohlhammer, 1996, 23-132) ed è la parte di cui è autore totalmente solo lo Stemberger. Il saggio è di taglio storico e mette il lettore dinanzi ad una rassegna degli approcci alla Bibbia e al suo testo nelle varie epoche che articolano la/le tradizione/i dell’ebraismo fino al medioevo. Posti questi limiti temporali, la trattazione si suddivide in tre parti o epoche: 1) ermeneutica ebraica della Bibbia dal VI sec. a.C. al I d.C. (Filone d’Alessandria); 2) l’esegesi ermeneutica dei rabbi; 3) l’esegesi giudaica nel medioevo. La trattazione dello S. è come al solito stimolante e chiara, pur nella sua sinteticità da manuale (ma l’approfondimento si può fare leggendo altre sue opere ormai note agli studiosi).

Gli altri due contributi: “La concezione della Torà nel giudaismo rabbinico” e “Contatti esegetici fra cristiani e giudei nell’impero romano” servono nella loro brevità illuminante ad approfondire due argomenti particolari toccati nel primo saggio.

Non possiamo che raccomandare la diffusione di queste opere divulgative che vogliono prendere sul serio l’esigenza odierna, specialmente da parte cristiana, di conoscere quel pianeta ancora sconosciuto ai più del giudaismo, in particolare nella sua tradizione di trattamento delle Scritture, che dispiega e svela, pur nelle sue contingenze storiche (ma lo stesso vale per l’esegesi cristiana), un universo estremamente interessante, di cui dobbiamo tenere conto quando vogliamo parlare di Scrittura con l’ebraismo sulla base di un testo comune.