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Recensione: IVAN PLATOVNJAK, La direzione spirituale oggi. Lo sviluppo della dottrina dal Vaticano II a Vita consecrata (1962-1996)

 
 
 
Foto Papez Viktor , Recensione: IVAN PLATOVNJAK, La direzione spirituale oggi. Lo sviluppo della dottrina dal Vaticano II a Vita consecrata (1962-1996), in Antonianum, 76/4 (2001) p. 754-757 .

L'Opera che presentiamo è la tesi dottorale difesa dall'Autore alla Pontificia Università Gregoriana nel 2000 e ora pubblicata integralmente. L'obiettivo centrale del lavoro è quello di mettere in luce lo sviluppo della dottrina della Chiesa sulla direzione spirituale partendo dai documenti del Concilio Vaticano II e proseguendo con dei documenti magisteriali post-conciliari, per approdare alle tre ultime esortazioni apostoliche post-sinodali di Giovanni Paolo II: Christifideles laici (1988), Pastores dabo vobis  (1992) e Vita consecrata (1996). Se dopo il Concilio si sente una crisi forte della direzione spirituale,  che viene definita da Paolo VI come “istituzione che va deperendo, e che invece dobbiamo tenere in onore” (p.14), le tre ultime esortazioni post-sinodali di Giovanni Paolo II arricchiscono la dottrina della direzione spirituale e manifestano un sempre maggiore interesse sulla natura, i compiti e le finalità della direzione spirituale e suoi ruoli diversi che essa riveste per i singoli stati di vita ecclesiale e nella pastorale ad essi collegata. La crisi della direzione spirituale del clero, delle persone consacrate e dei laici non ha le sue radici solo nei cambiamenti avvenuti nella società civile, nella cultura laica e secolarizzata e nell'influsso dell'antropologia e della spiritualità postconciliare, ma le cause di questa crisi devono essere cercate anche nella scarsità di direttori spirituali ben disposti e preparati (p.15). Le convinzioni di Giovanni Paolo II sulla necessità e sulla centralità della direzione spirituale dei cristiani, concretizzate nelle tre ultime esortazioni post-sinodali, costituiscono un vero “fondamento” della visione della direzione spirituale nella Chiesa e segnano il ricupero di una tradizione plurisecolare che inizia con i primi Padri della Chiesa (p.448).

L'Autore ha diviso la sua opera in tre parti. La prima parte: “La dottrina conciliare circa la direzione spirituale” (pp.29-135), divisa in quattro capitoli, è dedicata alla dottrina conciliare della direzione spirituale. Dettagliamente nei singoli capitoli vengono analizzati sotto l’aspetto della direzione spirituale i quattro documenti del Vaticano II: Optatam totius (OT), Presbyterorum Ordinis (PO), Perfectae caritatis (PC), Apostolicam actuositatem (AA). Si deve onestamente dire che questi documenti conciliari da una parte fanno molte omissioni sulla direzione spirituale dando l’impressione che le idee su di essa non fossero molto chiare ai Padri conciliari; d’altra parte gli stessi documenti affermano l’opportunità e la necessità della direzione spirituale per ogni stato di vita nella Chiesa che hanno obiettivi diversi e perciò anche la direzione spirituale assume aspetti e forme diversi (p.135). Nel Decreto OT sulla formazione sacerdotale non viene accentuata una specifica preparazione del direttore spirituale nel seminario e non si fa una chiara distinzione tra le varie figure (director spiritus, moderator spiritus) in riferimento alla direzione  spirituale (p.73). Il Decreto PO menziona la direzione spirituale in diversi numeri. Viene proposto il modello della paternità spirituale dei presbiteri nel pieno rispetto della libertà e della responsabilità dei laici. Il documento però non contiene riferimenti espliciti alla direzione spirituale. Il Decreto PC tratta della direzione spirituale in connessione con il voto di obbedienza, con la formazione dei membri degli Istituti e con il tema delle vocazioni religiose. Si accentua il dovere dei Superiori di provvedere una adeguata preparazione dei “maestri di spirito”, che devono possedere quelle qualità umane e spirituali richieste ad un direttore spirituale. La direzione spirituale viene riservata ai soli sacerdoti. Si pensa che l'esercizio della direzione spirituale sia legato al sacramento dell'Ordine (p.120). Nel Decreto AA viene raccomandato ai sacerdoti di educare e formare i laici all'apostolato anche con l'esercizio della direzione spirituale; una buona direzione spirituale spinge i laici all'apostolato, un efficace apostolato ha bisogno di una direzione spirituale, riservata esclusivamente ai sacerdoti. La direzione spirituale è per sua natura piuttosto carismatica e non istituzionale (pp. 131-132). Si può dire che i documenti conciliari OT, PO, PC, AA forniscono le grandi linee per un'ulteriore riflessione sul ruolo della direzione spirituale per ogni stato di vita nella Chiesa.

Nella seconda parte: “Lo sviluppo della dottrina circa la direzione spirituale nelle tre ultime esortazioni apostoliche post-sinodali” (pp. 137-345), viene presentato lo sviluppo della riflessione sulla dottrina della direzione spirituale nelle tre ultime esortazioni apostoliche post-sinodali di Giovanni Paolo II: Christifideles laici (1988), Pastores dabo vobis (1992), Vita consecrata (1996). L’Autore comincia con il documento “Pastores dabo vobis” perchè, sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista sistematico e organico, esso contiene la trattazione più  ampia e articolata del tema (p.139). La direzione spirituale viene trattata nel documento in relazione con i temi: la cura per le vocazioni sacerdotali, la formazione iniziale e permanente del clero, la preparazione dei sacerdoti all'esercizio della direzione spirituale, la scelta e la formazione dei direttori spirituali dei seminari. Nel documento viene inoltre richiamata anche la connessione tra la confessione sacramentale e la direzione spirituale; però la confessione sacramentale deve sempre conservare il suo carattere liturgico e non deve mai essere ridotto a una qualche forma di direzione spirituale (p. 165). La direzione spirituale del clero ha una dimensione essenzialmente teologale ed ecclesiale, distinta dalla terapia o dall'assistenza psicologica (p. 179). Le linee essenziali della direzione spirituale, la formazione, la figura e i compiti dei direttori spirituali nei seminari vengono precisati e chiariti nei documenti posteriori, soprattutto nel documento: “Direttive sulla preparazione degli educatori nei seminari” (1993). L’Autore dà in questo contesto una importanza assai evidente al CIC 1983 (pp.185-193) che ha introdotto una chiara distinzione tra le diverse figure previste per l’aiuto spirituale personale dei seminaristi e, conseguentemente, anche tra le diversi funzioni, ruoli e responsabilità di loro competenza.: spiritus director, moderator vitae spiritualis, sacerdos ab Episcopo deputatus (can. 239; 246).

Nel documento Vita consecrata la direzione spirituale viene direttamente citata in molti numeri del testo. I consacrati sono invitati ad esercitare la direzione spirituale come uno dei mezzi appropriati della pastorale vocazionale, della crescita personale, della formazione permanente nonchè come un vero aiuto nel cammino della santità. L’Esortazione post-sinodale è il primo documento ufficiale in cui si afferma l'opportunità che tutti i consacrati, uomini e donne, svolgano la direzione spirituale (p. 270). In ogni Istituto devono esserci membri qualificati che possano aiutare i loro fratelli e sorelle con la direzione spirituale. Non si deve confondere la direzione spirituale e la guida spirituale dell’autorità esercitata dai Superiori (p.288).

In Christifideles laici si fanno solo accenni impliciti ai diversi compiti della direzione spirituale. Questa direzione non è istituzionalizzata, ma si svolge più liberamente ed assume modalità differenti. L'espansione delle sette e dei nuovi movimenti religiosi è probabilmente dovuta anche alla mancanza di direzione spirituale da parte dei sacerdoti (p.320). Giovanni Paolo II in questo suo documento riafferma l’importanza e l'opportunità della direzione spirituale per i laici in linea con il Concilio Vaticano II per la loro crescita umana e spirituale.

Nella terza parte: “Sintesi dottrinale” (pp.346-445), divisa in due capitoli, l'Autore fa la sintesi sulla natura, finalità e sulla pastorale della direzione spirituale. Ci sono numerose definizioni della direzione spirituale e della sua natura. Essa può essere definita come un’esperienza di aiuto spirituale inserita in un rapporto interpersonale che si concretizza nella forma del colloquio spirituale, distinta da altri tipi di aiuto spirituale, e con la finalità di discernere la volontà di Dio per crescere in Cristo (p.352). Nella direzione spirituale si intrecciano tre relazioni: tra lo Spirito Santo che è la vera guida spirituale, la persona diretta e il direttore spirituale. Gli ultimi due sono “fratelli nella fede” ed entrambi alla “scuola dello Spirito” (p.355). Oltre che per le dimensioni teologale ed antropologica della direzione spirituale, questa si qualifica soprattutto come una mediazione della Chiesa per aiutare i fedeli a scoprire la concreta volontà di Dio e a raggiungere la maturità umana e spirituale. La pastorale della direzione spirituale invece è orientata a rispondere alla domanda: come si fa la direzione spirituale nella sua duplice forma; come si riceve la direzione spirituale e come si dà la direzione tenendo presente che la direzione spirituale è destinata a tutti i cristiani di diversi stati di vita nella Chiesa: sacerdoti, persone consacrate, i fedeli laici. Per scoprire e valorizzare il ruolo della “paternità spirituale” si richiedono nei direttori spirituali delle qualità specifiche: la scienza, la prudenza, la maturità affettiva, la vita spirituale intensa, l’esperienza spirituale personale in quanto ricevuta e in quanto data (pp.433-445).

L’Autore conclude il suo lavoro con delle Conclusioni generali (pp.447-455) presentando alcuni punti salienti che indicano le “vie” per ricomprendere la direzione spirituale.

L’Opera di Ivan Platovnjak è senza dubbio un contributo molto prezioso alla retta comprensione della dottrina sulla direzione spirituale destinata a tutti i fedeli. Ogni stato di vita nella  Chiesa è infatti chiamato alla santità. La direzione spirituale è uno strumento sempre valido ed efficace per la formazione del cristiano nell'impegno a raggiungere la santità nella propria vocazionale personale. A tutti quelli che si dedicano sia “ex ufficio”, sia “spontaneamente” a questa attività pastorale della Chiesa, quest'Opera di Ivan Platovnjak è un aiuto indispensabile e prezioso.