Armijos Jorge ,
Giornata di studio della facoltā di Diritto Canonico,
in
Antonianum, 75/1 (2000) p. 203-205
.
Giovedì, 9 dicembre 1999, dalle ore 16.00 alle 18.30 si è tenuto presso il Pontificio Ateneo Antonianum in Roma, un Incontro di studio organizzato dalla Facoltà di Diritto Canonico e intitolato “Diritti umani: sfida del Terzo Millennio”.
Nonostante il giorno lavorativo c’è stata una buona presenza di pubblico, tra gli uditori, erano presenti avvocati, professori, studenti, religiosi e laici. Gli uditori hanno seguito con grande interesse e attenzione le relazioni sapendo che la recente celebrazione del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani (10 dicembre 1948), è stata realizzata proprio un anno fa (10 dicembre 1998), con grandi avvenimenti, conferenze, adunanze, ecc. in tutto il mondo.
L’incontro è stato moderato dal Prof. Heinz-Meinolf Stamm ofm, professore della nostra Facoltà di Diritto Canonico presso l’Ateneo Antonianum, e anche professore nell’univesità Lateranense. Egli ricorda che la tutela dei diritti della persona è condizione necessaria per instaurare un ordine politico-giuridico più giusto nel mondo, secondo l’insegnamento del Magistero della Chiesa (Gaudium et spes, n. 73). Per cui la sfida più grande che oggi affrontiamo è senza altro quella dei diritti umani.
Dopo aver presentato i relatori, è iniziata l’esposizione delle relazioni. La giornata è stata svolta in due parti: 1) nella prima parte si sono tenute le relazioni di tutti i relatori; 2) nella seconda parte si sono tenute le discussioni con la partecipazione degli uditori.
I Parte
a) Prima relazione: “Unità e Indivisibilità dei diritti dell’uomo” di Dott. Giorgio Filibeck, Officiale presso il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, laureato in diritto presso l’università “La Sapienza” di Roma nel 1968, autore di numerosi libri sui diritti umani. È esperto in questa materia soprattutto dal punto di vista della attività della Santa Sede nel campo dei diritti umani.
Sottolinea l’importanza di questo incontro proprio nel segno del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. A livello dell’universalità dei diritti umani, nel corso degli ultimi 50 anni si può scoprire una notevole crescita di sensibilità dell’opinione pubblica su questa materia, senza per questo voler chiudere gli occhi davanti a tutti i crimini commessi, alle repressioni dei diritti e alla poca rilevanza pratica dei diritti umani. Infatti, l’estensione delle violazioni dei diritti dell’uomo è incalcolabile in tutto il mondo, e perciò è urgente educarci ed educare più in profondità sui valori dei diritti umani, e la Chiesa assume questo grave e delicato compito di essere educatrice anche su questa materia.
Il relatore traccia un quadro storico sul lavoro della Chiesa e degli Stati, per rilevare gli aspetti positivi e negativi, i progressi e i regressi in un campo assai vasto e complesso. Così incominciando con l’intervento sui diritti umani del Papa Pio VI e continuando con i seguenti Romani Pontefici, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI si arriva alla grande attività dell’attuale Pontefice, Giovanni Paolo II, che avendo come base quanto si è detto e fatto in questo campo, continua a sviluppare il suo ruolo di maestro, gridando e difendendo con più forza la dignità della persona umana creata a immagine di Dio, e proprio perchè ogni essere umano è persona sin dal grembo materno, ogni persona è soggetto anche di diritti e di doveri.
A livello dell’indivisibilità dei diritti umani, i diritti umani sono strettamente connessi con i diritti economici, sociali, culturali, religiosi, ecc. Tutti i diritti devono essere assistiti dalla loro garanzia. Il magistero Pontificio ha difeso e promosso sempre i diritti delle persone senza distinzioni, perché la vita umana essendo un dono di Dio è sacra e nessuno deve attentare contra la sua sacralità, perché è attentare contro Dio stesso, autore della vita. Comunque i diritti umani rappresentano per tutti una sfida cruciale in quanto che esigono le dovute garanzie da parte di tutti, sono una sfida di speranza in Cristo, Signore della storia e vincitore della morte. Per cui le prospettive che si aprono davanti a noi sono e devono essere ispirate più dell’amore che dalla mera giustizia, come riflesso dell’autentica verità dell’uomo.
b) Seconda relazione: “La protezione e la promozione dei diritti umani” di Martino Sardi ofm, Professore di diritti umani e di altre materie giuridiche nella Facoltà di Diritto Canonico presso il Pontificio Ateneo Antonianum. Egli ha spiegato in senso generale il bisogno di una giusta promozione dei diritti dell’uomo, perché esiste ancora una forte violenza contro i diritti delle persone, soprattutto in alcuni paesi, dove i diritti dei cittadini vengono spesso calpestati e violentati.
I diritti delle persone non possono costituire soltanto un ideale e meno ancora rimanere in una semplice teoria, perché sono innati alla vita di qualsiasi essere umano, per cui è urgente e imprescindibile cercare i modi più pratici per una giusta promozione e protezione.
Come viene espresso nella Dichiarazione di Vienna del 1993, i diritti umani sono per tutti, senza distinzione razziale o religiosa, senza discriminazione a causa della lingua o della posizione sociale. In virtù di questi principi questa Dichiarazione sottolinea la necessità di una giusta e urgente promozione e protezione. I diritti delle persone, incominciando dal diritto alla vita e alla libertà devono essere tutelati da qualsiasi tipo di violazione; perciò tanto gli organismi che tutte le associazioni costituite per questo compito, devono promuore e difendere più che mai questi diritti che spesso vengono violentanti.
Il relatore segnala le violazioni che si commettono contro i bambini sin dalla loro nascita, lo sfruttamento dei bambini che lavorano, i bambini disabili, i bambini incarcerati, e finalmente mette di rilievo anche le violazioni contro i diritti delle donne in alcuni paesi, i diritti delle minoranze etniche (indigeni, immigrati, ...).
La Chiesa attraverso il lavoro dei suoi agenti religiosi e laici come mediante il suo magistero è sempre in funzione di difendere e promuovere questi diritti, con lo scopo di giungere all’autodeterminazione dei popoli. Ma tutti, in qualche maniera, devono sforzarsi per garantire i diritti fondamentali, soprattutto in favore dei popoli deboli.
c) Terza relazione: “Il Tribunale internazionale per i crimini contro l’umanità al servizio della tutela dei diritti umani”, della Dott.ssa Elisabetta Noli, Vice-presidente della Sezione italiana di Amnesty International. Ella è laureata in diritto e lavora in questo Tribunale da alcuni anni. Presenta l’importanza di questa organizzazione non governativa come una grande intuizione dal punto di vista della garanzia dei diritti delle persone a livello mondiale. Ogni anno si tengono a Ginevra incontri di questi organismi per valutare e verificare le diverse situazioni e determinare nuove modalità di garanzia dei diritti.
Questo organismo costituisce una vera rivoluzione nel campo della tutela dei diritti. Infatti, la Corte Penale internazionale permanente si preoccupa anzitutto dei crimini di genocidio (come quelli commessi recentemente in Ruanda e nella ex-Jugoslavia), dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra che si commettono in diverse parti del mondo. Si tratta di salvaguardare, tutelare e promuovere i diritti in modo universale e costante, e questo sforzo si verifica soprattutto in casi di guerra. Loro agiscono in base a un principio di giurisdizione universale, a livello soprannazionale ma senza soppiantare la responsabilità degli Stati, tranne il caso in cui uno Stato non agisca di fronte alle violazioni dei diritti, allora la Corte Penale internazionale interviene in via subalterna.
La Corte benchè è un istrumento giuridico internazionale ha bisogno del consenso da parte dello Stato. Per cui si è creato il Consiglio di sicurezza, per avere una certa independenza dei giudici, i quali agiscono secondo il modello Standard internazionale, e ha una diplomazia militare. Lo Statuto che regge la Corte Penale internazionale serve a fare agire independentemente il Procuratore, con discrezionalità dell’azione penale, entro un sistema di garanzia dei diritti umani e contro i crimini di ogni genere. Il ruolo della Corte penale è stimolare o muovere ad agire lo Stato di fronte a questi crimini, ma non si mette al posto dello Stato.
II Parte
a) Discussione: dopo una pausa di 10 minuti, si tiene la Discussione, come seconda parte di questa giornata di studio, la quale si è conclusa con un dibattito, moderato dal Prof. Heinz-Meinolf Stamm, ofm, con varie domande ed interventi da parte degli uditori e risposte da parte dei relatori. Ci sono state delle domande molto interessanti che hanno dimostrato l’interesse e la preoccupazione degli ascoltatori riguardo al tema trattato.
b) Ringraziamento: tanto il moderatore, Prof. Stamm, come il Pro-Decano della Facoltà di Diritto Canonico, Prof. Nikolaus Schöch, si congratulano e ringraziano i relatori e gli uditori per questa giornata di studio segnata da una positiva e notevole partecipazione.
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