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Recensione: JOAQUÍN LLOBELL – ENRIQUE DE LEÒN – JESÚS NAVARRETE; Il libro "De processibus" nella codificazione del 1917. Studi e documenti, vol. I: Cenni storici sulla codificazione "De iudiciis in genere". Il processo contenzioso ordinario e sommario. Il

 
 
 
Foto Schöch Nikolaus , Recensione: JOAQUÍN LLOBELL – ENRIQUE DE LEÒN – JESÚS NAVARRETE; Il libro "De processibus" nella codificazione del 1917. Studi e documenti, vol. I: Cenni storici sulla codificazione "De iudiciis in genere". Il processo contenzioso ordinario e sommario. Il, in Antonianum, 74/3 (1999) p. 568-571 .

Desta meraviglia la pubblicazione di un nuovo libro sul diritto processuale del Codice del 1917. E' vero, infatti, che non mancano ottimi commenti al diritto processuale pio-benedettino come ad esempio i classici di Roberti o Lega-Bartoccetti. Gli autori della presente pubblicazione però non intendono presentare un nuovo commento ma un prezioso strumento di lavoro che non poteva venir elaborato prima perché i commentatori del Codice del 1917 non avevano accesso al fondo segreto della Commissione Pontificia instaurata da Pio X nel 1904, chiamato più esattamente "Fondo Codex Iuris Canonici" nell'Archivio Segreto Vaticano che contiene il materiale elaborato o ricevuto dalla Commissione Pontificia dalla sua istituzione fino alla promulgazione. Tale fondo provveniva dalla Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari e rimase molto tempo nell'archivio della Segreteria di Stato dalla quale dipendeva. Solo in data prossima all'apertura dei documenti riguardanti il pontificato di Benedetto XV (agosto 1985) venne aperto agli studiosi. Tutte le numerose pubblicazioni sulla storia del Codice del 1917 a cominciare dai documenti ufficiali della Santa Sede pubblicati negli Acta Apostolicae Sedis e la prefazione alle Fontes da parte di Gasparri o alcune informazioni riferite dai membri della commissione costituivano finora l'unico materiale per lo studio dell'iter della Codificazione per cui la massima parte della storia della codificazione pio-benedettina rimane tuttora da scrivere. Gli autori intendevano perciò soprattutto approfondire la storiografia riguardo alla codificazione del CIC 1917, con particolare attenzione al Liber Quartus "De processibus".

Conviene ricordarsi dello stato di confusione alla vigilia della codificazione che rese difficile l'individuazione della normativa canonica vigente per valutare correttamente il lavoro dei Padri del Codice pio-benedettino. Il Cardinale Stickler riassumeva la situazione con le seguenti parole: multitudo legum, inordinatio legum, forma legum, incertitudo legum, inutilitas legum, lacunae legum. La normativa venne costituita da un materiale eterogeneo: le Decretali di Gregorio IX, alcune Clementine, due costituzioni di Benedetto XIV, altre Costituzioni pontificie e varie istruzioni delle Congregazioni Romane. Il progetto della codificazione non era nuovo nemmeno in ambito ecclesiastico: il 10 novembre 1834 Gregorio XVI promulgò per gli Stati pontifici un ampio codice su diverse materie di cui i §§ 267-394 riguardavano gli organi giudiziali, e i §§ 395-1806 le norme processuali. La cosiddetta Instructio Austriaca elaborata nel 1853 per iniziativa privata dell'Arcivescovo di Vienna, il Cardinale Rauscher, costituiva un tentativo ben riuscito di riassumere in una compilazione organica della normativa sul processo matrimoniale canonico. Essa esercitò un enorme influsso sulla codificazione del processo matrimoniale canonico. Sullo sfondo di tale situazione spicca il primo documento riguardante l'inizio dei lavori di codificazione, che costituisce il punto di partenza per gli autori del libro presentato, cioè una lettera del Papa Pio X dell'11 gennaio 1904 al Cardinale Gennari che venne incaricato dell'elaborazione della prima stesura del Motu proprio Arduum sane munus.

Gli autori del presente volume hanno meritevolmente e con notevole sforzo superato la difficoltà della presentazione del materiale eterogeneo e disordinato che costituisce il "Fondo Codex Iuris Canonici" dell'Archivio Segreto Vaticano. Dalle analisi risulta che la Commissione Pontificia completò il lavoro principale durante lo studio dei voti dei consultori e dei collaboratori, preparando gli schemi, che sarebbero stati oggetto di riesame da parte della commissione speciale e, in seguito del Congresso dei Cardinali, dell'episcopato universale e dei superiori religiosi (1904-1915). La Commissione composta da 16 Cardinali venne presieduta dallo stesso Papa mentre uno dei cardinali, Gasparri presiedeva la commissione dei Consultori. Tali organi si radunavano in congregazioni generali e congregazioni speciali. Dopo i suggerimenti dei Dicasteri della Curia Romana (1916) la Commissione venne ridotta a Gasparri e ad alcuni collaboratori di sua fiducia. Dopo non ci sono altri documenti e i successivi Congressi dei Cardinali non furono verbalizzati. Gli autori ridimensionano la quantità del materiale perduto in occasione di una pulizia che invece secondo alcuni studiosi degli anni Cinquanta sarebbe enorme. In realtà si tratta di copie di schemi stampati considerati documentalmente piuttosto superflui. L'attenta analisi dei documenti ha portato anche ad un ridimensionamento del ruolo del Cardinale Gasparri nella Codificazione: non fu il protagonista assoluto che egli stesso voleva far credere. Fino al 1915 il suo contributo alla stesura della normativa processuale è molto ridotto. Soltanto come ponente durante il Congresso cardinalizio il suo ruolo è da considerarsi determinante. Tale assemblea valutava gli schemi preparati dai consultori e cercava di conciliare i loro pareri contrastanti. Dagli schemi, verbali, postulata ed animadversiones Episcoporum riportati nel volume scaturisce un trattato completo del diritto processuale secondo le Decretali che costituiva la base dei lavori ancora prima della fase finale in cui soltanto il Cardinale Gasparri dirigeva i lavori.

Il presente primo volume dell'opera, di enorme mole, si divide in due parti: la prima parte è dedicata allo Studio introduttivo (pp. 17-230). La parte seconda comprendente 1000 pagine (!) invece riporta i singoli documenti trascritti in lingua originale dall'Archivio Segreto Vaticano (pp. 231-1242). L'opera termina con quattro appendici (pp. 1243-1303). La prima parte segue lo schema dal generale al particolare e, subordinatamente, l'ordine cronologico cominciando con la decisione di preparare un codice, la nomina e il regolamento della commissione, la prima consultazione dei vescovi nonché si conclude con l'esposizione del contributo delle Università Cattoliche. Il secondo capitolo spiega il funzionamento della Commissione Pontificia al Congresso plenario dei Cardinali, il loro congresso speciale, l'opera dei consultori nella commissione plenaria e la commissione speciale, la distinzione tra consultore e collaboratore e si conclude con l'excursus sulla distinzione tra "consultore" e "collaboratore". Alla fine viene offerta una spiegazione dei principali documenti utilizzati suddivisi in: vota, verbali, schemata, e animadversiones dei Vescovi e dei Superiori Religiosi.

Il terzo capitolo espone i progetti sull'organizzazione giudiziaria che mirava al superamento dell'impostazione privatistica del processo canonico nonché le varie questioni sulla potestà ecclesiastica con la distinzione tra la potestà amministrativa, la potestà giudiziaria e i tentativi per ottenere una procedura unitaria, semplice ed economica. Il metodo applicato è il seguente: lo schema stampato veniva distribuito ai consultori. Prima venivano studiati i voti, dopo si discuteva sullo schema. L'insieme delle adunanze per lo studio di un progetto, voto o schema si chiamava lettura. Questo metodo venne applicato anche ai progetti della lex propria della Rota Romana e della Segnatura Apostolica.

Il quarto capitolo contiene la codificazione del processo matrimoniale ("De causis matrimonialibus") cominciando con il primo schema ordinario per il Congresso dei Cardinali del 1910 e i suoi verbali. Contiene i voti dei consultori del 1908 e gli altri schemi del 1912, 1914, 1915, 1916 e 1917. Seguono degli studi elaborati in questa fase come quello sulle diocesi suburbicarie.

Dopo questa presentazione riassuntiva comincia la parte più ampia del volume cioè la pubblicazione del testo completo dei singoli documenti preceduto dall'indice di tutto il "Fondo Codex Iuris Canonici" incluso l'indice dei doppioni. Vengono pubblicati in versione originale la prima proposta di Gasparri ai Cardinali membri della S.C. degli Affari Ecclesiastici Straordinari sul progetto della codificazione, i verbali delle adunanze dei Cardinali del 1904, il testo completo del regolamento della commissione pontificia per la Codificazione, le prime riflessioni sul processo matrimoniale e la suddivisione delle materie nel 1904, i primi progetti sull'organizzazione giudiziaria e sul processo ordinario, il relativo studio storico-documentale e gli schemi degli anni 1907-1910 della Commissione speciale dei consultori e del Congresso dei Cardinali sul libro De processibus. Si presenta anche il primo progetto della lex propria per la Rota Romana e la Segnatura Apostolica del 1908 e i relativi verbali. Particolare attenzione viene dedicata alla genesi del testo sul processo di nullità del matrimonio e le rispettive Animadversiones Episcoporum. Il volume offre tutti i documenti dell'ASV riguardanti i primi 18 titoli del libro De processibus (cann. 1552-1924), De modis evitandi iudicium contentiosum (cann. 1925-1933) e l'intera documentazione riguardante il titolo 20 De causis matrimonialibus (cann. 1960-1992). Esso contiene tutti i verbali del Congresso dei Cardinali sulla decisione di promulgare un codice (marzo 1904) e della Commissione per lo studio della divisione delle materie (aprile-giugno 1904), tutti i "Postulata Episcoporum" in materia processuale (1905-1908), tutti i verbali della Commissione dei consultori (1907-1910) e del Congresso Cardinalizio (del 22 febbraio al 25 aprile 1910). La seconda parte contiene anche dei documenti elaborati dopo il 25 aprile 1910. Il presente primo volume contiene solo quelli riguardanti il processo matrimoniale, la cui edizione è completa comprendendo l'intero periodo di codificazione (1904-1917). La pubblicazione del restante materiale del "Fondo Codex Iuris Canonici" sul libro De processibus del CIC 1917 si trova in fase di elaborazione e sarà compresa nei volumi II e III di futura pubblicazione.

L'appendice contiene la documentazione relativa alla codificazione collocata al di fuori dell'Archivio Segreto Vaticano, le tavole sinottiche dei canoni e degli schemi pubblicati dal Roberti, le corrispondenze fra le rubriche dei diversi progetti confrontati con quelle dei Codici 1917, 1983 e della Costituzione apostolica "Pastor bonus". Il volume si conclude con una breve cronologia dei lavori di codificazione del 1917 con particolare riferimento al processo contenzioso ordinario e al processo matrimoniale.

Non si tratta di un libro di facile lettura ma piuttosto di una enorme raccolta di materiale da usare come chiave ermeneutica per la storia e il pensiero che ha ispirato la codificazione del 1917. L'importanza del lavoro supera l'ambito della storia del diritto canonico perché i canoni del 1917 costituiscono, in gran parte, specialmente nell'ambito del diritto processuale, le fonti del codice vigente. Alcuni dei canoni del 1917 furono recepiti senza modificazione nel Codice del 1983 e sono, tuttora, vigenti. L'edizione del "Fondo Codex Iuris Canonici", limitato nel nostro volume al diritto processuale, dunque, con spiegazioni e ampie introduzioni ai singoli documenti, costituisce una fonte per numerosissime nuove ricerche ormai anche su materiale nuovo tenuto segreto fino all'apertura del fondo archivistico del Pontificato di Benedetto XV nell'anno 1985. Con la presente pubblicazione il materiale diventa reperibile in modo ordinato e completo. Gli studiosi del diritto processuale non dovranno per tanto più recarsi alla sede dell'Archivio Segreto Vaticano.

E' auspicabile la rapida pubblicazione dei volumi II e III dell'opera per mettere a disposizione dei ricercatori l'enorme materiale che costituisce il frutto di 13 anni di lavoro per la codificazione del Codice del 1917 e offre materia per approfondite ricerche che riusciranno a superare, grazie al materiale tenuto quasi 70 anni segreto, i classici commentatori del CIC 1917. Il volume offre la possibilità di ottenere una conoscenza veramente nuova sulla genesi della normativa dei Codici del 1917 e 1983 e permette anche la valutazione critica di precedenti edizioni parziali di alcune parti del fondo. Gli autori presentano una critica dettagliata dell'edizione più ampia degli schemi finora accessibili, realizzata dall'Uditore della Rota Romana, Mons. Francesco Roberti nel 1940 e preceduta da un suo articolo del 1937. Dopo un attento studio di tutte le parti del fondo essi sono giunti ad una valutazione critica dell'opera del Roberti e espongono le loro obiezioni, ad esempio, la mescolanza tra lo Schema 1909 Cardinali e lo Schema 'Liber Tertius': "...il primo schema fu quello studiato dal Congresso cardinalizio nel 1910, mentre il secondo fu quello redatto successivamente, sempre nel 1910, per accogliere le modifiche apportate al primo dai Cardinali: la fusione di entrambi gli schemi in una medesima colonna appare, storicamente e metodologicamente, a nostro avviso, difficilmente condivisibile. Come è evidente, una tale scelta metodologica rende gli Schemata poco utili ai fini della comprensione della genesi del testo" (p. 181).

Il presente volume costituisce, quindi, una fonte imprescindibile e più affidabile delle edizioni del passato per l'interpretazione storica di una parte della normativa vigente del diritto processuale canonico. Avendo davanti agli occhi un modello per la presentazione del materiale inedito sarà più facile in futuro dedicarsi a simili pubblicazioni aprendo al gran pubblico degli studiosi anche gli altri libri del Codice del 1917 ancora nascosti nel "Fondo Codex Iuris Canonici" dell'Archivio Segreto Vaticano.