Nobile Marco ,
Recensione: MARTIN HENGEL, Gli zeloti. Ricerche sul movimento di liberazione giudaico dai tempi di Erode I al 70 d.C. ,
in
Antonianum, 73/2 (1998) p. 365-366
.
La presente opera è ormai un classico del genere. Essa si situa all'origine di un tipo di ricerca storica che voleva approfondire gli aspetti socio-culturali e religiosi dell'epoca del tardo giudaismo, per poterne conoscere adeguatamente la fisionomia, messa in ombra da un'eccessiva tradizione esegetico-teologica degli studiosi di Nuovo Testamento. Certo, sono passati vent'anni dalla sua pubblicazione (la traduzione italiana si basa su quella inglese del 1989), la quale è a sua volta una seconda edizione dell'originale lavoro dottorale del 1961; tuttavia, la metodologia seguita e i risultati della ricerca di H., si mantengono ancora sufficientemente validi: è per questo che l'opera è un classico.
Questo fatto non esclude, come ammette l'autore stesso nell'interessante prefazione all'edizione italiana, che vi debbano essere degli ampliamenti e delle modifiche, oltre a delle integrazioni, dovute all'intensificarsi degli studi sulla galassia del giudaismo intertestamentario negli ultimi decenni, grazie proprio a studi battistrada come quello in questione. Del resto, l'H. stesso offre un minimo di aggiornamento bibliografico nella prefazione suddetta. Alla fine dell'opera, inoltre, vi è un'aggiunta bibliografica che arriva fino al 1987.
La tesi di fondo di H. è che quello degli zeloti è da considerarsi come un movimento di rivolta antiromana solido e unitario nel tempo, addirittura con una struttura portante "dinastica", che sarebbe partita dal "superbrigante" Ezechia (come lo definisce Giuseppe Flavio) e dal figlio Giuda il Galileo, fondatore vero e proprio del partito zelota, e si sarebbe continuata nel figlio Menachem e altri probabili figli, per finire con l'Eleazaro della prima guerra giudaica (73 d.C.).
La tesi, data l'epoca in cui è stata formulata, si basa quasi esclusivamente sul pur ritenuto inaffidabile Giuseppe Flavio e, come fonti secondarie, su testimonianze (ancora scarse venti o trent'anni fa: per questo secondarie...) d'epoca, su scritti cristiani e su letteratura rabbinica (quest'ultima, un campo ritenuto oggi discutibile come strumento d'impiego per l'epoca in questione). Nonostante questa povertà di fonti, bisogna però riconoscere che l'H. sviluppa con vigore e rigore la sua tesi. In particolare, egli difende la motivazione esclusivamente religiosa della rivolta zelota, contro tentativi, specialmente quelli attuali (vedi prefazione alle pp. 11s), di offrire una base primariamente sociale ed economica, secondo gli orientamenti ispirantisi all'ideologia marxista (cf. ad es. l'opera di R. Horsley e J. Hanson, Bandits, Prophets and Messiahs, Minneapolis 1985, tradotto dalla stessa Paideia nel 1995). Si può convenire con l'autore, a patto di non cadere nell'estremo opposto: l'esempio che egli porta, ancora nella prefazione a p. 14, del fondamentalismo islamico odierno si presenta certamente come un fenomeno a prima vista religioso, ma in realtà le sue motivazioni recondite, come in tutte le azioni umane, sono più complesse e sono anche di ordine socio politico ed economico, oltre che culturale e religioso.
Tali nostre osservazioni sono marginali rispetto alla robusta struttura dell'opera che si articola nel modo seguente. Dopo aver affrontato il problema delle fonti, l'autore compie un'indagine filologica sulle varie denominazioni riferentisi agli zeloti (briganti, sicarii, barjone, galilei, zelatori); segue un ampio studio sulla "quarta setta di filosofi", come la chiama Giuseppe Flavio, fondata da Giuda il Galileo. Vengono poi due capitoli dedicati alla definizione della fisionomia prettamente religiosa del movimento: lo zelo per l'obbedienza assoluta a Dio e alla sua esclusiva signoria sul mondo e il loro inquadramento nelle aspettative escatologico-apocalittiche dell'epoca. Chiude la trattazione un capitolo che dà stavolta un quadro sistematico del processo storico avuto dal movimento zelota, a partire dall'uccisione di Ezechia da parte di Erode I fino al suo collasso con l'uccisione di Menachem e con la tragica fine della prima guerra giudaica.
Una serie ben curata di utili indici, oltre alla bibliografia, correda quest'opera capitale finalmente accessibile anche alla cultura italiana.
|