Papez Viktor ,
Recensione: Jųrgen Olschewski, Das Recht auf Sakramentenempfang. Zur Entwicklung eines Fundamentalrechtes der Glāubigen vom Konzil von Trient bis zur Gegenwart,
in
Antonianum, 73/3 (1998) p. 610-611
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L'Opera di Jùrgen Olschewski fu presentata nel 1997 alla Facoltà Teologica della "Ruhr Universitàt Bochtum" come disertazione dottorale. L'Autore tocca un tema di grande rilevanza ed attualità nella Chiesa cattolica dell'epoca post-conciliare: i diritti "fondamentali" del battezzato nella Chiesa. Seppure questi diritti non sono stati del tutto sconosciuti al Codice Pio-benedettino, essi con il nuovo Codice per la prima volta nella storia della Chiesa vengono espressamente elencati, sistemati e fondati sull'ecclesiologia del Vaticano II. E' vero che la Chiesa da una parte riconosce i diritti dei fedeli, ma dall'altra parte è la stessa autorità ecclesiastica che, in vista del bene comune, regola l'esercizio dei diritti che sono propri dei fedeli (can.223). Il fondamento ultimo di questi diritti, che non sono assoluti, ma relativi e correlativi, si trova nella condizione cristiana e non devono la loro esistenza ad una concessione del Legislatore ecclesiastico. E' interessante che il Codice attuale eviti di qualificare i diritti del fedele come diritti "fondamentali", sia perchè da una parte potrebbe essere pericoloso trasferire le categorie giuridiche del diritto civile all'ordinamento canonico, sia perchè manca ancora un sufficiente consenso dottrinale in tale materia. L'Autore si esprime per la così detta "Fundamentalrechtstheorie" che è generalmente ammessa nel mondo giuridico di lingua tedesca. Il Codice del 1983 sancisce infatti un diritto "fondamentale" che poi in diversi canoni viene più specificato, e cioè che "ius est christifidelibus" di ricevere dai sacri Pastori gli aiuti derivanti dai beni spirituali della Chiesa, soprattutto dalla parola di Dio e dai sacramenti (can. 213). L'Autore nel suo lavoro scientifico si limita sostanzialmente ad esporre storicamente, dal Tridentino fino ad oggi, il diritto dei fedeli alle ricezione dei Sacramenti come uno dei diritti "fondamentali" del cristiano.
L'Autore sistematicamente divide il contenuto del suo libro in tre parti con undici capitoli aggiungendo alla fine una abbondante bibliografia delle fonti e della letteratura (21 pagine) e un elenco dei canoni citati nel testo della dissertazione.
La prima parte è uno sguardo storico del diritto del fedele a ricevere i sacramenti partendo dal Concilio di Trento (1545-1563) che ha stabilito, in vista della Riforma, la disciplina sacramentaria rimasta prevalentemente in vigore fino ad oggi. Il Tridentino non parla del diritto dei fedeli ai sacramenti, tuttavia esso implicitamente viene indicato alla luce della "cura animarum" e dipendente dal dovere del clero di amministrare i sacramenti necessari per la salvezza dei fedeli. Per una retta comprensione della storia giuridica circa il diritto dei laici "recipiendi a clero ad normam ecclesiasticae disciplinae, spiritualia bona et potissimum adiumenta ad salutem necessaria" (CIC 1917 can.682), è necessaria: 1. la conoscenza delle fonti giuridiche che nel Codice precedente hanno "formulato" il can. 682, l'unico che espressamente espone lo "ius" dei laici; 2. la giurisprudenza canonica che parte dal battesimo come fonte primario del diritto dei fedeli ai sacramenti e li interpreta nella luce della diferenziazione tra chierici e laici; i canonisti del secolo 19° invece cominciano ad accentuare alcuni diritti dei fedeli, che sono presenti nel Codice attuale, ed infine, 3. le codificazioni private del diritto (Jus Canonicum Generale; Monumenta Iuris Ecclesiastici, Codex Sanctae Catholicae Ecclesiae) che con la loro metodo e contenuto hanno avuto un influsso importante sull' elaborazione del CIC 1917.
La seconda parte del libro con due capitoli parla del diritto ai sacramenti nel Codice Pio-benedettino. Alla parte storica dell'elaborazione del can. 682 segue la parte interpretattiva dello stesso canone, che garantisce ai fedeli il diritto alla ricezione dei sacramenti. Questo diritto viene poi applicato in relazione con il dovere del Ministro sacro di amministrare "adiumenta ad salutem necessaria". Il diritto del fedele ai sacramenti nel can. 682 del CIC 1917 non può essere considerato un diritto fondamentale in senso proprio, ma piuttosto è un diritto strettamente correlativo con i doveri dei chierici. In questo senso accanto al diritto del fedele ai sacramenti si possono trovare nel CIC "leges speciales" che concretamente applicano il can. 682 nella luce del triplice "munus" dei chierici (pp.179-183).
La terza parte della disertazione è la più ampia ed è dedicata al diritto ai sacramenti nel nuovo Codice canonico. In sei capitoli l'Autore presenta: 1. la storia dell'elaborazione del can. 213 che "somiglia" al can. 682 del Codice precedente (p.202), però è più conforme all'ecclesiologia del Vaticano II. L'Autore nel capitolo settimo analizza questo "ius fundamentale publicum vel ius subiectivum publicum" (p. 208) in relazione al Sacramento del battesimo, dell'Eucarestia (can. 912), del matrimonio (can. 219; 1058), e il diritto alle esequie ecclesiastiche (can. 1176). Non esiste il diritto "auf Taufe in der Kirche" perchè il non battezzato non è ancora "constituitur persona cum officiis et iuribus in Ecclesia" (can. 96), esiste invece il diritto "auf Taufe in die Kirche". Si tratta di un diritto specifico dell'uomo, e non di un diritto del fedele (p.229). Nell'esposizione del diritto del fedele all'Eucarestia (pp.230-237) l'Autore non cita la "Dichiarazione" del Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi (15.5.1997) che chiarisce i limiti di questo diritto quando in esso viene coinvolto un chierico sospeso a causa del suo matrimonio civile.
Il capitolo ottavo parla del dovere dei Ministri sacri di amministrare i Sacramenti (can. 843) sia "ex iustitia" (ex officio), sia "ex caritate"; nel capitolo seguente è esposta la problematica del diritto/dovere ai sacramenti nelle situazioni eccezionali: lo stato canonico irregolare del fedele (can.916), la celebrazione del matrimonio in forma straordinaria (can. 1116 § 1), il pericolo di morte, il Viatico, etc. Negli ultimi due capitoli l'Autore offre una valutazione giuridica del diritto alla recezione dei sacramenti; si tratta del diritto "fondamentale" del fedele che non può essere più esclusivamente considerato come un diritto correlativo al dovere del Ministro sacro di amministrare i Sacramenti.
Non c'è dubbio che il presente lavoro, con la sua sistematicità e chiarezza, sia un prezioso contributo allo studio e alla conoscenza del diritto canonico circa i diritti "fondamentali" dei fedeli nella Chiesa cattolica.
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