Pazzini Massimo ,
Recensione: REYMOND PHILIPPE, Dizionario di ebraico e aramaico biblici ,
in
Antonianum, 72/1 (1997) p.
.
Scriveva J. J. Scaliger (sec. XVI-XVII): «I peggiori criminali non dovrebbero mai essere condannati a morte o ai lavori forzati, bensì a compilare dizionari, perché tutte le torture sono comprese in questo lavoro». Queste parole non possono che suscitare la nostra benevolenza nei confronti di chiunque si accinga a compilare un dizionario o anche, come nel nostro caso, solo a tradurlo.
Ho letto diverse voci qua e là e, in particolare, tutte le voci del dizionario aramaico (pp. 459-496). Il testo ebraico/aramaico è sostanzialmente corretto. Ho controllato parecchie forme che mi sembravano «strane» e quasi sempre ho constatato che erano scritte in maniera corretta. Solo pochi errori presenti, fra l'altro, anche nell'edizione francese, ad es. «traa a p. 21 (invece di KFuatf); Tiro (alla voce nn) dovrebbe essere senza dagesh nella 1 (p. 466). Qualche svista è capitata anche nella traduzione italiana, ad es. memori (per memorie?) a p. 466; modificarlo (per modificato) alla voce HjB (p. 494).
Mi permetto di fare alcune osservazioni di cui si potrebbe tenere conto in caso di ulteriori edizioni: 1) Mi pare molto utile, se non addirittura indispensabile, mettere accanto ai nomi propri (di persona o di luogo) anche la loro traduzione o traslitterazione visto che questi nomi hanno un corrispondente nella Bibbia italiana. 2)
Sarebbe molto utile inserire qualche termine grammaticale in più, come l'indicazione di pronome, sostantivo o aggettivo, il genere maschile o femminile, l'indicazione delle persone accanto alle forme verbali, in particolare quando ne viene riportata una lista abbastanza lunga, ad es. con il verbo mp (p. 365), Q'fc (p. 406)e, in generale, con i verbi più usati. A volte queste indicazioni ci sono, ad es., nel caso del pronome dimostrativo njl (p. 466), mentre il più delle volte mancano, come nelle forme del plurale dello stesso pronome, j^R e ~ff» (p. 460). 3) Infastidisce non poco il rinvio ai commentari senza neppure proporre il senso che da tali commentari si ricava. Credo che un dizionario dovrebbe riportare almeno un significato, anche se incerto, prima di rimandare a un'altra opera. 4) Si potrebbe usare di più il carattere corsivo, soprattutto per fare risaltare i sottosignificati delle voci che hanno più sensi.
E stata una felice idea quella di tradurre un testo già scritto su computer: questo ha evitato inutile fatica e, soprattutto, errori e sviste tanto frequenti in questo genere di opere. Inoltre il fatto di avere il testo in computer sarà uno stimolo ad ampliare le edizioni che verranno. Il libro è bello a vedersi e ben stampato; fa onore alla Società biblica britannica e forestiera da tempo impegnata nel delicato settore della linguistica biblica.
|