Ottenbreit Estevao ,
Inaugurazione dell'Anno Accademico 1997-98. I- Saluto del Vicario Generale ,
in
Antonianum, 72/4 (1997) p. 715-716
.
A nome del Ministro Generale e Gran Cancelliere del Pontificio Ateneo An-toniano, sono lieto di rivolgermi a voi in occasione dell'inaugurazione del nuovo Anno Accademico.
È questa una occasione propizia che mi consente di esprimere il ringraziamento di tutto l'Ordine alle Autorità Accademiche, ai professori, agli ufficiali e al personale addetto per il loro impegno in favore della formazione culturale. Un sentito ringraziamento esprimo anche agli studenti che si sforzano di approfondire, in questo Pontificio Ateneo Antonianum, lo spirito e la vita secondo l'ispirazione francescana, per diventare dei veri testimoni profetici nella società odierna.
Come voi ben sapete, il nostro ultimo Capitolo Generale ha ribadito l'importanza della formazione intellettuale in vista dell'evangelizzazione, come già aveva fatto il Capitolo Generale del 1991, accogliendo l'esortazione del Santo Padre Giovanni Paolo II. Questi, citando Tommaso da Eccleston, ci aveva invitato a fondare la nostra evangelizzazione nella santità e nella sapienza. «La formazione intellettuale - diceva allora il Santo Padre - occorre considerarla come un'esigenza fondamentale dell'evangelizzazione. Essa - continuava il Papa - lungi dal nutrirsi di slogan, ideologie effimere o opinioni discutibili che potrebbero confondere i poveri, esige un investimento intellettuale continuo e approfondito, austero senza dubbio, ma a lungo sostenuto e animato della fede... Una fede autentica, in effetti, cerca l'intelligenza dei misteri, e un sano esercizio dell'intelligenza approfitta largamente dei lumi della fede» (Messaggio di S.S. Giovanni Paolo II al Capitolo Generale 1991, 6).
Da parte sua, il recente Capitolo Generale ha affermato: «Sentiamo il bisogno di una formazione solida, per una crescita umana e spirituale, per una fedeltà creativa al nostro carisma», in un mondo segnato da rapidi cambiamenti, dove si rischia di perdere ogni punto di riferimento nella vita (cf. Documento del Capitolo Generale 1997, n. 28). Questa «formazione solida» di cui parla il Capitolo, comprende senza dubbio tanti elementi. Non possiamo, infatti dimenticare che nella nostra formazione si cerca di percorrere una strada che porti l'«uomo» a diventare «fratello», un «fratello», poi, che vive la «sequela Christi», come Francesco, in fraternità, tenendo conto delle nuove circostanze in cui viviamo. Si dovrà tener conto, allora, di elementi di ordine psicologico, esistenziale, sociale, spirituale. Ma si dovrà, anche, tener conto di una solida formazione intellettuale, senza la quale non è possibile una «fedeltà creativa» al nostro carisma, né una risposta adeguata al «munus», alla vocazione, alla missione e alla ragion d'essere della nostra Fraternità: l'annuncio del Vangelo (cf. Messaggio di S.S. Giovanni Paolo II al Capitolo Generale 1997, 5). Lo diceva chiaramente il Papa al Capitolo del 91: «Il mandato "de poenitentia praedi-canda" esige una preparazione intellettuale seria, dal punto de vista delle scienze umane e sacre. Anche la nuova evangelizzazione... Che la predicazione dei frati oggi, [sulla scia dei santi e Dottori dell'Ordine], e secondo la Regola, sia "exammata et casta", vale a dire affinata nello studio, retta e senza mistificazioni!» {Messaggio di S.S. Giovanni Paolo al Capitolo Generale 1991, 7).
Siamo convinti che oggi è necessario rivitalizzare gli studi e la ricerca nella Chiesa e nell'Ordine. A questo punto, però, è necessario chiarire una cosa, ed è questa:
La formazione intellettuale deve essere intesa non come la semplice acquisizione di un bagaglio culturale, bensì come una interiorizzazione contemplativa che favorisca la Fraternità e che abiliti alla missione evangelizzatrice (cf. Ibid.).
In questo senso, il Capitolo del 1991 ci ricordava che «siamo convinti che un'effettiva evangelizzazione francescana comporta fedeltà alle nostre origini e, nello stesso tempo, attenzione alle realtà del mondo di oggi. Crediamo quindi che la formazione all'evangelizzazione suppone ed esige che, unitamente alla formazione intellettuale, cerchiamo pure di incarnarci, mediante la nostra forma evangelica di vita, nella cultura dei nostri popoli, per assumerla e trasformarla secondo le esigenze del Vangelo».
Si tratta, pertanto, di una sfida che oggi propongo sia ai professori e sia agli studenti del nostro Ateneo, tenendo presente quanto affermava il Ministro Generale, Fr. John Vaughn, nella sua Lettera all'Ordine del 23 aprile 1987: «L'impegno per una buona formazione è un dovere di tutti, sia a livello personale che comunitario. Se ben radicata sugli autentici valori francescani, essa assicura un itinerario di maturazione e di perfezione della vita di frate minore e aiuta a consolidare le fondamenta della propria fede».
L'inizio del nuovo Anno Accademico propone all'intera comunità accademica di questo Pontificio Ateneo Antoniano, il compito affidatoci dal Capitolo Generale: passare «dalla memoria alla profezia», anche a livello della formazione intellettuale.
Il Signore di ogni sapienza aiuti ognuno di noi a dare il meglio di noi stessi, senza dimenticare che sopra ogni cosa dobbiamo «desiderare di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione».
A tutti il mio augurio cordiale di buon lavoro con la benedizione del Serafico Padre.
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