Nobile Marco ,
Recensione: R. NORMAN WHYBRAY, Introduction to the Pentateuch ,
in
Antonianum, 71/3 (1996) p. 568-569
.
W. ha già consegnato di recente al mondo accademico il suo Making of the Pentateuch, nel quale fa il punto degli studi attorno al pentateuco, offrendo una sua personale posizione. Con questo piccolo libro, invece, egli vuole sminuzzare i grossi argomenti là svolti, per darvi accesso anche ai non addetti ai lavori. Così, ci si trova di fronte ad una piccola perla di letteratura scientifica divulgativa, nella quale alla rapidità e alla chiarezza del linguaggio, si unisce un'esposizione essenziale dei problemi che è sufficiente conoscere, per leggere in maniera appropriata il pentateuco e fruirne in modo adeguato.
Il saggio si compone di otto capitoli. I primi due introducono alla problematica circa i cinque libri biblici, formanti un'unità letteraria e storico-assiologica: in altri termini, il pentateuco, soprattutto per gli ebrei, costituisce un'entità storico-letteraria e teologica unica e fondamentale per l'identità e la vita di fede. Ora, questa unità di tipo assiologico non trova un'adeguata corrispondenza nell'origine e nello sviluppo dei testi concreti, i quali rivelano una lunga gestazione, difficilmente ricostruibile oggi nei dettagli, ma portante comunque al risultato incontrovertibile che è appunto il pentateuco nella sua fisionomia finale o «sincronica». Ed è su questa che si poggia la lettura corsiva introduttiva del W.; una lettura saporita che si dispiega nei ce. 3-7, passando per sapienti sviluppi tematici particolari, come quello sul Deuteronomio (e. 6) o sulle «leggi» (e. 7), veramente eccellenti.
Il e. 8 chiude il libretto con la presentazione e la giustificazione dei parametri di lettura dal W. adoperati. Egli condivide la posizione di coloro che oggi (e tra questi è anche chi recensisce il saggio) danno la preferenza ad una trattazione sincronica del pentateuco, nel quadro di un suo legame con i libri seguenti fino a 2 Re (Mayes, Rendtorff).
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