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Recensione: VITTORIO PALESTRO, Rassegna di giurisprudenza rotale nelle cause iurium e penali (1909-1993)

 
 
 
Foto Schoch Nikolaus , Recensione: VITTORIO PALESTRO, Rassegna di giurisprudenza rotale nelle cause iurium e penali (1909-1993) , in Antonianum, 71/4 (1996) p. 740-742 .

Mons. Vittorio Palestro, uditore emerito del Tribunale della Rota Romana, presenta un settore trascurato dell'attività del famoso Tribunale della Sede Aposto­lica che si dedica innanzitutto alle cause di nullità di matrimonio, una attività diven­tata negli ultimi anni quasi esclusiva mentre lo stesso Tribunale nella sua storia giu­dicava in seconda e terza istanza per lunghi periodi soprattutto cause civili, penali e persino commerciali. Quel periodo si chiuse con la cessazione dell'attività del Tri­bunale dovuta alla soppressione dello Stato Pontificio nel 1870. Oggi invece il set­tore civilistico e quello penalistico occupa un posto di importanza alquanto limitata nell'attività della Rota Romana, un fatto che deriva dalla situazione giudiziaria del­la Chiesa stessa.

Il volume di Mons. Palestro si limita al periodo dopo la restaurazione del Tri­bunale avvenuta sotto il Pontificato di Pio X con la riforma della Curia Romana re­golata dalla Costituzione apostolica «Sapienti Consilio» del 1908. La rassegna con­tiene tutte le sentenze delle «causae iurium» e penali pubblicate nelle «Decisiones seu Sententiae selectae» dal 1909, anno della restaurazione della Rota Romana a partire dal quale assunse sostanzialmente la fisionomia giurisdizionale nell'ordina­mento canonico, fino al 1993 incluso. Tuttavia la rassegna delle sentenze pubblicate arriva praticamente solo al 1991 perché negli anni 1992 e 1993 non furono emanate delle sentenze in materia.

L'autore ha scelto il metodo già usato sia nelle antiche collezioni sia in quella ufficiale recente, cioè il metodo storico per cui si riferiscono le decisioni in ordine cronologico «rilevando di ogni sentenza quel particolare punto di diritto che è stato applicato nella soluzione del caso proposto e che può essere utilizzato come rife­rimento per casi similari» (19). La rassegna riporta soltanto sentenze pubblicate. Dal 1909 fino al 1947 furono pubblicate tutte le sentenze emanate, mentre dal 1948 in poi solo una selezione. La mancanza di sentenze non pubblicate nella rassegna non toglie valore alla rassegna perché molte delle cause non pubblicate sono state rinunziate, terminate con la transazione o appellate in Rota solo per questioni in­cidentali (20) e possono essere consultate con permesso speciale presso la Cancel­leria della Rota (21).

Nell'introduzione, che occupa 18 pagine, Mons. Palestro spiega ampiamente la funzione della Rota Romana nella storia e nel nuovo ordinamento della Curia Romana secondo la Costituzione apostolica «Pastor bonus» del 28 giugno 1988. La Rota Romana ha il compito di essere «guida rispetto alle diverse giurisprudenze lo­cali che risentono talvolta di situazioni contingenti e sono portate ad immedesimar­si in esse trovando soluzioni che non sono sempre in sintonia con i principi aspira­tori dell'ordinamento canonico» (8). La sua giurisprudenza offre una fonte di dirit­to per la soluzione di complesse fattispecie. Il prestigio della Rota Romana deriva anche dalla lunghissima esperienza e dalla storia di decisioni ed argomentazioni che contribuirono allo sviluppo del diritto sia canonico sia civile (11).

Le decisioni della Rota Romana e così anche quelle nelle «causae iurium» e penali presentate nella rassegna hanno come base e fondamento la precedente giu­risprudenza rotale conservata nelle collezioni cominciate nel 1335 con oltre quaran­tamila decisioni in cause diversissime fino al 1870 (13) che hanno influenzato direttamente o indirettamente la normativa canonica di merito e di rito (14), special­mente nell'ambito della canonizzazione delle leggi civili, del danno materiale o mo­rale a persone e cose, della mancanza di vigilanza da parte del superiore religioso, del risarcimento del danno, della nullità della sentenza ed altri campi. Nella codi­ficazione odierna oltre 86 canoni derivano dalla giurisprudenza rotale come fonte.

L'opera comincia con la decisione del 15 marzo 1909 «coram Sebastianelli» in cui fu decisa una questione riguardante il giuspatronato. Con l'estinzione della fa­miglia del fondatore il patronato passa agli eredi legittimi, cioè agli agnati e, se non ci sono, agli altri eredi legittimi.

L'intrecciatissima causa «Oenipontana», invece, decisa definitivamente dallo stesso autore Mons. Palestra il 23 ottobre 1991 dopo un iter processuale protratto per ben 40 anni conclude la rassegna. La parte «in iure» di questa nota decisione ribadisce l'osservanza delle leggi civili del luogo del contratto, la cui canonizzazione riguarda le norme sostanziali e non quelle processuali, rendendo in questo modo possibile la loro applicazione anche dopo che i termini sono scaduti perché il caso non era più proponibile, presso i tribunali del luogo, a causa della scadenza del ter­mine sei mesi dopo la dimissione spontanea dell'attore.

Il secondo principio è che la canonizzazione delle leggi civili avviene solo in quanto non sono in contrasto con i principi generali del diritto canonico, cioè nel caso soggiacente, con l'«aequitas canonica», che vieta l'arricchimento ingiusto («ne quis locupletetur cum alterius iniuria»). Il Ponente applicava al caso inoltre i canoni 1524 del CIC/1917, cioè la norma canonica del tempo della stipulazione del con­tratto, interpretata però nell'ottica del vigente can. 1286 CIC/1983. La sentenza te­neva conto dell'inflazione e condannava l'Eccellentissimo Ordinario, parte conve­nuta nella causa, al risarcimento dei danni extracontrattuali dovuta al difetto di vi­gilanza e determinati in una somma corrispondente al valore del tempo della dimis­sione, più gli interessi.

Il numero delle sentenze emanate complessivamente ogni anno, elencate all'i­nizio di ogni annata, rivela la notevole differenza tra il primo anno dell'attività giu­diziaria moderna del Tribunale in cui furono emanate complessivamente solo 19 sentenze e il 1993 con ben 128. L'attività del Tribunale raggiunse il minimo nel 1918 con solo 18 sentenze mentre arrivò al massimo nel 1972 con 306 sentenze del­le quali neanche una si riferiva alle «causae iurium» o penali. Mentre nel primo an­no della giurisprudenza rotale furono emanate 19 sentenze di cui 10 per «causae iu­rium» o penali, cioè oltre il 50%, dopo il Concilio diventano frequenti le annate senza neanche una decisione in materia. Questo fatto dimostra il cambiamento av­venuto nell'attività della Rota Romana per cui si trascura nella scienza e nella pras­si canonistica odierna quel settore dell'attività del Tribunale.

La rassegna comprende ben 321 sentenze citate solo per quanto riguarda la parte «in iure», omettendo la «facti species» e la parte «in facto» facilmente repe­ribili nelle «Decisiones» di cui vengono sempre riportati il volume e la pagina, fatto che ne facilita la consultazione. Agli estratti sono preposti il numero della decisio­ne, la questione trattata, la diocesi, il ponente, la data e la pagina in modo da ren­dere superfluo il ricorso ai volumi per coloro che volessero soltanto citare la parte centrale «in iure» riportata nella rassegna. Da vero perito nel campo Mons. Pale­stra ha scelto la parte centrale dell'argomentazione delle sentenze in modo da co­stituire una guida ai principi canonici applicabili alle «causae iurium» e alle cause penali.

Gli estratti vengono riportati in latino, cioè nella lingua originale, e in circa mezza pagina contengono veramente l'essenziale evitando inutili ripetizioni. Ne ri­sulta un complesso di massime sia in materia civilistica, per chiamare l'ambito in­teso sotto l'espressione «causae iurium», sia in materia penalistica. L'evoluzione storica rimane ancora da elaborare dal punto di vista scientifico, compito che, ol­trepassando lo scopo del presente volume, l'autore stesso ha lasciato agli scienziati. Le sentenze comprendono tre periodi distinti dell'ordinamento canonico: 1) il pe­riodo anteriore alla codificazione; 2) il periodo dopo il codice del 1917; 3) il perio­do dopo il codice del 1983.

Tre indici facilitano la consultazione: un indice analitico, un indice cronologi­co e un indice per nome del ponente. L'indice analitico contiene ben 92 termini in ordine alfabetico cominciando con «accusatio» e terminando con «valor pecuniae». Questi 92 termini sono ancora suddivisi nel modo seguente: «contractus, contractus laboris, - praeliminaris, - sollemnitates, - leges civiles» ecc. con il riferimento al­l'anno, al numero della decisione e alla pagina delle «Decisiones».

Il lavoro di Mons. Palestra offre la base per una facile consultazione e l'elabo­razione scientifica della dottrina civilistica e penale sviluppata e applicata dalla Ro­ta Romana contribuisce alla conoscenza dell'attività giudiziaria del Tribunale, come ha scritto nella presentazione il suo attuale Decano S. Ecc. Mario F. Pompedda. Secondo l'intenzione dell'autore la monografia presentata risponde alle esigenze pratiche dei giudici, degli avvocati e dei promotori di giustizia nello svolgimento della loro opera nonché dell'insegnamento del diritto canonico e della prassi foren­se (17). La presente monografia conclude l'attività giudiziaria di Mons. Palestro e anche il suo magistero esercitato nello Studio rotale dove anche il recensore ha avuto il piacere di essere un suo alunno.