Schoch Nikolaus ,
Recensione: ANTONIO CALABRESE, Diritto penale canonico ,
in
Antonianum, 71/4 (1996) p. 742-744
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P. Antonio Calabrese, Passionista e Officiale emerito della sezione giurìdica della Segretaria di Stato, presenta un manuale di diritto penale canonico vigente che si attiene fedelmente alle ripartizioni del Codice. Divide l'opera in due parti principali: «Delitti e pene in genere» e «Le pene per i singoli delitti». Ciascuna parte è suddivisa in capitoli con titoli simili a quelli utilizzati nel Codice.
Nella parte generale l'autore tratta della norma penale (11-32), del concetto di delitto (33-41), del dolo e della colpa (42-54), delle circostanze del delitto (55-90), della dottrina del diritto penale nella Chiesa come tale (91-104). In questa è inserito l'«excursus» storico sul diritto penale della Chiesa (99-104), suddiviso in cinque periodi, di cui l'ultimo è molto lungo e comprende il tempo dal quindicesimo secolo ad oggi. Seguono i concetti fondamentali della pena (105-110), le censure (111-128), le pene espiatorie (129-139), i rimedi penali e le penitenze (140-146), l'applicazione delle pene (147-227) sviluppata in ben 80 pagine, la cessazione delle pene (228-260), e, infine, come parte seconda le pene per i singoli delitti secondo i titoli del Codice (261-366).
Mentre la parte generale comprende 260 pagine, la seconda è limitata a solo 100 pagine. La prevalenza della parte generale si spiega col fatto che essa determina con i suoi principi la comprensione e l'interpretazione delle singole pene. Del resto le difficoltà per la comprensione vengono poste precipuamente dalla parte generale. In essa l'autore offre molte definizioni minuziose e precise che il legislatore, per quanto possibile, ha evitato, delle quali però né lo studente né l'operatore del diritto possono fare a meno.
Come esempio della completezza, precisione e chiarezza didattica dell'esposizione con cui l'autore spiega i concetti citiamo: «... un'azione esterna può essere:
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non conosciuta da alcuno e quindi occulta; cioè, fatta in modo che per sua natura possa essere percepita, sebbene di fatto nessuno l'abbia percepita;
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conosciuta dall'intera comunità e quindi pubblica;
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conosciuta da una o da alcune persone e pertanto in uno stadio intermedio, non essendo occulta ma nemmeno pubblica e potendo comunque diventare pubblica se le persone che la conoscono la renderanno nota agli altri» (39-40). Altre distinzioni utili che, purtroppo, oggi frequentemente mancano nei manuali, ma che sono tipiche e indispensabili per questo tipo di pubblicazioni sono la distinzione del dolo in dolo generico e dolo specifico, dolo determinato, indeterminato, diretto e indiretto. Se è diretto si distinguono inoltre: il dolo di danno, il dolo di pericolo, il dolo d'impeto e il dolo di proposito (44-45). Poi l'autore spiega, ad esempio, tutte le condizioni dello stato di necessità che rende l'osservanza della legge moralmente impossibile (61-62). Si potrebbero aggiungere molti altri esempi. Frequenti sono i riferimenti alla disciplina del CIC del 1917, specialmente quando la norma venne cambiata nel nuovo Codice.
La seconda parte offre un'ampia casistica con molti casi realistici e non fantasiosi, che chiariscono le fattispecie prese in considerazione e aprono al lettore il vasto tesoro di esperienza accumulato nella Chiesa durante i secoli. Non si limita all'aspetto canonico, ma tratta anche di quello morale in quanto connesso e utile al giudizio del caso concreto. All'inizio della spiegazione delle singole pene l'autore riporta brevemente la storia di esse e spiega in modo chiarissimo tutti i termini tecnici.
L'opera contiene pure una sintesi del diritto processuale in quanto applicabile al processo penale con la presa in considerazione dei ruoli dell'ordinario, del promotore di giustizia e del giudice. Questa parte risulta, però, un po' troppo ampia: l'autore avrebbe potuto accontentarsi delle particolarità dei processo penale anziché accennare a tutti i passi dello svolgimento del processo giudiziario dal libello introduttorio fino all'appello. Molto utili invece sono le sintesi e i consigli pratici che ormai sono difficilmente reperibili nella letteratura canonistica attuale: un esempio è il modo di stendere un decreto penale che riportiamo in modo riassuntivo: 1) accenno dell'ordinario alla sua qualifica e competenza, nonché ai nomi e cognomi dei due assessori che lo hanno assistito; 2) la descrizione della fattispecie del caso; 3) le ragioni di diritto; 4) le ragioni di fatto; 5) la parte dispositiva e le particolarità del caso di una «poena latae sententiae»; 6) la necessaria notificazione per la validità (169-170), le tre possibilità per l'impugnazione del decreto cioè la domanda di revoca o di modifica, il ricorso gerarchico e il ricorso alla Segnatura Apostolica (171). Di interesse attuale sono la problematica del risarcimento del danno (199-201) e di
grande utilità i continui riferimenti all'applicazione e la remissione delle pene nell'ambito degli istituti religiosi.
L'opera si dedica inoltre agli aspetti pratici dei ricorsi amministrativi contro il precetto penale e contro le pene inflitte in via amministrativa, utili specialmente per le curie diocesane e per gli avvocati dei singoli ricorrenti.
Prudentemente l'autore non si è limitato a prendere in considerazione le sanzioni esistenti nel Codice, ma anche le pene stabilite dalla Santa Sede per i singoli delitti come ad esempio la scomunica per l'adesione alla setta massonica o per la registrazione delle confessioni. Non mancano i riferimenti alla Penitenzieria Apostolica, organo della Sede Apostolica alla quale si può ricorrere o direttamente o tramite il confessore per ottenere la remissione delle pene nel foro interno. Nell'appendice l'autore offre gli specimen concreti del ricorso alla Penitenziaria Apostolica per il tramite del confessore. Oltre ai ricorsi alla Penitenzieria l'autore dedica ampio spazio anche alla remissione delle pene in foro interno (240-250).
L'opera offre alla fine una breve bibliografia che comprende soprattutto i manuali sull'argomento usciti dal 1712 in poi, inclusi alcuni di carattere prevalentemente morale. Il lettore non si deve aspettare una bibliografia esauriente riguardo ai singoli problemi né in nota né nella bibliografia finale. Auspicabile sarebbe, però, un aggiornamento bibliografico accogliendo, almeno, i più importanti tra gli articoli che trattano gli aspetti specifici. Non mancano però nelle note i riferimenti ai documenti e alle norme riguardanti il diritto penale emanati dai dicasteri della Sede Apostolica. L'autore richiama inoltre, ove necessario, le norme sparse in altre parti del Codice e prende in considerazione la Costituzione Apostolica «Pastor bonus», del 28 giugno 1988, e il «Regolamento Generale della Curia Romana» del 4 febbraio 1992.
L'indice analitico alla fine contiene 124 termini da «aborto» a «violenza fisica» e si rivela di eminente utilità pratica e pastorale.
Lo scopo della prima e della seconda edizione dell'opera è di rendere più intelligibile il diritto penale canonico, scopo senz'altro raggiunto. L'autore si esprime con un linguaggio semplice, ma allo stesso tempo giuridico e preciso ed è riuscito a rendere comprensibile la materia, un po' odiosa, del diritto penale. Essendo lo scopo allo stesso tempo didattico e pratico, non ci si deve attendere una monografia scientifica ad esclusivo uso accademico. Non intende apportare nuove conoscenze come frutti della ricerca, ma è un ottimo manuale.
Il libro gode di un grande valore in quanto è una spiegazione dettagliata, chiara e allo stesso tempo sintetica di tutta la materia del diritto penale sia per gli studenti che per i docenti di diritto canonico, particolarmente per la preparazione dei corsi, sia per i parroci che per i confessori, nonché, infine, per tutti i collaboratori dei vari uffici della curia diocesana, incluso il tribunale. La seconda edizione emendata e ampliata di ca. 70 pagine, edita dopo l'esaurimento della prima edizione dimostra già di per sé il successo ottenuto dalla prima edizione. L'autore dimostra una vastissima esperienza pratica nel campo del diritto penale sostanziale, degli aspetti morali e pastorali, dei vari procedimenti amministrativi per infliggere le pene ed assolvere da esse, nonché delle possibilità del ricorso. Specialmente come rimedio all'ignoranza e alla confusione esistente in materia è da auspicare all'opera una vastissima diffusione.
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