Nobile Marco ,
Recensione: Claudio Gianotto (a cura di), La testimonianza veritiera ,
in
Antonianum, 67/2-3 (1992) p. 434-435
.
La collana Testi del Vicino oriente antico della casa editrice Paideia offre con questo libro una nuova piccola perla, valida non solo per il pubblico italiano, naturalmente primo destinatario, ma anche per un orizzonte internazionale. I motivi di ciò sono diversi e si può dire che il curatore di questo interessante ed originale testo gnostico, La testimonianza veritiera, sia da lodare per averli creati tutti insieme, grazie alla sua fatica.
Innanzi tutto, si staglia la cura della traduzione dell'originale copto di questo documento, appartenente alla biblioteca di Nag Hammadi, la località del Medio Egitto, nella quale nel 1945/46 fu trovata un'ingente quantità di codici gnostici del IV sec. circa, in lingua copta, traduzione di originali greci risalenti più indietro al II sec. Il testo aveva interessato il G. già da lungo tempo; egli se n'è voluto occupare a fondo per la scarsa attenzione da esso ricevuta finora e per la mancanza della traduzione italiana di un documento che ben testifica aspetti fondamentali dello gnosticismo: in questo caso il rifiuto del matrimonio e dell'attività riproduttiva, come fonte di continuazione della carnalità peccaminosa, distrutta dal Figlio dell'Uomo, e il rigetto sia del martirio che della pratica battesimale, come inutili alla salvezza, acquisibile solo attraverso l'ascesi e l'illuminazione gnostiche. Possiamo dire che pur essendo di fronte alla presentazione divulgativa di un testo antico, le esigenze di rigorosità sono rispettate il più possibile, grazie anche ad un buon apparato di note esplicative.
L'altro grande merito di questa operazione, è l'ampia introduzione (ben 72 pagine). In essa, il G. non solo offre i termini tecnici di conoscenza del testo in se stesso, bensì situa il soggetto nella più ampia discussione sulla questione gnostica.
Il lettore può così farsi un'idea sia della vastità della letteratura di quel movimento complesso Che fu lo gnosticismo, sia della pluriformità attraverso la quale esso espresse le sue concezioni teologiche, cosmo-antropologiche e cristologiche. Qua e là si può lamentare una certa prolissità del discorso e qualche inevitabile ripetizione, mentre al contrario si possono trovare affermazioni così rapide e nebulose, da sembrare gratuite. Come quando si afferma che all'origine delle tematiche encratitiche del Test.Ver. vi sarebbe la posizione espressa da Ezechiele al e. 20 (sic!) (pag. 38). Ma, nonostante qualcuno di questi inciampi, il valore dell'introduzione rimane sostanzialmente intatto.
Ben curata è anche la Nota bibliografica, nella quale, in riferimento al Vangelo di Tommaso, a pag. 94s, andrebbe inserita anche l'ultima edizione critica curata da Michael Fieger: Das Thomasevangelium. Einleitung, Kommentar und Systematìk (Mùnster 1991). Alla Nota si aggiunge tutta una serie di utili indici che fanno di quest'opera un lavoro standard.
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